Donato Epiro - È musica pop, a suo modo

Come partire da Beyoncé ed i Matia Bazar e finire nel noise e nell'elettronica sporca. Donato Epiro è uno dei nomi che più ci ha stupito quest'anno. La nostra intervista.

Donato Epiro racconta la sua prima prova da solista "Fiume Nero"
Donato Epiro racconta la sua prima prova da solista "Fiume Nero"

Subisce le fascinazioni della library music, del noise, dell'elettronica più sporca e della musica cinematica. Ma Donato Epiro assicura di non essere un nerd tutto synth, macchine vintage e rumore: tra i suoi ascolti trovano spazio la pop music più sfacciata e i grandi classici della musica italiana. L'intervista di Francesco Fusaro.

Forse sarà per il titolo che hai scelto, "Fiume Nero", ma nel tuo disco sento convergere molti affluenti musicali diversi. Il modo in cui hai intercettato questi stimoli mi sembra però peculiare.
Credo di capire quello che vuoi dire. Il materiale contenuto nel disco risale circa al 2008 o 2009 e ho preso la decisione di pubblicarlo su di un unico formato perché sentivo che poteva essere il momento giusto per farlo, nel senso che ora mi sembra che ci sia attenzione per quel suono, una confluenza insomma che sta un po' sbocciando. Sicuramente è servito anche il fatto che potevo sfruttare l'interesse creato con l'altro mio progetto musicale, Cannibal Movie. "Fiume Nero" ha dentro un po' di tutto, dalla library music, che come avrai capito mi interessa moltissimo, alle esperienze che stavo facendo in quegli anni attorno alla Not Not Fun, anche se con loro non ho mai pubblicato niente. Le cose che si possono sentire nell'album erano uscite in parte in cassetta e in parte su cd-r per la Stunned Records, etichetta californiana curata da Philip French, tastierista dei Magic Lantern in cui suona anche Sun Araw. Stiamo parlando dunque di elettronica sporca, di noise, di edizioni in cassetta e in parte anche in vinile, in cd-r, con edizioni sporchissime che giravano soprattutto all'estero ma non perché ci fossero problemi con l'Italia ma perché ho iniziato ad avere quei contatti ed è stato più facile lavorare con loro. Ho conosciuto musicisti italiani proiettati un po' verso l'estero; legandomi a loro ho avuto più facilità a gestirmi in quel modo. Ti parlo principalmente di Fabio Orsi e Valerio Cosi, due conterranei; poi Antonio Gallucci e i ragazzi della Palustre Record di Ravenna; Salvatore Borrelli, giornalista di Soundzine che pubblicava come (etre) e sotto altri pseudonimi e che per me è stato molto importante; e ovviamente Andrea della Black Moss che mi ha pubblicato e che è quasi un fratello...

... un sottobosco di nomi ed etichette, insomma.
Sì, anche io ho avuto un'esperienza in questo senso con la mia etichetta, la Sturm und Drugs che poi ho chiuso perché non riuscivo a dedicarla la giusta attenzione. Il gruppetto di musicisti insomma era folto ma in Italia sembrava non riuscisse veramente a venire fuori.

Come mai secondo te?
Be', sicuramente si trattava di gusti musicali. All'epoca andava molto indie rock e post rock... E poi forse si trattava anche di un ricambio generazionale che doveva ancora avvenire. Ora mi sembra che l'interesse ci sia, come ti dicevo.



Rispetto a Donato Epiro che cosa sono i Cannibal Movie? Un progetto ideato intorno all'organo e alla batteria mi sembra interessante.
Sì, insieme a Gaspare Sammartano ho portato dal vivo questo duo dove io suono un Eko Tiger del '71, uno strumento non proprio maneggevole, e lui la batteria. La cosa è andata così: era un periodo in cui non componevo più nulla e l'idea di non mettersi in studio a scrivere musica elettronica come normalmente si fa (sampling, editing ecc.), ma piuttosto di trovarsi a suonare in sala prove (ma anche dal vivo) mi attirava. Mi serviva per continuare a fare musica, a stare nell'ambiente. Gaspare mi ha completato anche per la parte di promozione musicale, mentre per il discorso musicale ci siamo trovati ad improvvisare mantenendo però presente la dimensione melodica della musica, nonostante l'uso pesante delle distorsioni e il modo "selvaggio" che lui ha di suonare la batteria.

Immagino che tu abbia una preparazione musicale alle spalle...
Non avevo mai suonato l'organo però sì, ho una formazione come flautista classico. Ho fatto studi fin da piccolo ma senza arrivare a diplomarmi perché in prossimità della fine avevo già cominciato a suonare basso e chitarra in altri gruppi. C'è poco tecnicismo in quello che faccio ma certo la mia preparazione in quell'ambito mi è servita soprattutto a livello di forma mentis. Anche quando lavoro per altri come arrangiatore quel metodo mi serve.

Tornando a "Fiume Nero", io ci sento due tensioni polari: da una parte l'uso del rumore e dall'altra quello delle percussioni.
Sì, c'è l'interesse per i lavori di library music un po' esotica come quelli di Umiliani ma anche di Amedeo Tommasi, di Alessandroni, però mischiati con il noise americano. In effetti come dicevi nella recensione si tratta di scarti: alcune cose le ho suonate io ma molte le ho trovate in rete fra archivi di field recordings e Youtube. L'idea era proprio di dare questo senso di saturazione e di smarrimento uditivo. È tutto definito però come offuscato, magmatico.

A me viene in mente un po' Pollock, che lascia sulla retina di chi lo guarda per un istante una sorta di impressione visiva, ma che poi constringe l'occhio a concentrarsi su un particolare piuttosto che su un altro.
Guarda, mi sembra un paragone perfetto, te lo avrei citato io come possibile riferimento nelle arti visive.

Vorrei provare a riflettere allora su questo discorso di smarrimento di cui dicevi. Penso all'universo dei blog dove nello stesso contesto puoi trovare l'ultimo singolo di Rihanna e l'ultimo ep del misconosciuto produttore elettronico. E penso a come possa essere recepito questo blob di informazioni sonore (amplificate dai social network) da parte dell'ascoltatore.
Guarda, io tendo a catalogare gli esempi che citavi sempre come pop music. Gli stessi Cannibal Movie sono pop dal mio punto di vista. E se vuoi anche "Fiume Nero" alla fine non è niente di nuovo, è roba che è già stata masticata se capisci che cosa intendo. È musica popolare e fra l'altro, per dirti, proprio negli spostamenti per le ultime date che abbiamo fatto con Cannibal Movie ascoltavamo il disco di Beyoncè. Quel tipo di produzione mi piace molto e ho in progetto anche di lavorare con una cantante. Non avrei difficoltà a continuare a fare quello che faccio e a lavorare anche su altri versanti. Ti faccio ancora qualche esempio di produzioni che mi affascinano moltissimo: le cose dei Matia bazar fatte con Mauro Sabbioni, oppure il disco di Milva scritto da Battiato insieme a Giusto Pio... Quest'ultimo è un discone per me.



Mi sembra insomma che c'entri ancora un discorso di rimasticamento musicale...
Sì, che è una cosa che riguarda un po' tutta l'hauntology italiana. Penso ad esempio agli Heroin in Tahiti che sono un progetto che sento particolarmente vicino.

Quello che intendevo dire prima è che forse c'è bisogno di dischi che, per come la vedo io, pongono l'ascoltatore di fronte a qualche domanda più che a qualche risposta. Per me questo è stato il caso di "Fiume Nero".
Sì, capisco quello che intendi ma devo dire che non c'è stata programmazione da parte mia in tal senso. Come ti dicevo quando ho messo insieme il materiale per "Fiume Nero" ho fatto una cernita fra le cose che avevo fatto e ho toccato con mano che certe cose erano invecchiate male perché magari tendevano a guardare a certe esperienza musicali altrui, mentre altre ancora avevano resistito al passare del tempo e potevano plausibilmente uscire come se fossero state composte poche settimane prima.

Vedi, io credo ci sia sempre più bisogno di musica che possa invecchiare bene.
Eh ma per un musicista non è sempre facile lavorare così, è comprensibile che ci si faccia anche influenzare da quello che sta succedendo musicalmente al momento. Prendi di nuovo ad esempio il mio caso: paradossalmente il fatto di essere stato fermo per un po' di tempo mi è servito per evitare di saltare su questo o quel carro. Quando la Not Not Fun stava riportando l'interesse attorno alle sonorità di certi synth o di certe batterie elettroniche io avevo cominciato ad andare un po' in scia, però poi mi sono fermato e sono riuscito a dare un formato discografico ai brani scelti per questo disco, come già ti dicevo.

Immagino che allora tu sia tornato a lavorare grazie a questo disco.
Sì, innanzitutto ho cominciato a lavorare alla versione live di "Fiume Nero" sempre con Gaspare con me sul palco. Poi ho qualcosa a cui ho già lavorato, cose molto diverse, però non so ancora in che direzione andrà perché ho in mente diversi approcci compositivi e devo capire che cosa fare, se dividermi ancora su diversi progetti o se invece tentare di far convivere nello stesso contesto musicale tensioni diverse.

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L'articolo Donato Epiro - È musica pop, a suo modo di Francesco Fusaro è apparso su Rockit.it il 2014-05-21 00:00:00

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