La Mamoynia Mono Ego 2005 - New-Wave, Industrial, Dark

Mono Ego precedente precedente

La Mamoynia, progetto bresciano che conta ormai cinque anni di vita, ha scelto come suo punto di partenza la parte più dura ed aggressiva degli anni Ottanta. Cioè un riconoscibilissimo background di sonorità estese dai Joy Division agli Einsturzende Neubauten fino ai nostrani Tasaday e ancora a molto altro; un ricco e fittissimo sottobosco di sperimentazioni che si opponeva con decisione al glittering patinato di chi voleva quegli anni yuppie e spensierati. Un ricco background, dunque, che però apre numerose iniziative e notevoli rivisitazioni proprie per una musica che conserva discreta personalità pur restando fortemente di genere.

Undici tracce che spaziano dall’aggressività dolorosa di “I stand alone” alla contemplazione di “Ich bin Niemand”. Citano più marcatamente i propri ispiratori in brani come “Kenutghia Avghi”, e non mancano di privilegiare soluzioni diverse che lasciano più spazio alla componente elettronica, come in “Nightmare I’m hiding from” (un’intro che nostalgicamente ricorda gli MGZ e le signore, una tra le formazioni che la nostra penisola ha forse un po’ dimenticato e certamente spesso mal valutato, nel bene e nel male), fino ad arrivare alla capacità di intrecciare sapori più melodici, richiami maggiormente pop (nel senso buono), tappeti synth per rimpianti di macchine Commodore e dei bei tempi che furono.

Un buon disco, nel complesso. (Dichiaratamente) di genere ma ricco di riferimenti efficaci, in rivisitazioni che affondano le radici nel minimalismo di stampo mitteleuropeo e industriale rumoroso. Cioè supera l'assembramento voce-chitarra-basso-batteria, e con discreto piacere noto che band non d’oltralpe cercano di ridare vita ad atmosfere di questo tipo senza cadere più di tanto nel banale.

Si potrebbe dire che talvolta la voce rappresenta una nota dolente per l’impatto globale, ma ad un ascolto più attento questo non è del tutto vero. La band risente un po’ del meccanismo della produzione indipendente, dovuto alla necessità di prodursi a budget ridotto, con etichette fai-da-te e conseguenti limiti generali . Non tutte le ciambelle riescono col buco, d'altronde, e non tutti sono i White Stripes, specialmente se la produzione richiede più di un ruvido e scarno lo-fi. Guardando il lato positivo, rispettano del resto una linea che non li vuole troppo vittime di edulcoranti. Tagliente e amara, La Mamoynia rientra nelle band indipendenti che potrebbe valere la pena seguire.

---
La recensione Mono Ego di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-12-07 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia