Marian Trapassi Sogno verde 2002 - Cantautoriale, Pop, Acustico

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Sarà già la decima volta che ascolto l'album d’esordio di Marian Trapassi e nell’attimo in cui mi accingo a scrivere questa recensione un dubbio continua ad assillarmi: qual è l’artista che ho di fronte? Mi chiedo ciò perché, ad ascoltare “Sogno verde”, c’è da spellarsi le mani per suoni, arrangiamenti, scrittura dei pezzi e pacca del disco, pur essendo un’opera classificabile nel genere cantautorale.

Inevitabile, poi, che il nome di riferimento sia quello di Ani DiFranco (ascoltate “Essere” e poi sappiatemi dire…), viste le affinità vocali e l’intepretazione dei pezzi. Non stiamo quindi parlando dell’ultimo capriccio di un’industria discografica alla ricerca di ballerine adattate a vocalist, ma di una ragazza che sembra avere tutte le carte in regola per scalzare dal trono la Cantantessa tanto amata, altra artista verso cui la nostra Marian è in debito.

Forse questo primo parto pecca per l’eccessiva attenzione che il produttore riserva alla ragazza e alle sue canzoni, rendendo il tutto fin troppo perfetto – e sappiamo bene che gli esordi vicini alla perfezione ci fanno storcere un po’ il naso. Però, se come da tradizione bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, a Simone Chivilò (che ricordiamo già in cabina di regia per Massimo Bubola) bisogna riconoscere di aver azzeccato le giuste mosse in ogni singolo episodio. Saremmo però molto curiosi di sentire come suonavano all’epoca i provini della neo-Cantantessa per fare un confronto con il materiale inciso su “Sogno verde”.

Stando ai fatti, però, il prodotto è impeccabile e nel lettore cd del sottoscritto torna spesso e volentieri, il che, evidentemente, significa molto. Se Marian riuscirà adesso a confermare queste aspettative durante i live - senza (s)cadere nel filone del tradizionale mieloso-melodico italiano - saremo i primi a incoraggiarla a fare sempre meglio.

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La recensione Sogno verde di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-03-13 00:00:00

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