Musica da parati: Carlo Pastore racconta la sonorizzazione di Hotel Senato

Come cambiare le emozioni di un posto durante la giornata attraverso un utilizzo attivo della musica

20/12/2018 - 10:30 Scritto da Vittorio Farachi

Carlo Pastore, tra tutte le cose che fa, è diventato di recente Music Director di Senato Hotel, un boutique hotel nel centro di Milano pensato per essere unico in ogni dettaglio, dal bar alla musica. Perchè un albergo dovrebbe avere bisogno di un Music Director? Noi non eravamo così sicuri della risposta, già questo sarebbe stato un pretesto sufficiente per farci due parole. Si tratta in fondo di cinque playlist per cinque diversi momenti della giornata. E se parlassimo invece del carattere emotivo dato ad un luogo utilizzando la musica come elemento attivo?  Questo è Carlo Pastore che racconta la sonorizzazione di Hotel Senato.

Com'è la realtà di Hotel Senato e qual è il tuo ruolo all’interno?
Senato Hotel Milano è un palazzo - in via Senato, a Milano - che per oltre un secolo è stato residenza privata della famiglia Ranza e che da circa due anni è divenuto boutique hotel, una piccola ma ambiziosa realtà alberghiera che valorizza la propria unicità con un lavoro certosino sulle eccellenze milanesi. La proprietà ha affidato il progetto a un direttore creativo – cosa non usuale, in Italia – che ha poi coinvolto diversi professionisti, ognuno a occuparsi di un ambito specifico. Io sono stato coinvolto in qualità di – squillano le trombe – Music Director.

Ci hai detto come hai passato una giornata a studiare le dinamiche delle persone dentro gli spazi in vari momenti della giornata. Perché quindi partire dallo studio del luogo e solo in seguito lavorare sulla sonorizzazione? Che importanza ha avuto questo nella creazione delle playlist?
Premetto che per me è stata la prima volta nella sonorizzazione di un hotel. Ho pensato dunque fosse fondamentale capire anzitutto quale tipo di respiro avesse il luogo in sé, quali fossero i principali movimenti durante la giornata, che specificità avesse Senato rispetto a tutti gli altri alberghi in cui sono stato da cliente. Ho parlato con la proprietà e con lo staff, ho fatto la pianta insomma, sono stato lì a studiare. Volevo che tutto fosse armonioso, non che ci fosse musica calata dall'alto, appiccicataci sopra.

Ad ogni momento della giornata hai associato anche un tema, in questo modo la sonorizzazione diventa un boost ad un modo di essere in quel momento. Come hai scelto i temi, oltre che osservando? E in che modo pensi che l’associazione ad un tema, la caratterizzazione emotiva oltre che estetica di un posto, possa modificare l’esperienza di un luogo?
Quando ho diviso la giornata in cinque momenti, mi piaceva l'idea di aggiungervi uno strato di profondità, di cucire addosso alla selezione una cornice di senso. Evitare che fosse meccanica fordista, farlo assomigliare più al ciclo vitale. Sono dinamiche impercettibili, ma cambiano tutto. I concetti li ho scelti in maniera assolutamente personale, giocando con le mie sensazioni: la mattina / colazione è “awakening”, il pranzo è “food for thought”, il pomeriggio / cafè è “contemplation”, l'aperitivo è “sparkling” e la sera è “revelations”. Sono tutte parole che ho mutuato dal lessico musicale (“awekening” ad esempio è usatissima nel jazz, “contemplation” ha a che fare con una selezione piena di riverberi). 

L’effetto creato da questa operazione è lontano dallo stereotipo della musica da ascensore, più vicino alla musica vista come un elemento fisico nella caratterizzazione del luogo. Qual è il valore della sonorizzazione con un ruolo attivo rispetto che passivo?
Io trovo davvero assurdo che non si sia ancora capito quale peso importantissimo abbia la selezione musicale nell'esperienza che si fa di un posto. La musica riempie lo spazio tanto e più dell'arredamento. Il lavoro che ho fatto qui è ben diverso dalla “musica per ascensore” o dall'incredibile lavoro ambient di Brian Eno con “Music For Airports”. Il tentativo è stato di portare la contemporaneità, l'internazionalità e il gusto urbano, metropolitano e cosmopolita che si può trovare nelle maggiori città del mondo dentro un luogo piccolo, curato e estremamente milanese come Senato Hotel. Con specificità appunto estremamente locali, che fungono a ricordare che questo non è un non-luogo, ma un posto vero con una storia.

C’è dentro anche tanta roba italiana, solitamente in questi caso tendiamo invece a pescare dall’estero. I clienti stranieri hanno avuto una reazione a riguardo?
Questo bisognerebbe chiederlo ai clienti! Mi dicono bene, soprattutto Venerus e Colapesce, ma forse lo fanno solo perché non capiscono le parole.

Credi che questa operazione possa generare un ascolto distratto o al contrario enfatizzare il valore sociale della musica? Anche quando non siamo noi a scegliere di ascoltarla?
Sono molte le cose che non scegliamo di fare nella vita. A partire dal nascere, per esempio. Premesso questo, c'è da dire che l'ascolto distratto è ovviamente un'opzione assolutamente da mettere in considerazione, da rispettare. L'hotel è un luogo transitorio per eccellenza. Ma al contempo è anche luogo di incontri, di riunioni, di progetti fatti assieme, di momenti indimenticabili lontano da casa. Proprio per questo mi sono messo a disposizione e ho cercato di costruire playlist che fossero ricercate ma inclusive, che considerassero tutte queste dinamiche.

Ci sono dei precedenti a cui ti sei affidato per questo lavoro? Hai un’esperienza tua o sai raccontarci delle situazioni analoghe in posti che conosci?
In realtà no. Ho fatto tutto site specific, senza uno storico particolare. Lavorando in radio da dieci anni, so cosa vuol dire fare una playlist, e la stessa cosa posso dire del MI AMI, che potremmo quasi osare a definire una sonorizzazione live di una venue outdoor. A chi ha velleità di fare questo lavoro bellissimo consiglio di girare il più possibile e usare i propri sensi per capire come si può costruire la magia.

Sul know how, che consiglio daresti a chi vuole fare un’operazione del genere?
Bisogna avere arte, ma saperla mettere da parte. Non sei il dj al centro della pista, sei la carta da parati dei muri e il velluto della sedia.

 

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L'articolo Musica da parati: Carlo Pastore racconta la sonorizzazione di Hotel Senato di Vittorio Farachi è apparso su Rockit.it il 2018-12-20 10:30:00

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