Rocco Hunt - Più grande degli altri

11 anni di rap per 18 anni di vita. Rocco Hunt ha pubblicato il suo nuovo album - ed è solo uno street album, figuriamoci quando farà quello ufficiale - ed ha dimostrato di essere una spanna sopra a molti rapper decisamente più vecchi di lui. Francesco Fusaro l'ha intervistato.

11 anni di rap per 18 anni di vita. Rocco Hunt ha pubblicato il suo nuovo album - ed è solo uno street album, figuriamoci quando farà quello ufficiale - ed ha dimostrato di essere una spanna sopra a molti rapper decisamente più vecchi di lui. Francesco Fusaro l'ha intervistato.
11 anni di rap per 18 anni di vita. Rocco Hunt ha pubblicato il suo nuovo album - ed è solo uno street album, figuriamoci quando farà quello ufficiale - ed ha dimostrato di essere una spanna sopra a molti rapper decisamente più vecchi di lui. Francesco Fusaro l'ha intervistato. - Rocco Hunt

Immagina di essere di ritorno a Milano, saranno massimo dieci giorni fa. Fa caldo, sei fermo a Bologna per il cambio del treno e hai mezz'ora di attesa: perfetta per mangiare qualcosa e chiamare Rocco Hunt, che devi intervistare per l'uscita del nuovo album, “Poeta urbano”. Rocco è giovane, praticamente un adolescente o quasi, mica si formalizzerà se lo chiami dal ristorante in franchising di una celebre catena americana di fast food. Tre minuti e sei di sopra, l'aria condizionata e gli zuccheri mettono di buon umore, altri sette minuti e lo chiami. Segreteria telefonica. Non ci voleva. Ventincinque minuti al treno. Ti rendi conto che Rocco è effettivamente giovane, perché riconosce la tua chiamata e scrive un messaggio dicendo: «Vai richiama».
Pensi: se fossi un giornalista di un grande quotidiano nazionale, magari un filo più anziano, te la prenderesti se un rapper che devi intervistare si rivolgesse a te in questo modo? Fa niente, devi fare l'intervista seduto nel fast food, bibita ghiacciata in mano, basta non perdere il treno.

Richiami: Ciao Rocco, grazie per il tuo tempo. Volevo farti qualche domanda sull'album nuovo, molto solido, complimenti. Lui parla mentre sta camminando, il volume del microfono è a dir poco basso, la comunicazione è vagamente disturbata, lui però compensa con una sincera giovialità. «Grazie mille davvero, sono contento di com'è venuto».

Rispetto alle sonorità che vanno per la maggiore oggi si distingue parecchio per l'approccio old school, o meglio proprio da classico boom bap. Di solito i tuoi colleghi giovani puntano più su produzioni in 4/4, suoni elettronici, le solite cose che vanno da un po' di anni a questa parte.
«Mah, sai, io sono cresciuto con il rap vecchia scuola perché lo seguo praticamente da quando avevo sette anni. Quindi, pur essendo giovane, sono cresciuto con quelle sonorità nelle orecchie, non posso farci niente. Mi sa che i miei punti cardine sono diversi da quelli della mia generazione». Per aiutarti a capire meglio quello che Rocco ti sta raccontando ti sposti all'esterno, sedendoti su un panettone di cemento sul retro del fast food. La musica lì dentro non è che aiutasse molto. Niente orologio, ti tocca sbirciare velocemente il display del cellulare mentre ascolti. Solo venti minuti al treno.

Quale gruppo consideri come un riferimento per la tua musica?
«Sicuramente ti posso dire Co'Sang. Loro mi hanno influenzato molto nella musica rap. Anche se ad essere sincero non è che ho un ricordo preciso rispetto alle prime cose che ho ascoltato in quell'ambito. Ricordo di avere incontrato l'hip hop sulla mia strada e di essermene innamorato, punto. Da quel momento ho deciso che mi interessava fare quello, e quello faccio». Passa una motocicletta tipo Harley che copre per metà le sue parole, tu bestemmi mentalmente. Non c'è modo di avere pace oggi.

Loro sono un riferimento per il rap di Napoli; di recente ho intervistato 'Nto e gli ho chiesto un po' della situazione attuale del sud italia. Tu dove ti trovi ora? Che cosa ne pensi della tua città?.
«Io in realtà non sono di Napoli, sono di Salerno, ma mi ci sono spostato per seguire meglio la mia attività musicale. Sono un nomade, non ho una casa fissa. In questo momento comunque sono a Napoli, sto andando a pranzo. Per quanto riguarda la città, che ti devo dire? Ci sono parecchi problemi, ma non di più di quanti ce ne siano in questo periodo in tutta Italia, se devo essere sincero. Napoli ha i suoi specifici, chiaro».

Ti sei mai trovato in situazioni problematiche? Circostanze che avresti voluto evitare?
 «Per fortuna, da quando ho cominciato ad avere un po' di notorietà con la musica, le persone in giro hanno cominciato a circondarmi di affetto e questo mi ha tenuto lontano dalle occasioni problematiche. Non ti posso dire di aver assistito a cose pazzesche, e questo è un bene, direi». Già dieci minuti al treno, meglio che ti muovi. Il caldo ovviamente non si è mosso di un grado, la borsa pesa, però almeno adesso Rocco è in un punto in cui il cellulare prende bene.

La strada per arrivare ai nuovi binari sotterranei dell'Alta Velocità di Bologna è un dedalo incomprensibile di scale, scale mobili e porte con maniglie antipanico. Tre minuti al treno e ti sei già perso. È Rocco a voler tagliare corto, però: «Senti, ma dobbiamo parlare ancora molto? Perché dovrei andare a mangiare». Sacrosanto, quindi ne approfitti e prendi la palla al balzo: «Guarda, ti richiamo io perché sto per perdere il treno per Milano. Facciamo mezz'ora?». Cade la linea, sei sulle scale mobili che portano al binario, il treno è lì fermo. Grande, ce l'hai fatta. Ma perché le porte sono chiuse e non c'è nessuno in giro? Il treno lentamente parte. Perso. Rocco richiama: «Senti, mi sono liberato, mi aspettano. Se vuoi finiamo ora». Ho appena perso il treno, vado in biglietteria e ti richiamo. Dopo aver cambiato il biglietto, lo richiami.

Scusami ma ero incasinato, dovevo trovare un modo per tornare a Milano.
«Cavolo, spero non sia stata colpa mia! Mi spiace davvero...». In realtà sei tu che ti sei organizzato male. Come se non succedesse mai. «Non ti preoccupare, vorrà dire che sarò a casa più tardi!

Torniamo all'album: mi pare parecchio maturo nei temi trattati. Penso ad esempio a “Io ci sarò” con Reverendo, sembra scritta da un padre, non da un ragazzo di diciotto anni.
«Quella è dedicata a mio fratello che è nato da poco e verso il quale, vista la differenza di età, nutro già un sentimento di protezione. Ma se dovessi indicarti un brano che mi sembra particolarmente significativo per questo album, direi “L'ammore overo”; quello è un altro pezzo che sento molto vicino a me». Ormai hai un'ora di tempo prima che arrivi il prossimo treno. Tornare in superficie garantirebbe un'altra rocambolesca corsa contro il tempo. Meglio rimanere nello squallido sotterraneo e prendersela con calma.

Rispetto a quello che si vuole far passare dei ragazzi della tua generazione, soprattutto facendo facile leva sui clip visibili su YouTube, tu sembri rappresentare la parte adulata e conscious. Anche i riferimenti alla politica ad esempio non sono così scontati, pur tenendo conto del filone del rap nel quale ti collochi. «Mi piace tenere la mente bella sveglia e aperta con un po' di letture. Ho un seguito di persone che ascolta quello che dico e non me la sentirei di raccontare solo stupidaggini. Quando si è nella posizione di avere voce come lo sono io ora, credo che ci sia una certa responsabilità e credo che la si debba accettare, lasciando nelle orecchie di chi ti ascolta un messaggio, una riflessione, un pensiero». Rocco è tornato nel ristorante; lo senti che fa due parole veloci con il cameriere, tant'è che gli chiedi se sta parlando con te. Lui si scusa, si sente rumore di vettovaglie e un gran vociare. Tu hai gli zuccheri in corpo che fanno il loro mestiere; va bene così. Grazie Rocco, direi che ti posso lasciar pranzare ora. «Grazie a te, non vedo l'ora di leggere l'intervista». Quaranta minuti al treno. Che noia essere in anticipo sulle partenze.

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L'articolo Rocco Hunt - Più grande degli altri di Francesco Fusaro è apparso su Rockit.it il 2013-07-15 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • corvo.produzioni 11 anni fa Rispondi

    eh giá...

  • 31 11 anni fa Rispondi

    bah...ai miei tempi se parlavi di hip hop schifavi il McDonalds, come cazzo è diventato sto genere e il suo pubblico...