Un bellissimo anno di elettronica italiana

È stato un anno d'oro per la musica elettronica in Italia: ecco chi sono stati i protagonisti

musica elettronica italiana
musica elettronica italiana

Ora che abbiamo scollinato la vetta del 2015, la domanda corretta da fare sarebbe una bella e coraggiosa 'dove si può andare?', piuttosto che continuare a infarcire la retorica dei throwback di fine anno con l'ennesimo 'cos'è successo?' - se non fosse che gli ultimi dodici mesi nella nostra sfera musicale (quella italiana, ovviamente) hanno registrato, forse per la prima volta da molti anni a questa parte, un indice di gradimento elevato e una cospicua incidenza nell'immaginario comune di quei suoni che potremmo catalogare, in maniera molto semplicistica, sotto la voce "musica elettronica".

A fronte di un'annata un po' povera di cantautori e band capaci di spiazzare, l'asse dell'attenzione generale pare essersi spostato su quei dischi costruiti su batterie algide, ritmi più o meno sincopati, campioni rubati da altri dischi e utilizzati per dar forma a linguaggi capaci di farsi intendere con ottima abilità anche fuori, in quello spazio chiamato mondo discografico internazionale. Finalmente direbbe qualcuno, sticazzi qualcun altro; una delle certezze è che abbiamo sotto gli occhi una generazione di producer di talento che non è, di colpo, sbucata fuori dal nulla, ma che da diversi anni bada invece al proprio percorso.

Basta far caso ai tre nomi che risultano tra i più citati nelle classifiche di fine anno di diverse testate musicali: Populous, Clap! Clap! e Lorenzo Senni. I primi due della lista sono anche (probabilmente a loro insaputa) il vertice di un discorso più ampio che coinvolge anche un "nuovo" pubblico, affezionatosi rapidamente a quel tipo di estetica e di suono, più "pop" se vogliamo. È esattamente il pubblico che adesso occupa quel territorio che era ostaggio, fino a qualche tempo fa, dell'indie-rock (buonanima) - in un passaggio di consegne che è stato graduale, iniziato col fenomeno Justice, transitato per band come Klaxons e MGMT, e che adesso, ripulito dalle sue scorie più glam e patinate, passa per gli snapback quando va bene, per le tute acetate quando va male.
A parte questo, i più capaci a seguire questo flusso fatto di beat hip hop pensati per il dancefloor accoppiati a derive glitch-malinconiche sono stati senza dubbio i ragazzi di White Forest Records (Capibara, Godblesscomputers e Sabir&Ioshi tra le uscite più entusiasmanti), assieme ad altre realtà stabili come Bad Panda (casa madre di Populous, Jolly Mare, Lamusa) e Fresh Yo!. Oltre a questo, l'altro tipo di approccio che sposa questo trend è quello più vicino alla sensibilità esotica di gente come Dj Khalab, Ninos Du Brasil, Ribongia, Ckrono & Slesh, tutti occidentali alle prese con la world music, in un'estasi di colonialismo ritmico senza uguali.

Tornando alla top 3 di prima, Senni può essere preso invece come esemplificativo di un altro approccio, più "sperimentale" (per continuare a usare termini basic), che nasce e cresce in un sottosuolo che si autoalimenta da anni, spingendosi anche e tanto verso l'estero. Le sorprese migliori per il 2014 sono quelle arrivate, in misura differente, da Haunter Records e Gang of Ducks (che ha già un mezzo piede a Berlino, infatti), appaiate da tutto un universo di label più o meno storiche (Stroboscopic Artefacts, Concrete, Attic Music, Uaudio, etc.). La nota a margine in questo caso è relativa a come anche i suoni più propriamente techno siano a loro volta diventati hip, inserendosi in ambienti differenti da quelli usuali, levigandosi e assumendo un fascino concettuale che fa gola a molti mercanti del tempio. Ma che non appartiene, è bene sottolineare, ai nomi di cui sopra.

La realtà dei suoni e dei fatti possiede, com'è ovvio, altre mille sfumature rispetto a questa istantanea in cui mancano i riferimenti a tanti altri nomi più clubbin' e dancefloor. Alla domanda che ci eravamo posti all'inizio, 'dove si può andare?', non resta che rispondere 'ancora più avanti, ancora meglio', e incrociare le dita per un altro anno capace di proiettarsi ancora verso le stesse coordinate che muovono il mondo.

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L'articolo Un bellissimo anno di elettronica italiana di Marcello Farno è apparso su Rockit.it il 2015-01-08 12:00:00

COMMENTI (3)

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  • bangszine 9 anni fa Rispondi

    Mancano molti elementi. Forse ce n'è uno di troppo. bangszine.blogspot.com/2015… Buona lettura a tutti!

  • fabrihp 9 anni fa Rispondi

    Mancano gli Swingrowers

  • riccardo1 9 anni fa Rispondi

    a breve ci sarà da aggiungere SYNTHEKE, come label, che darà un giro di boa alla situazione.
    stay tuned