Moustache Prawn: mondo naif

Non fanno 60 anni in tre: tanto spirito naif, gusto per il nonsense e la bella capacità di scrivere canzoni istantanee e fulminanti. Una delle migliori scoperte del 2011.

Due devono diplomarsi, l'altro va all'università. Due hanno i baffi, uno proprio non vuole saperne. Hanno spirito naif da vendere, e all'inizio non credevano nemmeno di esser capaci di scriver canzoni. Insomma, risposte leggere e attitudine svagata, ma non c'entra con il talento, quello c'è. Sono finiti nel nostro Spinga Signora Spinga, le migliori promesse scoperte nel 2011. Letizia Bognanni ha intervistato Leo Ostuni.

 

Raccontami qualcosa del gruppo, chi siete, cosa fate, da dove venite?
Va bene... suoniamo insieme da tre anni, abbiamo cominciato col registrare dei pezzi su internet con strumenti orribili, poi abbiamo partecipato a Italia Wave e abbiamo scoperto che i nostri pezzi erano belli.

Quindi prima suonavate pensando di fare schifo?
Sì, l'abbiamo sempre pensato. Poi, registrando, ci siamo accorti che potevamo fare qualcosa di più, e abbiamo iniziato a prendere le cose più seriamente.

Ma non troppo: la vostra biografia “ufficiale” su internet è tutto tranne che seria: si parla di bolle di sapone in fondo al mare, baffi che cadono su un gambero che passa di lì... Da dove viene questo immaginario fra il surrealista e lo psichedelico?
Sì, in effetti non siamo seri per niente! Per noi è un gioco, cerchiamo di prendere la musica senza troppo impegno e suonare quello che ci viene meglio al momento, senza troppi fronzoli. Per quanto riguarda la storia dei gamberi coi baffi e le altre stranezze... è che ci piacciono le cose che non hanno senso, andiamo matti per filastrocche e nonsense, come si può notare anche in alcuni testi del disco.

Chi li scrive?
Io. Molti di loro parlano di persone abbastanza fragili che affrontano varie situazioni, per esempio la cecità, o la malinconia, o fatti commessi in passato. Altri invece sono scritti semplicemente per adeguarli alla musica.

Quindi non sono poi tutti così giocosi.
Alcuni sono più seri e profondi, altri parlano di donne barbute e cavalli, illusionisti e cose del genere.

Da dove viene l'ispirazione? Hai qualche rituale di scrittura, metodi strani?
Credo di no. Di solito mi metto un po' di musica e inizio a scrivere. Le situazioni non sono personali, sono fatti di pura invenzione, ma mi influenza molto il posto in cui li scrivo, il tempo che fa, la luce che c'è nella stanza... se piove e c'è poca luce i testi sono ovviamente più tristi. Se scrivo in camera mia, dove ci sono poster e fesserie varie, mi vengono fuori idee più strane.

Invece per la musica? Io la trovo interessante perché è abbastanza variegata, fra il brit e il blues. Avete gruppi di riferimento?
Siamo molto affascinati dalla musica inglese tipo Arctic Monkeys, Franz Ferdinand, Late Of The Pier etc. Ci piace la musica lo-fi, per esempio Microphones, Neutral Milk Hotel, e cose più acustiche tipo Syd Barrett o Kings Of Convenience. Poi il funky, perché è divertente da suonare. Ma il nostro gruppo di riferimento restano i Radiohead.

E il titolo del disco? Anche quello è molto british.
L'abbiamo chiamato così soprattutto perchè i biscotti ci piacciono molto, e poi in inglese è piacevole da pronunciare. Nella fantabiografia avevamo scritto che sarebbe uscita una scatola di biscotti, e così è stato. Questa cosa dei biscotti sarà presente anche nel videoclip che stiamo girando.

Di quale canzone?
“Never Think So Long”. Sarà un videoclip molto divertente, ma nello stesso tempo abbastanza malinconico, un po' come sentiamo che sia la nostra musica.

Chi è che vi ha fatto capire che non facevate così tanto schifo? Avete un produttore, qualcuno che vi “guida”?
Ultimamente molte persone si sono interessate a noi, e abbiamo un contratto di booking per le serate. Dobbiamo ringraziare Gianluigi Strafella che ci ha trovato uno studio e Maurizio Sacquegno che ha registrato il disco, essendo noi molto giovani (Io ho 20 anni, Ronny e Giancarlo 18) ci hanno dato un po' della loro esperienza. Ci è stata utile ma non ci siamo lasciati influenzare troppo, non ci va molto che si metta naso nella nostra musica più di tanto: siamo abbastanza sicuri di quello che suoniamo e di quello che volevamo esprimere nell'album.

Mi piace molto anche la copertina, chi l'ha realizzata?
La copertina l'ha fatta Eta, è davvero brava. Ma non è quella definitiva, la vera copertina, che sarà disegnata ancora da lei, raffigurerà un uomo in un viale con la testa di biscotto e un uccellaccio che lo becca.

Impegni di studio permettendo (Leonardo va all'università, gli altri due devono diplomarsi), avete previsto un tour?
Sì a febbraio dovremmo fare un minitour tra Torino, Milano, Roma e Bologna. Stiamo aspettando di presentare ufficialmente il disco, adesso a gennaio, poi ce ne andremo un po' a spasso.

A parte il famoso e cruciale Italia Wave, avete suonato molto dalle vostre parti?
Sì, abbiamo fatto un bel po' di serate, abbiamo aperto il concerto dei Diaframma e Hugo Race, il chitarrista di Nick Cave, ci siamo mossi molto tra feste dell'università e festival regionali. Devo dire però che non abbiamo ancora imparato a parlare con il pubblico, dal vivo siamo di poche parole.

L'importante è che parli la musica.
Certo. Poi, tornando al discorso precedente, ultimamente c'è parecchio fermento da queste parti dal punto di vista musicale... in effetti la Puglia sembra un mondo a parte rispetto al resto del sud, o meglio, alcune zone sono davvero differenti da tutto il resto.

La vostra rientra in questo quadro di vivacità?
Nel nostro paese (Fasano) ci sono pochi gruppi e non c'è tanto spazio per suonare. Però ci troviamo in una zona (tra Brindisi e Bari, e Lecce non è poi così lontana) che ci ha permesso di esprimerci.

Fra l'altro, prima quando si parlava di Puglia e musica si finiva sempre a pizzica o reggae, ultimamente mi pare che ci sia una scena dal gusto più internazionale.
È verissimo. Specialmente nel Salento si trovano reggae e roba del genere, ultimamente però si è formata una piccola nicchia di gruppi indie che sta si sta espandendo, e sono contento per questo perché a noi il reggae proprio non va giù.

La domanda della vita: voi ce li avete i baffi?
Quando abbiamo trovato il nome, nessuno dei tre ce li aveva. Dopo un anno abbiamo deciso di provvedere, tranne il batterista, che non ne vuole sapere, ma stiamo facendo di tutto per convincerlo. Il bassista l'ha presa seriamente e adesso porta solo baffi. Poi i baffi sono la parte di peluria più bella.

Ultimamente sono molto trendy.
Sì è vero, è la moda del baffo, speriamo di poter cavalcare l'onda.

A proposito di onde: noto, sempre nella biografia pazza, tanto mare. Siete i tipi che non sanno stare lontano dalla spiaggia, anche surfisti magari? (il surf va di moda, come il baffo).
No, è esattamente il contrario: noi amiamo l'inverno, infatti vogliamo trasferisci in qualche paese scandinavo perché c'è un sacco di neve. Tuttavia siamo affascinati dal mare e dalle creature che ci sono all'interno, e poi Moby Dick e le ostriche e i calamari e tutta questo tipo di cose ci piacciono molto. Solo che non ci piace l'estate e odiamo il caldo, e al mare non ci andiamo quasi mai. Però dal punto di vista musicale il genere Surf ci piace molto, ma quel surf un po' più scuro tipo i Beach Fossils.

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L'articolo Moustache Prawn: mondo naif di Letizia Bognanni è apparso su Rockit.it il 2012-01-04 00:00:00

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