Nei meandri del rock cristiano italiano


L’Italia è uno dei paesi cattolici per eccellenza, eppure il fenomeno del rock cristiano ai più appare come sconosciuto

fratello metallo
fratello metallo - Fratello Metallo
22/01/2016 - 09:55 Scritto da Chiara Amendola


Cristo, gioia e rock’n’roll: la storica formula cambia quando alla chitarra elettrica e alla batteria si aggiungono contenuti tratti direttamente dal vangelo secondo Matteo, Giovanni, Luca e Marco.

 Il rock cristiano, che si declina anche nella sua accezione più strong, il White Metal, è esattamente quello che le parole lasciano intendere: sonorità potenti in cui vengono eliminati i “classici” riferimenti a sesso e droga, se si vuole generalizzare, per dare spazio invece ai tradizionali principi di matrice cristiana. Sono, più semplicemente, i metallari di Gesù, uguali nei modi e nei costumi ai più popolari dell’immaginario collettivo, ma fieri di professare valori d’ispirazione biblica.


L’Italia è uno dei paesi cattolici per eccellenza, eppure il fenomeno ai più appare come sconosciuto, nonostante il nostro paese abbia un panorama underground da non sottovalutare e nonostante esista un festival musicale dedicato, il Rock for the King, nato a Prato nel 2012 sul modello della più grande kermesse europea di Christian Metal, l’Elements of Rock, che si tiene ogni anno vicino Zurigo.

Insomma, stiamo parlando di un genere di nicchia, ma che in alcuni casi sfiora il mainstream invadendo i confini della scena rock tradizionale. I The Sun ad esempio rappresentano probabilmente la rock band cristiana più popolare in senso letterale. Il gruppo, metamorfosi di una formazione punk/rock convertita al cristianesimo (con tanto di intervista a Famiglia Cristiana), annovera numerosi passaggi su Mtv, nel 2010 pubblica un disco con Sony e apre le le date italiane dei Deep Purple, ha rimediato un viaggio in Terra Santa e vanta un frontman che è già una star con tanto di biografia edita da Rizzoli e introdotta dal Cardinale Gianfranco Ravasi. Nel 2015 è uscito "Le case di Mosul" il singolo che ha anticipato "Cuore aperto", terzo album, completamente autoprodotto. Il disco si è piazzato al 21esimo posto della classifica FIMI con un discreto numero di visualizzazioni su YouTube (numeri che superano la media degli artisti indie made in Italy).

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Tra i musicisti della scena romana si nascondono invece i The only way - RCC (acronimo di rock cristiano cattolico), band attiva da soli due anni tanto cara ai Papaboys. Il gruppo si è guadagnato le lodi della stampa di settore dopo essere arrivato in finale al Good News Festival nel 2014, contest dedicato alle canzoni d’ispirazione cristiana a cui ha partecipato anche Suor Cristina Scuccia, più nota al grande pubblico come la vincitrice della seconda edizione di The Voice of Italy. La loro musica si pone l’obiettivo di “evangelizzare i fedeli delusi” attraverso esibizioni in piccole parrocchie e durante feste religiose.

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I pisani Soul Scream possono essere definiti, con estrema ironia e approssimazione, gli intellettuali del rock cristiano. Diffondono la parola di Dio ispirandosi alla musica “impegnata” (Depeche Mode, Kraftwerk, M83, The Cure, U2, Massive Attack, Sigur Ros) proponendo sonorità ricercate e testi ermetici che non risparmiano citazioni colte e spesso non comprensibili ai comuni mortali. Il loro ultimo lavoro, “Distanze”, è un concept “osannato” dai fedeli, che racconta la storia di Greta, una ragazza alle prese con il significato profondo delle cose.

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Frate Cesare Bonizzi invece c’entra tutto e niente con il rock cristiano. Nell’ordine minore dei Cappuccini, un tempo era noto come Fratello Metallo, sacerdote e cantante heavy metal. Leggenda narra che tutto nacque a un concerto dei Metallica che lo unì spiritualmente alla musica metal creando così un caso straordinario.
 “Rock vuol dire roccia, solidità concretezza, ritmica forte e intensa e cristiano vuol dire che accanto a queste qualità metti contenuti della nostra fede, che non è Gesù con gli occhi blu”, ci racconta Fratello Metallo. Look francescano e modi da chi non le manda a dire, Frate Cesare ha maturato sin da bambino una passione per la musica che non ha abbandonato nemmeno quando a 29 anni ha deciso di prendere i voti, mettendo quello sapeva fare a servizio della sua morale. Quando gli domandiamo dei contenuti delle sue canzoni, ci risponde che la sua 
“non è propaganda cristiana, io parlo di vita”.


Lui che ha iniziato come assistente spirituale dei tranvieri, ha sostituito i concerti alle messe componendo ad esempio “La danza del tram”, canzone che cantava durante le eucarestie. I suoi primi cinque dischi erano “laici” e “rockettini”, più leggeri, come il suo primo album “Metallonium” - poi la svolta verso l’heavy metal e la nascita di Fratello Metallo, nome utilizzato come vezzeggiativo per deporre l’ascia di guerra che associava, secondo luoghi comuni di matrice cattolica, questo tipo di musica al demonio. “Misteri” è il disco che lo consacra sulla scena metal, un oggetto curioso a partire dalla copertina: una foto dalle tinte dark in cui il frate cappuccino stringe con una mano un rosario di ferro e con l’altra fa il gesto del “devil’s horns”, con tanto di suo nome che troneggia in alto in perfetto stile 80’s.

Scatta il panico, il mondo lo vuole a tutti i costi. Dunque la fama, titoli sui giornali, apparizioni in tv, esibizioni in festival come il Gods of Metal, il più importante d’Italia per questo tipo di musica. Ben presto arriva l’effetto boomerang. L’ultima apparizione in Olanda, su Red Forest tv, a bordo di una Ferrari, rappresenta un punto di svolta: "non c’è stato un giornalista che abbia mai parlato della qualità della musica e dei testi, erano tutti semplicemente e solo attratti dal fenomeno di costume dalla contrapposizione Musica Metal-Frate. Poi mi sono rotto le palpebre (e non ho detto palle perché senno mi cadevano solo da metà del mio corpo, invece mi sono cadute da più sopra) e ho deciso che Fratello Metallo doveva morire”. Fratello Metallo decide quindi di uccidere quel fantoccio che era stato creato dai media per continuare la sua rivoluzione: “non voglio fare scalpore, sono un essere umano, un frate e anche un sacerdote ho un unico desiderio: usare la musica suonata per spiegare delle cose che riguardano la fede la vita”.
Un video su youtube annuncia la sua dipartita insieme ad un brano d’addio intitolato “Vaffannate”:

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Ma la storia non finisce qui. Le basi del suo alter ego metallo vengono ancora utilizzate per i suoi testi. La sua nuova passione è l’arte e nei suoi “videocantarte” la spiega cantandola ai suoi adepti, anziani, adulti e bambini. Ascolta sempre musica metal e il suo modo di cantare è lo stesso degli anni della gloria, ha solo rinunciato al suo nome “figo” per portare avanti la sua missione.

 

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L'articolo Nei meandri del rock cristiano italiano di Chiara Amendola è apparso su Rockit.it il 2016-01-22 09:55:00

COMMENTI (2)

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  • maddalensbrothers 5 anni fa Rispondi

    "...perché in Dio e nel Paradiso io ci credo" Giuseppe Fanin

    24 anni, una bicicletta sotto ai piedi e un rosario tra le mani.
    Una laurea in agraria, una fidanzata, un ideale di vita cristiano.
    Una famiglia numerosa, un progetto per i lavoratori agricoli, la speranza di una giustizia sociale.
    La morte per omicidio sopraggiunta all'1.50 a fermare tutto. O a trasformare tutto...
    Servo di Dio, luce e ispirazione per i giovani ad avere il coraggio di mettere tutto se stessi per cambiare il mondo.

    Tutto questo nel nuovo video de I Maddalen's Brothers - L'una e cinquanta!

    youtu.be/XxScXETjYWc

    Buona visione

    I Maddalen's Brothers
    maddalensbrothers@gmail.com
    maddalensbrothers.it
    facebook.com/Maddalens
    "Va' da i miei fratelli e di' loro..." (Gv 20,18)

  • superstellinox 8 anni fa Rispondi

    Articolo proprio bellino e ben fatto!
    Vorrei puntualizzare che sebbene convertiti anche i The Sun, così come p. Cesare rifiutano l'etichetta di Xtian Rock e dicono che fanno musica x tutti.

    Spero in un sequel con Metatrone, Inside Mankind, Kantiere Kairos, Alessio Coppola, Il Vigno