Grimoon La Lanterne Magique (CD+DVD) 2006 - Cantautoriale, Indie, Alt-country

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Questo non è un disco perfetto. Però è un gran bel disco davvero. E i Grimoon non sono solo la versione italo-francese di Calexico, Black Heart Procession e Venus. Perché prendono e frullano queste e mille altre influenze in un caleidoscopio sonoro fatto di mille perline rilucenti che si compongono in tredici mosaici differenti eppure di grande omogeneità e compattezza. Meno pop del precedente “Demoduff #1”, che conteneva pure perle affilate come “La tête dans les parapluies” e “Due di notte”, “La lanterne magique” si muove sui binari di una tenebrosa e fascinosa europeizzazione del suono alt-country degli ultimi anni, mischiandovi agevolmente elettronica fredda, sapori di bistrot, aperture a quel vento d’Oriente che spira nella loro patria Venezia, sprazzi improvvisi di patchanka francese, perfino coriandoli di new wave newyorkese acoustic version. Realizzando con la scioltezza dei fuoriclasse il colpo di tacco della personalizzazione di un genere. Provateci voi a unire con naturalezza il Celentano fine anni 60 di “Storia d’amore” con i fumosi anni 90 dei belgi Venus, tanto per dirne una (“Mr. Carré”). Significa che avete un mondo vostro che vi rugge dentro. E di colpo, di fronte a un ipotetico ascoltatore straniero, non siete più dei bravi epigoni. Ma degli artisti con qualcosa di proprio da dire. E già qui.

Che poi ci dovete mettere anche il piccolo mondo surrealisticamente esoterico che emerge dai testi e dalle immagini del Dvd allegato: un mondo che fruga negli interstizi della realtà per scoprirne le fughe verso l’Infinito, figlio naïf de “La Montagna Sacra” di Jodorowski, delle cialtronerie di Cagliostro, dell’immaginario più cupo di Davide Toffolo nelle sue vesti di fumettista, di marionette e burattini e clown e Alice nel Paese delle Meraviglie. “La vita non è quadrata”, cantano i Grimoon al loro immaginario interlocutore – guarda un po’ – giornalista. Non si brucia solo nelle storie di tutti i giorni e non scorre secondo i binari della prevedibilità. Ma si snoda tra imprevisti e probabilità: e così ci son gli accenni newglobalisti (il lato che convince meno della faccenda, non per motivi politici, ché qui si parla della riuscita artistica, ma perché sentiti e risentiti), gli oggetti che si animano grazie alla magia delle parole (“Moka” / moque; o forse son le persone che si reificano?), il fascino del cinema (“Cinéma”, però, rimane inarrivabile nella sua scintillante versione originale, quella dei mai abbastanza rimpianti Travolta) e dei suoi antenati (“La Lanterne Magique”), le ebbrezze di una vacanza o di una storia d’amore, fantasmi dei morti, tristezze inconsolabili (stupendo, meraviglioso il testo di “Même Les Mains Viellissent”).

E poi, il piccolo popolo indie che ha collaborato al disco. Scorrete tra le note del disco, tra le immagini del Dvd (il Gatto che suona l’organetto è Alessandro Grazian, per dirne un’altra). E partite con l’applauso. Anche se non sarà un disco perfetto. Ma è un gran bel disco davvero.

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La recensione La Lanterne Magique (CD+DVD) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-12-11 00:00:00

COMMENTI (4)

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  • joecatherine 17 anni fa Rispondi

    Infatti. Emozionante, intimo, un bellissimo disco.

  • quid 18 anni fa Rispondi

    non si può che concordare...

  • deadsuit 18 anni fa Rispondi

    Bellissimo.....

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    evvai! :)))