ALL ACCESS PHOTO / HOW TO / 03 RITRATTI

I ritratti sono spesso le fotografie più richieste quando si deve fotografare una band. Ecco i consigli e i pareri degli esperti.

All Access Photo - How To
All Access Photo - How To
11/06/2014 - 15:45 Scritto da ALL ACCESS PHOTO

I ritratti sono spesso le fotografie più richieste quando si deve fotografare una band.
L’immagine fotografica ha un grande potere che consiste nell’immediata riconoscibilità dei soggetti fotografati e per questo risulta indispensabile nell’ambito della comunicazione che coinvolge il mondo musicale.

Ci sono diversi parametri da seguire quando si deve realizzare un ritratto: la coerenza con un eventuale concept di un disco, il rispetto per lo stile della band, la capacità di adattarsi a tutte le necessità inerenti alla comunicazione musicale oltre che di rispettare le richieste degli interlocutori, che possono essere la band stessa, le case discografiche o le testate giornalistiche.



HOW TO / INTERVISTATI

Flavio&Frank
http://flavioefrank.it/

Ilaria Magliocchetti Lombi
http://www.imlphotographer.com/

Mattia Balsamini
http://www.mattiabalsamini.com/

Mattia Zoppellaro
http://www.mattia-z.com/



01. Come ti prepari quando devi realizzare un ritratto? Da dove parti? Che parametri devi rispettare? Ci sono dei limiti imposti dagli interlocutori con cui hai a che fare?

FLAVIO&FRANK / Di solito ci documentiamo on line, vediamo cosa ha fatto chi dobbiamo ritrarre, guardiamo le sue foto, cerchiamo di carpire il suo stile, ascoltiamo la sua musica.
Cerchiamo di essere liberi e spesso ci riusciamo, concordiamo però sempre prima o con l'artista o con il committente cosa abbiamo in mente, affidando però sempre un margine d'improvvisazione al momento dello shooting.
Per nostra scelta facciamo in modo di non snaturare mai più di tanto la persona che abbiamo davanti all'obiettivo, cerchiamo di restituire al ritratto sempre un po' di realtà.

ILARIA MAGLIOCCHETTI LOMBI / Studio prima il soggetto. Cosa ha fatto, chi è, chi lo ha fotografato prima e come.
Decido un’estetica, cerco una mia idea, una visione, una possibile location e cerco tanti riferimenti visivi. A volte disegno proprio le foto, le posizioni, le luci, mi faccio schemi. Poi ovviamente faccio vari sopralluoghi.
Per quel che riguarda i limiti dipende di volta in volta. A volte possono essere anche dettati dalla situazione, devi fotografare un personaggio X nel luogo prestabilito e il posto è brutto, oppure è piccolo ecc, bisogna inventarsi soluzioni per creare comunque qualcosa di buono. Rispetto al lavoro con le band non ho mai avuto limiti imposti esplicitamente, e in generale gli artisti con cui lavoro sono tutti molto liberi, immagino che in altri ambienti musicali ci siano imposizioni diverse dettate dagli artisti o dalle discografiche.

MATTIA BALSAMINI / Parto informandomi sul soggetto (se credo di non conoscerlo sufficientemente bene), sulla quantità di tempo che avrò a disposizione e le caratteristiche delle location. Conoscere luogo e tempistiche per me è fondamentale per capire quanto investire nella produzione di un ritratto. I limiti imposti dai soggetti in genere riguardano il tempo a disposizione per posare, quindi normalmente faccio in modo che il set (o i set) siano già tutti allestiti e testati prima che arrivi. I parametri da rispettare, se parliamo di un commissionato, sono dettati dal dialogo con l'art director del magazine o dell'agenzia, e normalmente sono già in partenza in linea con la persona che sta davanti a noi. Riguardano caratteristiche del mood, del contenuto e del formato dell'immagine in base all'utilizzo finale. Tendo a scattare soddisfacendo prima queste richieste per poi creare immagini extra non concordate prima.

MATTIA ZOPPELLARO / Guardo un sacco di libri dei miei fotografi preferiti. Cerco di andare sul set con un'idea base/semplice, specialmente se devo scattare in studio o se ho la possibilità di scegliere la location, in caso contrario mi porto dietro il mio bagaglio di stimoli visivi e cerco di integrarli con la persona che ho davanti, ovvero quello che conosco del personaggio.
Riguardo ai parametri da rispettare dipendono dalla commissione.
Potrei elencare una lista pressoché infinita di limiti imposti dal soggetto o dal suo management, imposizioni che vanno dall'irritante al ridicolo...
"X è vegetariano e non vuole scattare in quella location perché dal ristorante accanto sente puzza di carne"
"X vuole che il fotografo e il suo assistente non indossino nulla di rosso perché odia quella squadra di calcio"
"appena la clessidra finisce X deve scappare… sono 500 secondi esatti..."
"non si può più scattare in studio, portate tutta l'attrezzatura in albergo… X sta finendo di vedere il test match alla tv".

02. Che differenza c’è fra un ritratto fatto per un disco, uno ad uso promozionale e un ritratto commissionato da una rivista?

FLAVIO&FRANK / Tra i lavori su commissione, paradossalmente ci è capitato di essere più liberi lavorando per i dischi - che si tratti di cover o immagini per booklet, nonostante la situazione del mercato della musica sia un pò particolare e richieda sempre più spesso di non uscire troppo da certi schemi.
Abbiamo incontrato molti più vincoli su servizi ad uso promozionale in cui bisogna puntare tutto sull'artista: bisogna renderlo ben visibile e in genere si lavora in studio su sfondi abbastanza neutri. Bisogna portare a casa molte immagini in poco tempo con numerosi cambi di styling, trucco, capelli e luci.
Nei dischi si concorda sempre prima una linea guida, quasi esclusivamente con l'artista direttamente, dopodichè si ha il giusto spazio per "partorire" idee e proporle. Secondo noi in un album devono convivere immagini e grafica in un equilibrio che renda l'oggetto disco quanto più gradevole possibile, per questo spesso ci troviamo a lavorare con grafici e a volte art director con i quali coordiniamo l'intero progetto e non solo la parte fotografica.
Per i commissionati che arrivano dalle redazioni il discorso cambia ancora e i "paletti" aumentano, soprattutto se si tratta di cover.

ILARIA MAGLIOCCHETTI LOMBI / Per i dischi di solito io ho maggiore libertà creativa, per i promo bisogna fare più attenzione al fatto che le foto possano avere utilizzi diversi e debbano essere leggibili in diversi formati. Occorre fare attenzione agli spazi eventualmente necessari per impaginare titoli, date del tour e via dicendo.
Stesso discorso con le riviste per quanto riguarda gli ingombri dei testi, dei titoli, come sarà l'apertura, un po' anche lo stile della rivista ecc.

MATTIA BALSAMINI / Credo che scattare un progetto per un disco dia sicuramente più spazio di approfondimento sul tema scelto, il concept che poi abbraccia anche i brani registrati. Poter spiegare un punto di vista tramite un set di immagini (magari non solo ritratti) permette di andare più in profondità e creare sensazioni più precise. Poi credo che l'autorialità possa emergere anche da una singola foto, magari vista nel contesto dell'intera produzione di quel fotografo. Un set di ritratti per l'uscita di un disco che viene utilizzato anche come cartella stampa dell'artista forse permette meno spazio per le sperimentazioni, dopotutto capita che di foto ne scelgano una o al massimo un paio e debbano essere un po' didascaliche.

MATTIA ZOPPELLARO / Con la rivista si ha in genere l'approccio più libero e creativo (a seconda però della rivista), con il disco e le foto promo dipende molto dal gruppo o artista che si ha di fronte e dalla libertà creativa che l'etichetta ti lascia, è in genere più un lavoro di equipe.


Roberto Angelini fotografato da Flavio&Frank, per gentile concessione.


03. Come costruisci il rapporto con il soggetto da fotografare? Cosa fai per metterlo a proprio agio?

FLAVIO&FRANK / Non abbiamo degli approcci precisi: affidiamo tutto alla spontaneità di entrambi, il ritratto si gioca esclusivamente sull'equilibrio fotografo/soggetto e non c'è altro, appena il rapporto si instaura lo senti e "la foto" c'è!
Sui set cerchiamo sempre di stemperare la tensione creata dall'imbarazzo, non ci prendiamo mai troppo sul serio. Inoltre per noi la difficoltà è doppia visto che ci alterniamo di continuo dietro l'obiettivo.

ILARIA MAGLIOCCHETTI LOMBI / Di sicuro parlo molto prima. Espongo le mie idee, le condivido, chiedo se piacciono, se il soggetto ha qualche proposta. Non mi impongo, non penso subito e solo alla mia foto. Cerco di rendere lo shooting il più possibile un'esperienza condivisa. E con le band tengo sempre a mente che quello che sto facendo è creare un immaginario che rappresenti la loro musica, questo viene prima di tutto.

MATTIA BALSAMINI / Farà un po' ridere ma cerco di stare tranquillo, lo riesco a fare se ho avuto tempo sufficiente per preparare tutto e ho con un me una persona che si occupa del set e delle luci. L'aspetto tecnico deve essere sotto controllo così al netto rimane il rapporto con la persona. Con i soggetti più simpatici e aperti, anche se un po' incostanti, vado molto d’accordo, riesco a trovare subito un punto di contatto, anche se riguarda solo la collaborazione momentanea per costruire quella foto. Non credo di avere una vera e propria tecnica per metterli a loro agio, però so che mi è impossibile fingere, riesco ad essere solo me stesso, a volte mi va bene, altre meno.
Con i soggetti più introversi, o i completi sconosciuti, tendo a diventare più invisibile puntando molto di più su un impostazione dell'illuminazione che mi permetta di mostrarne un aspetto diverso, senza dover chiedere a loro di fare nulla, spesso il ritrarli in un momento al quale loro stanno dando poco peso è meglio, sotto una luce più 'chirurgica'.

MATTIA ZOPPELLARO / Cerco naturalmente di rilassarlo. Generalmente evito di parlare di musica, soprattutto se il soggetto è una star di alto profilo (in alcuni casi mi era stato detto esplicitamente di evitare il tema). Cerco di trovare terreno comune tra le mie passioni e le sue, i miei temi preferiti sono generalmente arte (pittura, cinema, fotografia, serie TV) con gli artisti americani o italiani, soprattutto calcio con quelli british.




Afterhours fotografati da Ilaria Magliocchetti Lombi, per gentile concessione.


04. Quali sono le difficoltà che un fotografo deve affrontare nel momento di realizzare un ritratto?

FLAVIO&FRANK / Dipende dal tipo di ritratto ma in genere si combatte contro il tempo quando il personaggio è molto famoso: in un tempo relativamente breve bisogna scattare le foto migliori riuscendo a coordinare sia l'aspetto tecnico riguardo alle luci, allo styling, al make up, sia l'aspetto creativo su pose e location, sia l'aspetto psicologico e cioè del rapporto tra noi ed il soggetto.

ILARIA MAGLIOCCHETTI LOMBI / La difficoltà principale secondo me è inizialmente entrare in sintonia con il soggetto, se ci si riesce il resto viene naturale.

MATTIA BALSAMINI / Imparare ad essere empatici con la persona di fronte a noi, sapere quando parlare forte, parlare piano o non parlare affatto. Questo piccolo equilibrio può fare la differenza.

MATTIA ZOPPELLARO / Lo stress è sempre presente, l'artista è in ritardo e/o in hangover, il suo management è troppo pressante (vuole/non vuole che rida, che indossi il cappello, che fumi, ecc), piove nella location prescelta, ci sono troppi fan in giro…


The Sleeping Tree fotografato da Mattia Balsamini, per gentile concessione.


05. Puoi darci alcune indicazioni di base da tenere in conto nel momento di realizzare un ritratto ad un musicista, e ad una intera band?

FLAVIO&FRANK / Spesso ci troviamo a fotografare band, anche numerose, e ogni volta è sempre una sfida perché crediamo che comporre una bella immagine con tante persone sia una delle cose più difficili da realizzare. Quindi se c'è una cosa da tenere conto secondo noi è una buona composizione, un buon equilibrio di tutti i soggetti cercando di non essere mai banali, osando sempre un po' senza riprodurre per forza qualcosa che si è già visto, creare profondità nell'immagine grazie ai soggetti stessi.
Questo nelle band è reso più difficile dal fatto che non tutte hanno un leader riconosciuto.
La sperimentazione ma anche l'attenzione ai dettagli, che per il nostro tipo di fotografia è essenziale, valgono anche per i musicisti singoli.

MATTIA BALSAMINI / - Guadagnarsi la sua (o la loro) attenzione dedicandosi completamente alle persone e poco all'aspetto tecnico guardando lo schermetto della macchina, il computer o cose del genere.
Mantenere la situazione fluida e dinamica, se le persone che abbiamo di fronte sono disposte a mettersi in gioco è molto più interessante seguire la loro volontà piuttosto che riportare tutto nei nostri parametri.

MATTIA ZOPPELLARO / Cercare di stare calmi aiuta, non insistere troppo se una cosa non viene accettata o se esteticamente non "funziona".
Fare di necessità virtù è (per me) alla base della fotografia di ritratto, tanto più se di musica, è anche una delle caratteristiche che preferisco di questa disciplina.
Inoltre dico quello che un mio amico fotografo mi ha suggerito tempo fa: "cerca di inquadrare bene un momento di spontaneità", sembrerà banale, ma mi ha aiutato un sacco.
 

Patti Smith fotografata da Mattia Zoppellaro, per gentile concessione.


06. Secondo te che cosa deve avere un ritratto per essere interessante?

MATTIA BALSAMINI / Dovrebbe essere un’immagine che ti cattura su più livelli. Sicuramente quello del primo impatto, cioè attrarre dal punto di vista estetico, questo può succedere se è un'immagine globalmente "gradevole" ma anche se è così forte che ci disturba, ci destabilizza - ad un secondo livello di lettura credo sia importante poterci vedere aspetti di quel soggetto che magari non avevamo mai notato.



A cura di ALL ACCESS PHOTO

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L'articolo ALL ACCESS PHOTO / HOW TO / 03 RITRATTI di ALL ACCESS PHOTO è apparso su Rockit.it il 2014-06-11 15:45:28

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