La SIAE risponde a Umberto Palazzo

Con un comunicato la SIAE risponde alla class action lanciata su Facebook da Umberto Palazzo

Ha fatto parecchio parlare la class action lanciata da Umberto Palazzo su Facebook per cambiare la SIAE e il sistema di ripartizione dei proventi dei diritti d'autore. Pochi minuti fa, SIAE ha pubblicato un comunicato in risposta a quanto affermato da Palazzo. Ve lo riportiamo integralmente.


«In relazione all’iniziativa di “Class Action” contro la SIAE intrapresa dal musicista e autore Umberto Palazzo e promossa sulla stampa quotidiana, su taluni media televisivi e sui maggiori social network, si ritiene indispensabile la pubblicazione del presente comunicato al fine di precisare e correggere le informazioni in larga misura approssimative o distorte divulgate dai promotori dell’iniziativa circa i sistemi di ripartizione dei proventi adottati dalla Sezione Musica della SIAE.
A tale fine vengono qui riscontrate in particolare le informazioni divulgate e le argomentazioni addotte a sostegno dell’iniziativa.

1) Lo Statuto della SIAE fin dal luglio 2001 non prevede più la distinzione degli autori (ed editori) associati tra Soci e iscritti ordinari ma tutti sono equiparati nell’unica qualifica di “associati”. Risponde peraltro alla naturale e ovvia realtà del mercato il fatto che esistano autori (ed editori) con maggiori introiti di diritti rispetto agli altri, in relazione al successo delle loro opere in termini di utilizzazioni pubbliche in Italia e all’estero (dalle esecuzioni nei concerti ai passaggi in radiofonia e televisione, dalle vendite dei dischi e download digitali a tute le altre tipologie di pubbliche esecuzioni).

2) Per quanto riguarda i sistemi di ripartizione “a campione” adottati dalla Sezione Musica essi esistono soltanto nei settori del Ballo con Musica Registrata (Le discoteche e analoghi locali) e dei cosiddetti “Concertini”, cioè le esecuzioni di musica accessorie rispetto all’attività principale costituita dal consumo di bevande e/o alimenti (ad esempio il Piano-bar). E’ invece effettuata in via completamente analitica, sulla base dei programmi musicali consegnati dagli organizzatori degli eventi, la ripartizione dei diritti incassati per tutti i “Concerti” (di qualunque tipo e qualunque sia l’afflusso di pubblico) e quella relativa agli eventi di Ballo con Musica dal Vivo.

3) I suddetti sistemi di campionamento sono ormai vigenti da alcuni anni e sono previsti dalla Ordinanza di Ripartizione per la Sezione Musica che viene annualmente approvata con il parere della Commissione della Sezione Musica, organo nominato in esito alle elezioni quadriennali cui è chiamata l’intera base associativa della SIAE.
Si premette che sistemi di ripartizione “a campione” sono adottati dalle Società di Autori del mondo, in relazione alle specificità dei rispettivi mercati, e non costituiscono certo una “invenzione” o prerogativa della sola SIAE.
I sistemi di ripartizione a campione adottati dalla Sezione Musica della SIAE nei settori citati - e limitatamente ad essi - sono stati introdotti per assicurare una ripartizione il più possibile corretta dei proventi, tenuto conto della qualità dei programmi cartacei compilati per le tipologie di eventi in questione e di fenomeni endemici di distorsione dei dati.
Sotto il profilo tecnico-statistico i campioni in questione sono costituiti da registrazioni dirette delle esecuzioni sul territorio nazionale e da programmi musicali compilati dagli stessi esecutori, estratti in base ad algoritmi di scelta casuale.
Entrambe le componenti (registrazioni e programmi) sono stratificate in base a tutte le diverse realtà territoriali d’Italia e a tutti i mesi dell’anno di utilizzazione.
Il campione complessivo quindi è strutturato al fine di perseguire la migliore possibile rappresentatività delle esecuzioni campionate rispetto al repertorio globalmente utilizzato.
Non possono pertanto essere avallate in alcun modo asserzioni e illazioni in base alle quali “i brani campionati sono famosissimi” o le “serate campionate sono scelte in maniera arbitraria”, come si legge in taluna documentazione divulgata a sostegno dell’iniziativa di Class Action.
Per quanto riguarda poi le rilevazioni e l’identificazione delle opere rilevate si sottolinea che gli incaricati sono scelti in base a criteri di sicurezza, affidabilità e competenza tecnico-musicale, gli strumenti di registrazione utilizzati sono di ultima generazione e le identificazioni avvengono, nel caso della musica registrata, con sofisticati sistemi di riconoscimento informatico basati su “finger print” sonore e, ove necessario in via residuale, anche con successivi interventi “manuali”. Nel caso della musica dal vivo (Concertini), per la quale la tecnologia di riconoscimento informatico non è utilizzabile, vengono adottate metodologie di identificazione interamente “manuali” e tuttavia accuratissime che, utilizzando tutte le fonti disponibili (database interni, esterni, documenti sonori, partiture, ecc.) consentono di identificare, mediamente il 97% dei brani rilevati.
Non da ultimo occorre segnalare che i risultati delle rilevazioni, sia per gli eventi con musica registrata che per i concertini con musica dal vivo, sono anche confrontati con i programmi musicali cartacei relativi agli eventi campionati.
Per quanto sopra descritto non è in alcun modo accettabile ad esempio l’altra illazione riportata su taluni documenti dei proponenti l’iniziativa, in base alla quale “i brani che sono pagati sono solo quelli che il funzionario preposto conosce…”.
Quanto al campione di programmi cartacei estratti, altre asserzioni “avventurose” rilevate negli argomenti dei proponenti, quali “basta una lettera fuori da uno spazio perché il programma sia annullato…” sono del tutto prive di fondamento poiché l’acquisizione dei dati non avviene con procedimento ottico.
Altre asserzioni generiche e quanto meno ampiamente approssimative che si rinvengono nelle argomentazione dei proponenti sono quelle che riguardano il cosiddetto “calderone”.
Nella nozione confusa di “calderone” i proponenti accorpano una serie di incassi in realtà diversi e la cui ripartizione è stabilità da singole e specifiche normative.
Tra questi l’incasso relativo al compenso di “copia privata” che – impossibile da distribuire in via analitica – viene ripartito sulla base di apposita normativa a tutti gli associati (e alle società consorelle straniere) secondo criteri di proporzionalità. Quanto alla musica d’ambiente diffusa in pubblici esercizi con apparecchi radio, tv e lettori di diverso tipo – cui pure i proponenti fanno cenno – i compensi incassati sono ripartiti in via indiretta ma comunque anch’essi a tutti gli associati (e alle società consorelle straniere) sulla base delle apposite norme dell’Ordinanza di Ripartizione; tra l’altro in questo settore la SIAE sta da diversi anni sviluppando – forse unica tra le società d’autori nel mondo - la ripartizione in via completamente analitica per quella musica d’ambiente diffusa negli esercizi commerciali da radio dedicate (Radio In Store), in presenza di requisiti minimi di sicurezza.
La rettifica e precisazione di tutte le approssimative e distorte informazioni e argomentazioni divulgate dai proponenti a sostegno della iniziativa di Class Action richiederebbe una più lunga trattazione, ma si ritiene che quanto esposto nel presente comunicato possa costituire un imprescindibile elemento di chiarezza.»

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L'articolo La SIAE risponde a Umberto Palazzo di Redazione è apparso su Rockit.it il 2012-03-15 00:00:00

Tag: siae

COMMENTI (17)

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  • umbertopalazzo 12 anni fa Rispondi

    rockit.it/news/18367/umbert…
    abbiate la pazienza di leggere tutto il polpettone

  • janohusso 12 anni fa Rispondi

    [...] "Forse bisogna porre il punto in maniera diversa per avere risposte più adatte. La vostra risposta non ha coperto neanche uno di punti posti in maniera consciamente semplificatrice da questa “class action”.
    **** Il vostro sistema di ripartizione è iniquo per la stragrande parte dei musicisti interpreti delle proprie canzoni, che sono una realtà molto più grande, diffusa e importante alla società di quanto a voi risulti.
    **** E’ iniquo perché innanzitutto non ripartisce i diritti economici di cui molti autori/compositori sono portatori. Se credete sia il contrario, dateci i vostri numeri, quanto torna ad un’artista che fa per esempio 70 “concertini” in tutta italia (immaginando 150€ pagate dal locale per ogni performance)?
    **** E’ iniquo perché sfruttate il vostro ruolo pubblico per raccogliere altri compensi (come per copia privata, ecc.) che ripartite difendendo in pratica solo gli interessi dei grandi attori nell’industria musicale.
    **** Avete gravissimi problemi di trasparenza. L’esistenza di queste che voi chiamate voci (seguite anche ad inchieste sulla stampa nazionale cominciate da una decina di anni e che continuano ogni giorno) non fa che dimostrare esplicitamente un grave problema di comunicazione delle vostre procedure per gli stessi vostri associati. Di fronte alla reiterazione negli anni di queste dinamiche, crediamo sia naturale avere dubbi che dietro questa forma di capziosità ci sia ben altro. Ma saremo lieti di ricrederci."

  • irmarecords 12 anni fa Rispondi

    Ciao! Come etichetta e quindi come editore abbiamo risposto sia sul nostro facebook sia, in primis, sul nostro blog che v'invito a leggere e a commentare (irmarecords.blogspot.it/) sull'inziativa della Class Action proposta da Umberto Palazzo. La questione è che il problema non si può risolvere se non si conosce bene la materia ed il terreno di "guerra". Quindi un'iniziativa in tal senso decade nel momento stesso in cui parte da basi sbagliate e omettendo, volutamente o meno, le informazioni, le regole ed i vari attori che concorrono nella ripartizione. Se invece si analizzasse il problema a fondo, capendo quali sono anche i protagonisti che vanno a incidere sulle varie ripartizioni, insieme confrontandosi probabilmente ad una soluzione si potrebbe arrivare!

  • utente50710 12 anni fa Rispondi

    viene da dire che Scorza ha scoperto l'acqua calda. E' come quando si legge, ciclicamente, notizie da prima pagina del tipo: "scoperto" giro di prostituzione... cosa???? ma se per quei pochi chilometri che faccio per andare al lavoro vedo decine di ragazze che si prostituiscono, anzi, mi basta guardare fuori dalla finestra di casa per vedere ragazze dell'est che battono. Questo per dire che è una cosa che tutti sanno e vedono, ma quando lo leggono sui giornali sembra che cadono dal pero.
    Per cambiare la questione della cosa pubblica italiana c'è solo una soluzione: rivolgersi ad enti non italiani, e fortunatamente oggi abbiamo la possibilità di farlo e scegliere tra la spagna, germania, francia ecc... costano meno e sono molto più onesti. Per cambiare la situazione italiana, secondo me, dovremmo essere occupati da forze militari straniere che ci impongono con la forza il loro sistema.

  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    penso che ci sia poco da commentare .....
    rockinroad.blogosfere.it/20…

  • utente50710 12 anni fa Rispondi

    ma finiamola con queste pagliacciate, il discorso della corruzione non cambia nulla, siamo in italia, al limite sarebbe stato sorprendente il contrario. Molti degli artisti elencati da questo tal Palazzo, vivono alla grande tra incassi dei concerti, siae, vendite ecc... Gli altri prendono per quello che valgono, e cioè poco, a cominciare da questo Palazzo. Quello che si ascolta nell'ambiente undermerda è robaccia dozzinale, e fino a prova contraria, quello che guadagnano è la misura di quello che valgono. Come già affrontato in altre discussioni, credo che il problema nasca dal confronto con due modi diversi di intendere la musica: da artista e da artigiano.

  • Elegy 12 anni fa Rispondi

    Guarda che Palazzo dice che e' assurdo che nella settima potenza mondiale solo 400 musicisti rock riescano a vivere di musica, non dice assolutamente che fanno soldi con la SIAE.

  • AMA 12 anni fa Rispondi

    Per più di un quarto di secolo, la gloria della SIAE, il lusso di certi stipendi dei DG, gli sprechi e infine il fallimento che l'ha vista commissariata più volte, si è basata su menzogne sfacciate!!

    Quanto affermato nella replica della SIAE, e cioè i concertini vengono campionati al 30% (perché così fan tutti) dimostra l'evidente incapacità, la completa mancanza di giudizio e la bestialità di questo ente, che Libero definice "inutile" e che con la loro pessima gestione hanno fatto indignare la stragrande maggioranza degli associati!

    La stessa balla che propina il governicchio dei professori-banchieri; "esiste l'evasione, allora spremo te come un limone"!

    Ma vaffanculo!! Vai a stanare gli evasori, e abbassati gli stipendi di giada, che anche Obama si sogna!!

    Con tutti i soldi che vi prendete carisma SIAE, cercate almeno di fare bene il lavoro, per cui siete profumatamente pagati!

    Hai dei dubbi di alcuni artisti disonesti (e quanti saranno mai?) Vai e controlli i borderò con dovizia! Capillarmente!

    Altro che balle. La verità è che vi fa comodo, buttare tutto nel calderone!

    Diteci dove sono finiti i milioni di euro della copia privata?
    A campione anche quelli? MA gaffa!!

    E i borderò blu? Quelli che vengono pagati al 100% … perché quando gli artisti dei concerti ve li chiedono, VOI DELLA SIAE, fate finta di nulla?

    Altro che class-action!

    Palzzo, ha sbagliato letteralmente il tiro con la demagogia,
    ma se volete giustizia, basta andare in qualsiasi procura della repubblica, e denunciare tutti i malcostume della SIAE!

    Fatelo!!

  • utente50710 12 anni fa Rispondi

    Palazzo farà anche concerti da 20 anni, però ignora (o forse fa finta) il numero reale di tutte quelle orchestre che compilano berderò fasulli. Ho suonato per 10 anni con orchestre di quel tipo, in quell'ambiente, e vi assicuro che le orchestre che falsificano i borderò sono decine di migliaia in tutta italia, e quel tipo di orchestre non fanno meno di 3 serate la settimana: moltiplicate e fate due conti.
    Palazzo dimentica (o fa finta) che tra gli anni '70 '80 e primi '90 i capi orchestra si arricchivano non tanto per le serate ma truffando la siae, e stiamo parlando di decine di migliaia di persone: anche qui fate due conti.

    Probabilmente anche per questo è stato deciso dalla siae il sistema del campionamento, che si può sintetizzare come segue: no hit, no party.

    Tuttavia non vedo quale sia il problema: se la siae, sostanzialmente, paga solo i famosi, quelli che vendono, gli hit makers, quelli che fanno cacare insomma (come dice la maggior parte di voi), perché quindi non creare hit, diventare famosi ed entrare in questo modo a far parte della casta del campionamento e successivamente (o parallelamente) tornare a fare la vostra bella musica?
    Alla fine il discorso cade sempre li.
    Da quello che si legge in questo tipo di ambiente undermerda, sembra quasi un "crimine" diventare famosi e vendere i "dischi".

  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    Elegy non capisco la tua animosita' nei miei riguardi , ho citato una analisi credo dettagliata fatta non da me ma da Palazzo, se poi non e' veritiera e diffamatoria nei riguardi di qualcuno non so...... a me sembra attendibile , poi sei libero di credere quel che vuoi