Maria Antonietta - Sono una donna, non sono una santa

Un anno a buttarsi via, prendendo pillole, bevendo e altro. Poi la riscoperta della religione, il vero amore, e capire cosa si vuole fare nella vita. In breve è quello che è successo a Maria Antonietta, autrice di uno degli album più interessanti e più coraggiosi usciti ultimamente

Un anno a buttarsi via, prendendo pillole e altro. Poi la riscoperta della religione, il vero amore, e capire cosa si vuole fare nella vita. In breve è quello che è successo a Maria Antonietta, autrice di uno degli album più interessanti usciti ultimamente. Non è facile mettersi a nudo, a maggior ragione se sei donna. Lei invece, con un coraggio che non ti aspetti, ti racconta di un periodo a suo modo molto importante, necessario. E ora può dire cosa la rende felice. L'intervista di Sandro Giorello.
 

Queste canzoni parlano solo di un cazzo di argomento?
Beh, si sostanzialmente si. E' un disco, diciamo, molto monotematico. Parla dell'ultimo anno della mia vita, quindi, sostanzialmente, delle emozioni e delle sensazioni che ho provato in quell'anno. E' un qualcosa di molto specifico, quindi un cazzo di argomento: la mia incapacità di accettare la realtà.

Hai 23, 24 anni?
24! Almeno quando canto che a “23 anni non so ancora come ci si comporta” continuerò a dire 23 per sempre (ride, Ndr).

E' tutto vero quello che scrivi nelle tue canzoni?
Purtroppo, si (ride, Ndr).

Anche le pillole?
Purtroppo si, non le prendo più ora. E' stato un anno molto doloroso, per sopportare alcune cose devi trovare dei rimedi. E' sbagliato, ovvio, l'ho capito dopo, lì sul momento mi sembrava l'unica soluzione.

Nel '93 quanti anni avevi?
Avevo sei anni.

Ecco, a sei anni ti drogavi già?
No Sandro, ovvio, ma sappi che io non dico mai bugie (ride, Ndr). Quella (”Estate del '93”, Ndr) l'ho scritta in un momento di depressione dove mi era tornato in mente questo flash di me ai giardini comunali di Villa San Martino, che era il quartiere di Pesaro dove abitavo da piccola, ci andavo sempre a festeggiare i compleanni o ci passavo i pomeriggi con le mie amichette. Quando ho scritto il pezzo mi è tornato in mente questo momento di me felice, al sole e tranquilla nei giardini pubblici.

Hai capito dove voglio arrivare, te lo richiedo: tutte le cose che hai scritto sono accadute davvero? Dove finisce il romanzo e inizia la realtà?
Purtroppo è realtà. O meglio, non so se dire purtroppo... sono consapevole di aver fatto cose... non brutte o belle... non è così importante giudicarle. Sicuramente hanno minato il mio equilibrio mentale, ma se non le avessi vissute ora non saprei cosa mi rende felice sul serio.

E cosa ti rende felice sul serio?
Eh... Avere un progetto nella vita, sapere cosa mi piace davvero e, soprattutto, essere innamorata di una persona, questo cambia tutto.

Mentre prima dei 20 non avevi capito nulla della vita?
Sostanzialmente fino allora avevo fatto solo una serie di grossi errori. Ho vissuto anche delle cose belle, ma mi capitavano per caso.

Quindi sei cresciuta. In una nostra intervista avevi detto che adoravi l'adolescenza perché “santifica ogni cosa”, e tu alla parola “santificare” dai un certo peso. Oggi è ancora vera quella frase?
E' ancora vera. Se canti di determinate cose, in qualche modo le santifichi, anche se sono cose brutte o impure. Le salvo, dai, non le salvo?

Lo chiedi me?
Le salvo dai... (ride, Ndr).

La tua fascinazione per l'agiografia continua?
Ho fatto un percorso spirituale, non mi dico credente perchè alcune cose non le ho ancora accettate, ma sono molto vicina all'essere credente.

Intendevo il tuo interesse per le sante.
Le sante sono assolutamente un punto di riferimento per me, soprattutto Giovanna d'Arco, infatti il disco è uscito il 6 gennaio, che è il giorno di nascita di Giovanna. Non è un esempio retorico, del tipo: è un personaggio fico da mettere nelle canzoni perchè fa fichi, a me aiuta quella persona lì. E' un esempio reale, per la mia vita intendo, per il modo che ho di comportarmi, per quello che faccio. Quando mi trovo di fronte a una cosa che mi sembra più grande di me e temo di non farcela, penso a quello che ha fatto lei e mi rispondo: e io non riesco a fare 'ste due stronzate oggi? Così le faccio.

Tuo padre dipingeva immagini sacre vero?
Si, sicuramente ha influito, soprattutto quando ero piccolina, ancora adesso casa mia è una tempesta di immagini sacre e di libri sull'arte medievale. Quando ero piccola il mio babbo mi portava a visitare le abbazie, le chiese, i musei. Sono stata da subito bombardata da questo tipo di immaginario, sicuramente ha avuto un suo peso.

Hai mai scritto canzoni che non parlino di te?
No, mi sentirei ridicola. Non mi sento in grado di parlare di cose che non conosco, e l'unica cosa che conosco... conosco... diciamo che ho una vaga esperienza di me stessa.

Quindi quando canti di Maria Maddalena in realtà sei tu? Ti sei già fatta santa prima del tempo? Umile...
(Ride, Ndr) No, quello è un personaggio che mi ha dato molta forza, è stato ed è un mio riferimento, sopratutto dopo un anno come quello che ti ho raccontato. Parla di me in quel senso, è la prova reale di come chiunque possa ricominciare da capo, e ricominciare puro, qualsiasi cosa abbia fatto o provato, anche cose tremende o squallide. E' un personaggio bellissimo, ti riempie di speranza.

Scusa, mi sono perso un passaggio, sei credente? Vai in chiesa?
Si, quando prima ti parlavo di “percorso” intendevo anche un percorso di tipo istituzionale, certo.

Hai fatto la cresima?
Si, ho fatto tutto. Non mi posso definire credente, sarebbe un'offesa nei confronti di chi frequenta e si confessa puntualmente... su alcuni dogmi sono ancora un po' scettica ma, per dirti, a messa mi capita di andarci e mi fa stare bene.

(Silenzio, Ndr)
E' un percorso molto personale, fino ad un paio di anni fa pensavo: non ci andrò mai, mi faceva ridere, mi sembrava una cazzata. Vado in chiesa a far cosa? Mi dicevo. Poi ho capito che stavo meglio se ci andavo, perchè no quindi.

A scuola come andavi?
Ero la prima della classe, una secchiona che non ti immagini. I primi anni del liceo ero sempre in casa a studiare, non avevo molta vita sociale. Poi anche dopo, quando ho iniziato ad uscire, ero comunque molto restia a condivide le cose con gli altri. Tendevo a vivere in un mondo tutto mio. Ho imparato ad aprirmi un po' di più quando ho iniziato a suonare, perchè lo si impara, non è una cosa puoi dare per scontato.

E' vero che è stato Bob Corn a convincerti che avevi il talento per fare musica?
Ma si... l'ho consciuto a Verona. Uno dei mie gruppi preferiti sono i Parenthetical Girls: nel 2007 mi sono seguita tutto il loro tour, un concerto lo apriva Bob Corn, e sono rimasta affascinata da quest'uomo, era forte, era un figo. Già quella sera abbiamo iniziato a parlare un po', l'ho ribeccato alla data successiva e quella sera gli ho detto: ma lo sai che io scrivo canzoni? Certo in camera mia, non penso abbiano un senso. E lui mi ha risposto: tu hai la faccia simpatica, sicuramente scrivi delle belle canzoni. La prossima settimana vieni a Modena e le registriamo. Vieni su, beviamo un po' di Lambrusco e le registriamo.

Ci stava provando dai...
No dai, figurati. Le abbiamo registrate davvero.

Da quanto scrivi canzoni?
Le scrivo da parecchio tempo, ma sono solo 2 anni e mezzo che lo faccio con un minimo di progettualità e con l'interesse di suonarle davanti ad un pubblico.

Quando ci metti scrivere un testo?
Cinque minuti. Sono molto veloce, sono canzoni tutte molto semplici non è che richiedano...

Alcune sembrano quasi sgrammaticate, altre sono più eleganti. E' voluto?
Penso sia piuttosto casuale, poi alcune mi richiedono più tempo di altre, ma non è perchè le voglio più eleganti o cosa, è solo perchè la botta iniziale che mi ha portato a scrivere quel pezzo era forse meno forte. Ci sono cose traumatiche che se non le scrivo subito sto male, su altre sono più riflessiva. Sono tutte di scritte di pancia, non c'è molto calcolo, a volte, a posteriori, mi sono accorta poi di aver esagerato.

Non hai paura che lo giudichino come il diario di un'adolescente annoiata e in cerca di qualcuno che la compatisca?
Sostanzialmente... io penso che chiunque scriva cose vere non debba avere paura di quel tipo di critica.

E quest'immagine da bambolina sexy in copertina?
(Ride, Ndr) No dai, cazzo, in copertina c'ho una pellicciotta... io quando esco di casa, per andare a far la spesa o per andare a lezione all'università, mi vesto in certo modo, sul palco cosa faccio, salgo castigata? Sarebbe una presa per il culo.

Metti in conto che un uomo si possa eccitare nell'ascoltare queste canzoni?
Dev'essere proprio un poverino... Voglio dire, nel 2011 non mi sembra di proporre chissà cosa...

Non intendevo dire che siano cose trasgressive. Certo è che ti metti a nudo, ci sono frasi forti...
E' la realtà. Fare l'amore... mi sembra l'abbiano provato un po' tutti...

Più che storie d'amore sembra una puntata di Skins.
Non mi sembrano concetti così trasgressivi...

Di nuovo, non voglio dare un giudizio, figurati se mi interessa. Molto semplicemente: era da tempo che non si sentivano canzoni che andavano oltre la storiella d'amore. Hanno una carica erotica, e non è solo perchè parli di sesso, ma perchè lo mischi ai sentimenti, al desiderio, ad un immaginario fucked up...
Guarda, è solo il desiderio di essere amata. Io l'ho capito solo a posteriori: la cosa che ha mosso davvero tutto, alla fine, era un puro e semplice desiderio di essere amata. Volevo solo quello, non cercavo un qualcosa di strano o di malato. Ti dico, ho conosciuto molte altre ragazze che si sono trovate in una situazione come la mia: inizi a frequentare persone diverse, una dopo l'altra, ma non c'è dietro chissà quale logica di trasgressione, semplicemente speri che ogni persona che incontri poi ti ami per davvero. Alla fine ti rendi conto che non ha senso, perchè quello che ti amerà davvero sarà uno e uno soltanto, devi solo incontrarlo. La incontrerai, ma devi essere molto paziente.

E tu l'hai incontrato. Il fortunato quanti anni ha?
Ne ha 30, io 24, dai onesto (ride, Ndr).

Un po' di citazioni: "Come facevo un tempo quando bluffavo meglio", cosa vuol dire?
Voleva dire che fingevo meglio, più passano gli anni e meno sono capace di fingere. Può sembrare un problema ma è una cosa bella alla fine: se sei più sicura di te, non hai bisogno di bluffare, ti fidi di quello che provi, lo dici, e vaffanculo.

"Adesso sai io scrivo canzoni perché credevo che rendesse in qualche modo migliori". I cantautori sono persone migliori?
Lo pensavo, quando ho cominciato mi dicevo: beh, scrivo canzoni divento migliore per forza. Pensavo fosse una cosa da fighi, in realtà non rende migliori.

No?
Ho sempre ascoltato moltissima musica, di conseguenza avevo un sacco di eroi e di eroine che scrivevano canzoni. Poi capisci che quello che sei, rimani. Anche se scrivi canzoni non cambia niente.

Perchè te ti sei affidata a Dario Brunori per le registrazioni?
Sono entrata in contatto con Matteo Zanobini, che è il manager di Dario. Mi seguiva quando cantavo in inglese e un giorno mi aveva detto: se scrivi in italiano magari facciamo un disco insieme. Era un po' che ci pensavo, mi ero stancata, se canti in inglese poi la gente non ti capisce, si crea una barriera tra te e loro e ti assicuro che è frustrante da matti. Allora ho provato, gli ho mandato delle canzoni registrate con il cellulare. Abbiamo fatto il disco, e Dario me l'ha registrato, mi ha suonato anche le chitarre (ride orgogliosa, Ndr). E' una persona splendida.

Cosa pensi di questo passaggio in massa all'Italiano? Non ti immagini quanti gruppi nel 2009 avevano un disco in inglese e ora si ripropongono in italiano...
Per me è positivo, è un segno di maturità, vuol dire mettersi in gioco realmente, perchè a quel punto la gente ti capisce sul serio e se, come nel mio caso, canti cose molto personali sei costretto davvero a tirare fuori tutto il coraggio che hai.

Però ho la sensazione che in molti credano che l'italiano sia l'unica via per poter campare con la musica. Campare poi...
Non deve essere una paraculata, certo. Lo percepisci se qualcuno scrive cose in maniera forzata o cerca di avere un certo immaginario anche se non c'entra niente con lui. Lo capisci, alla fine la gente non è cretina. Nel mio caso è stata una saturazione, io non ce la facevo più, è stata una liberazione.

Perchè si sono sciolti gli Young Wrist?
Un po' anche per questo.

Quando ci siamo visti a Berlino, però, Alberto mi aveva anticipato che stavate pensando di passare all'italiano.
Si, ci abbiamo pensato ma io riesco a scrivere in italiano solo se posso controllare tutto dalla A alla Z. E' un mio limite eh, non c'entra Alberto, ma non riesco a scrivere cose così personali se non sono io che decido ogni cosa. E io non ce la facevo più a catare in italiano, era come bluffare, hai capito? E' stato un dispiacere, oltre ad una grande fatica dirlo ad Alberto, ma io non sono capace di fingere, non posso più fare una cosa che non sento mia.

Che nomi italiani ti piacciono al momento?
Un nome italiano che mi fa impazzire e sto ascoltando da matti sono i 24 grana.

Eh?
Si mi fanno impazzire, lo so che non te l'aspettavi Sandro.

Beh, l'ultimo disco non era così eccezionale.
L'ultimo non l'ho ascoltato, mi sono fermata a quelli vecchi. Li ho scoperti da poco, sapevo che esistevano ma non ho mai approfondito, invece adesso ho proprio perso la testa. Credimi (ride, Ndr).

Ci credo, figurati.

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L'articolo Maria Antonietta - Sono una donna, non sono una santa di Sandro Giorello è apparso su Rockit.it il 2012-01-20 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • ruapehu 12 anni fa Rispondi

    una piacevole scoperta, non la conoscevo; si merita di fare della strada

  • iofelice 12 anni fa Rispondi

    bellissima e bravissima :)