Appaloosa The Worst of Saturday Night 2012 - Sperimentale, Etnico, Punk-funk

The Worst of Saturday Night precedente precedente

Ottimo ritorno per i livornesi dediti ad una musica senza frontiere, tra italianità vintage e un anelito concreto all'Europa

Basato su un codificato ma personale circuito virtuoso tra riprocessamenti e tensione loopistica, il nuovo disco di questi livornesi capaci e sornioni segue sì le orme degli ottimi precedenti (l'omonimo del 2003, "Non posso stare senza di te" del 2005 e "Savana" del 2009), ma potenzia le qualità creative della band, fino a definirne contorni certi e solidità d'azione.

Bello l'electro-noise di "Calibrù", un po' Aucan e molto Appaloosa, o la più canonica scarica di "Beet Oven", tra glitch e materia krauta, dove innesti crimsoniani s'attagliano alla meccanica math della ritmica. Esoterico e psicadelico si snoda il disco, tra horrorifici spytheme ("Tito") e fascinazioni discotecare ("Luli"), tra Underworld e un dancefloor a caso, uno macchiato di bolle postpunk, ca va sans dire, e tra i momenti salienti del lavoro.

La vaghezza onirica la si incontra in "Ciompo Wonder Vs. Nellano", incubo atmosferico a forte componente synthetica, così come un bel canto tinteggiato da suggestioni mediorientali si trova in "Yuri". "Il Rouge" determina smaccatamente le credenziali kraut del disco, come a voler indicare e nel contempo disintegrare le premesse dell'intera fatica.

E' un disco maturo, quello degli Appaloosa, che forse hanno perso un po' di muscoli per strada, ma che hanno affinato un talento compositivo assolutamente di primo piano, non sfigurando tra i nomi di punta dell'Italia "esportabile". One shot to the heart.

---
La recensione The Worst of Saturday Night di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-09 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia