Che colore ha la musica?

Vi spieghiamo cos'è la cromestesia: ovvero quando si associa un colore ad una canzone

23/07/2015 - 11:39 Scritto da Sandro Giorello

Alcune persone possiedono una speciale condizione neurologica che permette loro di associare una musica ad un colore in una maniera molto più istintiva e sviluppata di altri. Il termine medico è cromestesia e spesso viene chiamata più semplicemente sinestesia.

È una condizione piuttosto rara, si parla un individuo ogni 3,000. È noto che Kandinsky associasse determinati colori alla musica, ma non era il solo: anche Vincent Van Gogh, David Hockney, Nikolai Rimsky-Korsakov, Leonard Bernstein o Duke Ellington si comportavano ugualmente. A differenza di quanto si possa pensare, però, la cromestesia non funziona sempre allo stesso modo, ovvero non è detto che tutte le persone “sinestetiche” associno lo stesso colore alla stessa musica.

Stephen E. Palmer, professore di psicologia all'Università di Berkley, ha scritto un interessante saggio nel quale spiega questo tipo di fenomeno. Per farlo ha proposto un esperimento: ha scelto cinque brani musicali e ha chiesto a persone “non sinestetiche” di associare tre colori per ognuno. Vi riportiamo i risultati dell'esperimento più avanti, ma se volete potete provare voi stessi con questo plug-in interattivo (non supportato da alcuni browser, spiacenti):

I brani proposti nel test sono questi:

A: J. S BachConcerto brandenburghese No. 2 (Allegro Assai)

B: J. S BachConcerto brandenburghese No. 2 (Andante)

C: BBM – City Of Gold

D: Hagood Hardy – If I had Nothing but a Dream

E: La Sonora Carruseles - Al son de las Cueros 


Ed ecco i risultati:


Quali sono i motivi di tali scelte? Certamente va analizzata la musica stessa. I brani più veloci ed in tonalità maggiore tendono a comunicare colori chiari, caldi ed intensi (esempio A). Quando invece la musica rallenta e sceglie tonalità minori (esempi B e D) si prediligono colori scuri, grigi e freddi. Per musiche particolarmente complesse ed energiche, come l'esempio C, invece sono stati scelti colori come il nero e il rosso. L'esempio E è il più complicato perché è veloce ma sceglie tonalità minori e ritmi afro-cubani: i colori predominanti sono molto caldi, vivaci e “piccanti”. Volendo riassumere: i fattori che potrebbero influenzare la scelta di un colore sono la velocità, l'intensità, il volume, la tonalità, le armonie, la complessità e la nitidezza. C'è un altro fattore molto importante: le emozioni. Possiamo definire A felice e forte, B triste e debole, C arrabbiato, D calmo ma leggermente triste.

Quella tra musica e colori, ovvero tra udito e vista, non è l'unica associazione che facciamo. Si possono creare dei collegamenti tra tutti i nostri cinque sensi (vista, tatto, udito, gusto, olfatto). È comune, ad esempio, ricollegare l'immagine di un vetro che si rompe al rumore prodotto dei tanti pezzi che cadono a terra. Questo accade perché il nostro cervello è portato ad avere un'attività multisensoriale continua per riuscire a rispondere a tutti gli stimoli che ci bombardano ogni giorno. Tuttavia non è perfettamente chiaro il meccanismo biologioco alla base della cromestesia: secondo alcuni studiosi è un collegamento tra la corteccia visiva primaria ed l'apparato uditivo; secondo altri è un sistema molto più complesso che comprende molte altre parti del nostro cervello.

Per comprendere tale processo può essere utile mettere a confronto come una persona “sinestetica” risponda ad un determinato stimolo musicale rispetto ad una “non sinestetica”. La similarità dei processi che coinvolgono queste due tipologie sembra suggerire che la cromestesia dipenda dall'attività neuronale che media aree diverse del cervello, come l'amigdala o altre parti del sistema limbico, e non dalla diretta connessione tra diverse cortecce. Questo significherebbe che dipende direttamente dai sistemi cerebrali che regolano le nostre emozioni.

In definitiva, la scelta di un colore associato ad una musica dipende sia dalle caretteristiche intrinseche musicali, sia dalle emozioni che queste suscitano nell'ascoltatore. Come ciò avvenga non è chiaro, ma l'ipotesi è che si tratti di una sorta di antropomorfismo musicale: noi percepiremmo la musica come se fosse una persona che, comportandosi in un determinato modo, esprime delle emozioni.

(fonte)

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L'articolo Che colore ha la musica? di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2015-07-23 11:39:00

Tag: scienza

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