Brothers in Law Hard Times For Dreamers 2013 - Indie

Disco della settimana Hard Times For Dreamers precedente precedente

Otto pezzi dalla contagiosa nostalgia, un piccolo contenitore magico: suggestioni dream pop e surf che si trasformano in richiami shoegaze.

Io lo so. Non ho bisogno dei grafici a torta del Sole 24 ore che illustrino un modello del mio (non)conto in banca e dei miei sogni irraggiungibili. Che poi con quel grafico lì a me mi viene da pensare veramente a una torta al cioccolato, e lo so benissimo che se la compro veramente a fine mese non ci arrivo. Perché io lo so, non ho bisogno di sentirmi un'ingenua quando prelevo 20 euro dalla mia Postepay raccontandomi che mi dureranno diversi giorni. E che, poi, mettere i soldi ancora nella Postepay è già un po' il simbolo del mio fallimento. Lo so. All'esame di storia economica ho strappato un 28, ma queste cose le impari anche dallo sguardo delle persone. Sguardi che trasudano un misto di compassione e incomprensione, quando provi a spiegare che durante la pausa pranzo scrivi recensioni o che la mattina sei stanca perché la sera prima hai macinato troppi km per andare a suonare. E quindi può succedere che quegli sguardi ti appesantiscano i pensieri, invece di portare avanti i tuoi progetti cominci a vedere la faccia del ministro dell'economia di turno che ti prende in giro. E' la crisi, bellezza.

Oppure può succedere che vai avanti, come ha fatto la band pesarese, e realizzi un bel disco decidendo anche di chiamare una canzone “40 Hours”: le ore che hai impiegato a creare il pezzo, ma che corrispondono anche alle ore che ogni settimana dedichi al lavoro per avere poi la possibilità di costruire i tuoi sogni. Perché come vi dicevo, io lo so e i Brothers In Law ugualmente: “Hard Times For Dreamers”.

Tempi duri per i sognatori, certo, ma questo non ha impedito ai tre ragazzi marchigiani di mettere insieme otto pezzi dalla contagiosa nostalgia, dall'eterna malinconia grigiastra, quella bella, leggera, che ti avvolge, che ti fa sognare, appunto. Questo disco è un un piccolo contenitore magico, all'interno del quale si possono trovare affascinanti suggestioni dream pop e surf che si trasformano in richiami shoegaze. Senza tralasciare piccole incursioni dark anni 80 che sembrano estrapolate dall'universo buio ed etereo dei Be Forest, l'altro progetto del chitarrista Nicola Lampredi. Trenta minuti che scorrono fluidi, come i paesaggi che si guardano dall'interno di un treno in corsa: sembrano tutti uguali ma in realtà si trasformano costantemente.

Il gioco su cui regge il lavoro dei BIL è sempre lo stesso: le chitarre di Nicola e Giacomo riverberate e distorte, batteria decisa e semplice, voce bassa, calda e introversa. Tuttavia, già con l'opening track “Lose Control” si riscontrano alcuni elementi di cesura rispetto al primo Ep “Gray Days”. In primo luogo l'inserimento dei synth, fondamentali per dare in alcuni frangenti maggiore sensibilità e dinamicità alla compattezza di alcune tracce, le chitarre invece sono sempre riverberate, ovvio, ma i suoni sono più sfumati, distesi, acquistano corpo pian piano, ti prendono ed entrano in testa senza lasciarti tregua. La batteria invece è più scandita, decisa e ossessiva. Già dai primi minuti si può capire che “Hard Times For Dreamers” è un lavoro più ricercato, maturo e ispirato. Il pezzo migliore è “A Magic”, forse il più semplice: diviso in tre episodi, parte con chitarre dalla trama semplicissima ma compulsiva e efficace, che cresce pian piano, quando sembra che stia per esplodere arriva la pausa, uno spiraglio di luce all'interno di un autismo interiore, scuro, ipnotico, per poi ributtarti ancora nel vortice iniziale di sonorità altrettanto oscure. Semplicemente un bellissimo pezzo. Convince anche la scaletta: nel mezzo, come una pausa, un respiro prolungato, “Childhood”; il gioco, qui, è esattamente opposto a “A magic”, parte lenta, indolente, chiusa in sé, per poi erompere all'esterno in tutto il suo fosco rumore di chitarre e voci. Una malinconia pulsante che si trattiene dall'interno per irrompere nel finale, ricorda vagamente le atmosfere oniriche degli A Classic Education.

Un disco avvenente, dalle mille ombre sonore di genere ma che contemporaneamente possiede una coesione interna speciale, capace di far vibrare emozioni inaspettate. Tempi duri per i sognatori, già, ma i Brothers in Law ci hanno regalato un preziosissimo e affascinate alleato, capace di far intravedere scenari più rassicuranti e seducenti.

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La recensione Hard Times For Dreamers di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-02-04 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • MarcoGiordano 11 anni fa Rispondi

    brava! bella recensione!

  • rudefellows 11 anni fa Rispondi

    gran bel disco e gran bella recenz! una scoperta sti ragazzi