Viola (Violante Placido) Don't Be Shy... 2005 -

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E’ sbocciata una Viola. E – lo so – è banale dirlo, così. Ma è arrivata inaspettata, e molto banalmente ha stupito un po’. Senza clamore, ché tanto il clamore se di cognome fai Placido, di mestiere fai l’attrice e ti metti a pubblicare un disco, be’, il chiacchiericcio vien da sè.

Viola che tutti la raccontano come Carla Bruni, perchè il percorso è simile, perchè l’etichetta – la N3music – è la stessa. Ma è troppo banale raccontarla così. Alcuni giornali – per fare un nome, Max – l’hanno paragonata all’ex top model, e le hanno messo in bocca che “io non mi reinvento per disperazione”. E ovviamente “hanno ingigantito”, dice lei. Questa giacchetta tirata fa però spallucce ad una verità evidente: “Don’t Be Shy...” non ha niente a che vedere con il cantautorato colto e lettarario tipico di certa scuola francese; è un disco soffice, d’un cantautorato indie-pop anglosassone semplice, leggero. Porta con sè voglia di tenerezza, e un’inquietudine da eterna adolescente, fra volteggi di Skunk e cuori che si infrangono.

Viola canta con una voce da compagna di banco: nessuno bel canto virtuoso. Racconta storie d’amore e d’abbandono. In inglese, perchè le viene più facile. A volte ricorda Carmen Consoli, altre i Pecksniff (come nel singolo “Still I”, anche se non li conosce). Poi, verso la fine, straccia la posa ed estrae dal cilindro due canzoni in italiano, ed è una miscela decisamente esplosiva pensare che quei due occhioni e quelle labbra cantino una frase non ardita ma icastica come “lascia che io e te stiamo in una bolla di sapone, dove tutto è percepibile e niente si muove”. O che in “A Zero” – il cui testo è stato scritto da Vera Gemma, autrice di “Le bambine cattive diventano cieche” – quella voce un po’ da bambina possa spezzarsi violenta su “mi inginocchierò di fronte ai tuoi pantaloni, ben lontana da quella cazzo di dignità che tutti reclamano”.

Il fatto è che Violante Placido è bellissima. E allora anche le cose più normali, dette ed immaginate su di lei, sembran fatate. Quasi un film, se non fosse troppo banale dirla così. Perchè in realtà Viola – con l’aiuto di Giulio Corda dei furono Giuliodorme - ha impiegato tre mesi per registrare questo album, e ha suonato la chitarra solo su “With You”, un brano di due accordi. In più, pesca a piene mani da Suzanne Vega, Edie Brickell, Alanis Morrisette, suoi punti di riferimento. E allora? Allora tutto questo è minimamente importante, e ce ne si può francamente fregare. Perchè le canzoni, tutte scritte da lei, forse non esploderanno mai come aeroplani d’elio bucati da uno spillo, ma sono palloncini colorati che a furie di guardarli ti rapiscono con grazia. Questo non è poco. E, soprattutto, non è banale.

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La recensione Don't Be Shy... di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-11-17 00:00:00

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