Ex-Otago Mezze stagioni 2011 - Pop

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E' dura ammetterlo, ma foschi pregiudizi si annuvolavano da tempo su questo nuovo disco degli Ex-otago. Nonostante sia tra coloro che hanno allegramente versato 25 euro per accreditarsi come produttori (la faccenda dell'azionariato popolare già la sapete), ero rimasto un poco interdetto da alcuni dei loro ultimi live, che mi sembrava avessero un po' perso la follia che li aveva da sempre contraddistinti, e dai segnali lanciati dal gruppo durante la produzione.

La situazione, a dire il vero, si era già posta un'altra volta, allorchè gli otaghi si erano accasati presso Riotmaker, etichetta dalla personalità e dall'estetica forti, che poteva intaccare la natura malata del gruppo: nulla di tutto ciò accadde e "Tanti saluti" venne a dirci che gli Ex-otago erano qualcosa di più che un giochino indie buono per farci una risata ogni tanto.

A questo giro, per farla breve, "Marco corre" e "Costarica", già noti da tempo, non erano riusciti a far breccia nel mio cuoricino di produttore/azionista e, nonostante la più bella versione di sempre di "The rhythm of the night", cominciavo a temere una sorta di involuzione: sai, la fama, la tivvù, Chiambretti... Poi "Mezze stagioni" è arrivato, ha bussato alla porta e si è accomodato con tranquillità. E mi ha fottuto. Di nuovo.

Non subito a dire il vero: "Patrizia" mi era sembrata l'upgrade di "Dammi tre parole", "Marco corre" continuava a ricordarmi certe sigle di cartoni animati anni '80, "Una donna" mi era sembrata un divertissement e poco più, poi però sono arrivate con prepotenza "Gli ex otago e la jaguar gialla", "Una vita col riporto", "Figli degli hamburger" e via via tutte le altre. E allora ho capito.

"Mezze stagioni" è un disco di malinconia per il futuro: il ricordo dell'infanzia che diventa consapevolezza della vecchiaia che arriva, un disco sulle sfumature ai tempi del 2.0. Gli Ex-otago hanno saputo elaborare una propria visione pop del mondo e della vita e su quella continuano a scrivere canzoni dalle melodie che irretiscono, piene di incisi geniali (uno su tutti quello di "Una vita col riporto") e testi che si fanno sempre più convincenti, fino a lambire il capolavoro in svariati episodi. Si aggiunga un miglioramento compositivo e una produzione perfetta (Davide Bertolini dei Kings of convenience, mica cazzi) e quel che si ottiene è un disco di canzoni da spiaggia, deturpata o meno, che sa di riviera, di Festivalbar dei tempi andati e si prepara a delusioni preconfezionate pronte ad attenderci.

"Mezze stagioni" è il disco delle risposte alle domande che ci si è fatti da bambini, il disco in cui si comprende il perchè i Righeira cantavano "sto diventando grande lo sai che non mi va". Gli Ex-otago tornano con prepotente dolcezza e ironia a fornirci il loro sguardo sulla vita di tutti i giorni e, di nuovo, riescono nell'impresa di farcela sembrare meno amara.

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La recensione Mezze stagioni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-03-29 00:00:00

COMMENTI (7)

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  • quid 13 anni fa Rispondi

    Bravo Nicko, hai centrato tutta la questione.
    Tolti 2-3 pezzi impresentabili, è un gran bel disco.

  • utente0 13 anni fa Rispondi

    ma quanto ci piace questo disco:[:

    frankezze.it/freschezze/noi…

  • candyda 13 anni fa Rispondi

    vanityfair.it/show/musica/2…

    Eccolo! [:

  • mestessocredo 13 anni fa Rispondi

    ho cercato ma non son riuscito a trovarlo :( ...mamma mia che brutta cosa che è vanity fair comunque....

  • iosonopipo 13 anni fa Rispondi

    non so se lo metton qui, è su vanityfair comunque


    (Messaggio editato da iosonopipo il 29/03/2011 17:57:25)

  • mestessocredo 13 anni fa Rispondi

    e lo streaming? non c'è lo streaming?

  • iosonopipo 13 anni fa Rispondi

    grandi grandi