Baci dalla provincia: Tum dei Pocket Chestnut ci porta a Mortara, in provincia di Pavia

La nostra guida turistica di oggi è Tum dei Pocket Chestnut, che ci porta a mortara in provincia di Pavia

Come sono le piccole realtà di provincia o le città italiane poco famose, viste dagli occhi dei musicisti che ci abitano o che ci sono cresciuti? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro, che per una volta, invece di suonare diventano guide turistiche piuttosto particolari. Oggi Tum dei Pocket Chestnut ci porta a Mortara, in provincia di Pavia.

Qual è il luogo della tua città da visitare assolutamente?
Sono cresciuto a Mortara, in provincia di Pavia. Mortis Ara, altare della morte, un posto dal nome molto doom e poco incline al turismo gigione se non per i rari appassionati di zanzare, nebbia e dei benefici segreti della canicola estiva. Le apparenze ingannano però, si sa. Nella ridente bassa padana ci sono molti posti che meritano di essere visti almeno una volta nella vita. Uno su tutti? L’Abbazia di Sant’Albino, appena fuori città. I campi intorno alla chiesa sono stati teatro della battaglia tra Franchi e Longobardi, fiume di sangue che ha dato il nome alla mia cittadina. Quando ero piccolo andavo a trovare i miei amici Andrea e Alice che vivevano lì, giocavamo a nascondino nella chiesetta ai tempi sconsacrata. Sembrerà un cliché ma sto sospirando pensando a un "ah, quanti ricordi".



In quale posto si mangia meglio?
È una domanda difficile che mi mette al bivio. Innanzitutto devi amare il risotto e l’oca altrimenti sei nel posto sbagliato. Se da Mortata vai verso Velezzo Lomellina, passato Cergnago, sulla destra trovi le indicazioni per un agriturismo che si chiama Abbazia dell’Erbamara. La cascina è gestita da due gemelli simpaticissimi e qualsiasi cosa cucinino è deliziosa. Se invece vuoi concentrarti sul risotto in ogni sua forma puoi andare alla Corte di Leone nella tenuta San Giovanni di Olevano Lomellina. Qui sono di parte perché questo il paese del mio papà, ogni volta che ci vado è un po’ come vedere i film in bianco e nero delle storie che mi raccontava da piccolo. Eh, brutta cosa il campanilismo...

Qual è la storia o leggenda metropolitana più assurda che si racconta nella tua zona?
Su corso Roma a Mortara fino a dieci anni fa c’era il Bar Sport e come potrete immaginare lì stanziavano i pesi massimi delle leggende metropolitane. Avevo 8 anni e la domenica mattina andavo a giocare al cabinato di Circus Charlie, armato di duecento lire, allenando i polmoni ai massimali del fumo passivo e - volente o nolente - ascoltando storie incredibili. Un personaggio in particolare mi ha sempre affascinato, tale Whiskey, ex impresario dei complessi beat italiani. Whiskey è un tornado di aneddoti sulla musica italiana anni '60, compagno di avventure di personaggi come Rocky Roberts, Ricky Gianco, Gian Pieretti, ecc. Potresti ascoltare le sue storie per ore. Una sera mi ha confidato di essere il vero autore del testo di Bandiera Gialla ma poi non riusciva a ricordarselo e Pettenati glielo ha fregato, bastardo...

(Whiskey ritratto da Sandro Pavesi)

Descrivi in tre parole la gente del posto.
Semplice, ruvida, sincera.

In quale negozio di dischi ti sei fatto una cultura musicale?
L’unico negozio di dischi e strumenti a Mortara si chiamava Pentagramma. Stava in una vietta stretta dietro al Bar Sport, non aveva insegne, pochissime luci e due casse appoggiate sulla strada mandavano a palla RadioMortara 99.3 e le hit di liscio di Castellina Pasi& Co. Era gestito da una signora magrissima che esponeva in vetrina le stesse musicasette e vinili degli anni '80. Ogni tanto ci passavo davanti di proposito per sentirmi più tranquillo a scoprire che “Nero a Metà” di Pino Daniele sarebbe sempre stato lì ad aspettarmi. 
Nella fase tormentata dell’adolescenza io e i miei amici brufolosi ci divertivamo a far visita al negozio per prenotare dischi dai nomi inesistenti.  E così l’ultima copia dei "Baslislu Muslasi" o "Unbelievable Scrotos" era stata venduta proprio  5 minuti prima, e quando ci veniva chiesto di lasciare le cinquemila lire di caparra per la prenotazione solo gli amici più temerari non riuscivano a ridere. Quelli che da grandi avrebbero fatto gli assicuratori.

(Tum ai tempi delle scorribande al Pentragramma)

Cosa si fa il sabato sera?
Si va al Bar moderno in piazza Silvabella, un parcheggio con davanti un orrido grattacielo, e ci si rompe i coglioni. Ovviamente si beve. Tantissimo.

Dove si ascolta / ascoltava la musica dal vivo?
A Mortara non ci sono locali che fanno musica live. Il mio amico Lorenzo, più grande di me, spesso mi portava in giro per concerti. Andavamo a Vigevano alla Sede di Fogliano (mecca del Punk/Oi) e alla Coperativa Portalupi (ai tempi riferimento per l’hardcore/stoner). Capitava poi di spingersi sulla 494 e andare a Milano per “i concerti della vita”, quelli che poi appendevi il biglietto sulla porta della cameretta. Il 12 marzo del 2004, al Rainbow suonavano i Franz Ferdinand e mi piace pensare che se non ci fossi stato non avrei mai conosciuto Pol & Teddy e forse non sarebbero mai esistiti i Pocket Chestnut.

Dove hanno la sala prove le band del paese?
A Mortara, vicino a casa dei miei, c’è lo studio Oasis, dove si dice abbia registrato Biagione Antonacci, ma io non ci ho mai messo piede. Andavamo a suonare a Vigevano al Sound-Check, ai tempi gestita da Francesco e Diego dei Miura, super-band stoner rock italiana.

Quale band è diventata punto di riferimento per gruppi locali?
Mi ricordo gli Zona, una delle prime band hc/crossover con voce in italiano. Suonavano tantissimo quando ero ragazzino e aprivano i concertoni di gente come Agnostic Front e Madball. Non frequentavo e non frequento quel genere ma riconosco i meriti di chi ha fatto qualcosa di importante in una scena che a Vigevano spostava parecchie persone. A Torino la stessa onda è diventata Linea77 e adesso piace pure a Tiziano Ferro. Chissà se Tizy è mai stato al Jack Bikers e a sentirsi un bel concerto degli Zona... si gaserebbe assai.

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L'articolo Baci dalla provincia: Tum dei Pocket Chestnut ci porta a Mortara, in provincia di Pavia di Alice Tiezzi è apparso su Rockit.it il 2015-09-03 10:31:00

COMMENTI (1)

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  • utente44627 9 anni fa Rispondi

    La Cooperativa Portalupi è un luogo fantastico per la musica indipendente italiana, uno dei pochi posti nei quali si può ancora davvero ascoltare concerti diversi, "alternativi", di artisti famosi o meno nel genere. E il tutto avviene in un clima molto amichevole e tranquillo. Hanno a disposizione anche un palco molto figo!