leggi il Track by Track e l’intervista a Dario Brunori e Taketo Gohara
guarda le foto esclusive della registrazione del disco

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VOL 3
BRUNORI SAS
IL CAMMINO DI SANTIAGO IN TAXI

era solo per te, che scrivevo cazzate su un foglio a quadretti e canzoni in barré

 

IL CAMMINO DI SANTIAGO IN TAXI - TRACK by TRACK


01. Arrivederci tristezza

È la canzone madre che ha generato quasi tutte le altre. L’ho scritta in dieci minuti in preda ad una sorta di ribellione ironica verso il mio cervello razionale e la mia tendenza ad analizzare, a calcolare, a ridurre tutto a materia e numeri. La marcia finale è quasi un trionfo, seppur parziale, del sentimento sulla ragione.

02. Mambo reazionario

È uno dei miei pezzi “sfottenti”, una critica leggera (ai miei occhi più efficace) per descrivere l’uomo odierno in balia degli eventi. Quel che prendo in giro è un personaggio somma di tanti soggetti, me compreso. Alla fine me la rido un po’ di quest’epoca che riesce a frullare tutto in un unico pastone: ideologie, simboli, religioni, Fidel Castro, Che Guevara e Beyoncè. Tutto e il contrario di tutto, senza alcuna titubanza.

03. Kurt Cobain

Brano stimolato dalla visione di un documentario sugli ultimi giorni di vita del leader dei Nirvana. Una storia, la sua, che mi ha sempre colpito, al di là dell’ovvio aspetto tragico, soprattutto perché trovo sia emblematica, così come la vicenda di Marylin, di quanto Pasolini diceva circa il successo:
“Il successo non è niente. Il successo è l'altra faccia della persecuzione. E poi il successo è sempre una cosa brutta per un uomo.”
Il pezzo richiama la necessità di andare “dietro le quinte”, di osservare l’altalena fra profondità e superficie. Addormentarsi felici o soffrire per restare svegli?

04. Le quattro volte

Il titolo è lo stesso di uno splendido film di Michelangelo Frammartino, regista di origine calabrese, che ha impresso in pellicola uno dei più bei racconti sulla ciclicità della vita.
Una specie di “Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera”, ambientato nella provincia calabra. La canzone ha lo stesso tema portante. Nelle strofe gli obiettivi di una determinata stagione della vita, nel bridge il ciclo delle stagioni, la routine, gli eventi che si ripetono uguali e nel ritornello un semplice invito a considerare una possibilità altra.
È un brano davvero molto semplice, ma lo sento molto mio.

05. Il santo morto

Qui mi sono divertito a mettere insieme immagini differenti, come fosse una sorta di zapping, o meglio, come il saltellare su web da un link all’ altro senza un’apparente logica di fondo. Il neo-paganesimo, l’idolatria della “gioventù”, gli accostamenti improbabili, il crollo delle istituzioni. Voli pindarici uniti dall’ironia di fondo in ciascuno dei ritratti sociali rappresentati. Devo a Teleradio Padre Pio la scintilla dell’ispirazione iniziale e alle tv commerciali quasi tutto il resto.

06. Il manto corto

(strumentale)

07. Maddalena e Madonna

Brano abbozzato due anni fa e mai portato a compimento, perché dentro di me si agita un “Dario” che detesta l’attitudine nostalgica e passatista e un “Dario” che ci starebbe a mollo dalla mattina alla sera. Essendo l’unico episodio del genere, alla fine ho fatto la pace fra i vari me e l’ho chiusa. E poi è una storia romantica: a metà disco, è come il pop corn fra primo e secondo tempo. Mi piace sottolineare che l’arrangiamento nasce da un’idea di Taketo e dal genio giocoso dei musicisti della band. Io ho solo suonato il piano e quando sono tornato un paio d’ore dopo, ho trovato questo piccolo gioiellino di fiati, archi, giocattoli e rumori.

08. Nessuno

E’ una confessione, un piccolo atto d’amore nei confronti della mia onestà intellettuale. Un modo per non prendermi in giro da solo. È un’analisi lucida dei miei comportamenti mondani e del mio dietro le quinte. Non che sia cambiato molto, ma la canzone è lì come un monito, come una sorta di promemoria.

09. Pornoromanzo

Devo confessare di aver riscritto questo brano negli ultimissimi giorni di missaggio del disco. Avevo una bozza un po’ folle, piena di immagini sconnesse: una mezza canzone d’amore che faceva un po’ sorridere per il nonsense di fondo. Poi una sera leggo un articolo di cronaca, riguardo uno dei tanti e tristemente attuali “delitti passionali”. Nel rifletterci su, ho pensato a “Lolita” di Nabokov. Un libro di cui conosco la trama, ma che non ho neanche letto, tra l’altro. Ne è venuto fuori un testo un po’ pruriginoso e scuro, che cozza con il clima “love boat” della melodia.

10. La vigilia di Natale

È nato un po’ come “il giovane Mario”, brano d’apertura del mio album precedente. Uno di quei brani che ho scritto con il meccanismo che gli inglesi definirono di “imaginary sympathy”. La normalità che t’ingoia, la famiglia, il lavoro, le rivoluzioni sedate a colpi di cenoni, pasquette e vacanze al mare. Il desiderio di fuga. Il sapore delle cose che non tornano mai. Penso sia il pezzo più amaro e disilluso del disco.

11. Sol come sono sol

È la storia, non del tutto fantasiosa, di un uomo abbandonato sull’altare. Un valzerino malinconico e poetico su un matrimonio fallito e sul fallimento del matrimonio.
Volevo che fosse, seppur nel dramma di fondo, comunque una canzone d’amore.
La registrazione presente sul disco è una presa diretta pura, suona un po’ sbronza e zoppicante. L’abbiamo tenuta proprio per questo, superando la tentazione delle sovraincisioni. Da questo punto di vista, è il brano più rappresentativo del clima in cui si sono svolte le registrazioni in chiesa.

 

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L’intervista a Dario Brunori e Taketo Gohara
sulle registrazioni di “Il Cammino di Santiago in Taxi”

Il 4 febbraio uscirà "Vol. 3 - Il cammino di Santiago in taxi", terzo album della Brunori SAS. Per scoprire qualcosa di più sull'album abbiamo intervistato Dario Brunori e il produttore Taketo Gohara, che ha registrato il disco in un convento in Calabria.

Quando hai pubblicato su Facebook l'annuncio dell'uscita del disco hai raccolto in pochi minuti tantissimi like e condivisioni. Questa cosa ti fa sentire sotto pressione?
Brunori: No, sotto pressione no, anzi, sono felice, perché in questo periodo ho ignorato i social network e mi sembrava strano ricevere questa accoglienza proprio lì. Sono felice che ci sia un po' di attesa, ma non mi sento sotto pressione.

Cosa ti aspetti da questo album?
Brunori: Mi aspetto ovviamente che la gente si renda conto del capolavoro che è (ridono, NdA) e che i "Mi piace" si moltiplichino e diventino almeno cinque volte quelli attuali, questo mi aspetto.

Tre cose che ci sono in questo disco e che non c'erano nel precedente.
Brunori: Rispetto al precedente, questo disco lo trovo più corale, meno da cantautore e più da band. Ci sono molti episodi più asciutti e improntati sul piano-voce, ma si sente molto l'atmosfera da gruppo. Con "Vol. 2" la canzone veniva da me e poi si faceva l'arrangiamento con musicisti "esterni".

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