Le gros ballon Orange 2012 - Strumentale, Indie, Alternativo

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Un inno all'immaginazione, un disco maturo che conserva la fantasia infantile.

Quando ho ascoltato la prima volta il nuovo album dei Le Gros Ballon, ho avuto la certezza del motivo per il quale ho iniziato a scrivere di musica e non solo a suonarla: avere la possibilità di ascoltare dischi come questo.

Ciò che sento è un inno all'immaginazione, alla scoperta. Non posso non pensare ad un bambino di città che si trovi per la prima volta nel bosco. A come, superata la paura iniziale, possa tornare ai primordi, all'allegria e alla curiosità nel vedere gli alberi e le creature conosciute solo nei libri, toccando e respirando una nuova ed entusiasmante realtà. Le Gros Ballon, la mongolfiera alimentata a suoni, è formata da Francesco Campanozzi e Marco Capra, due polistrumentisti che vantano svariate collaborazioni di rilievo (Fabrizio Coppola, Alessandro Fiori, Marco Notari, Pekisch e altri ancora) e che con questo nome collettivo sono giunti al terzo capitolo, dopo un album e un Ep pubblicati due anni fa.

Composizioni dai colori folk, a tratti inusualmente etniche, spesso sospese, come il loro astratto pallone aerostatico, tra lo Yann Tiersen cinematico e il minimalismo caotico di certe sonorizzazioni anni 70, che con un po' di fortuna, potevamo ascoltare a corredo di un documentario trasmesso a notte fonda. Gli strumenti utilizzati la dicono lunga sul divertimento che i due possono aver provato nel registrare questo album: tra chitarre, pianoforti, batterie e bassi, si fanno spazio il banjo, il violino, il synth, l'armonium, la diamonica e ancora campanacci, bomboletta spray, zanzare, fischi, ektar e glockenspiel.

Non è bello pensare di essere in studio in mezzo a tutto questo ben di dio e poter dare sfogo alle proprie visioni? Io dico di sì e "Orange" dei Le Gros Ballon ne è la riprova. Le illustrazioni dell'illuminato Alessandro Fiori incorniciano perfettamente questo lavoro.

Un disco maturo che conserva l'estro e la fantasia infantili. Un ascolto consigliato a chi ricerca nella musica il realismo magico dei racconti di Gabriel Garcìa Màrquez, a chi vuole perdersi in un viaggio senza parole, nel quale, se apri la bocca per lo stupore, puoi mangiarti le nuvole .

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La recensione Orange di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-10-27 00:00:00

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