massi Massi 2013 - Elettronica, Alternativo, Pop rock

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L'eterna lotta tra forma e sostanza in chiave electro-pop-rock e quant'altro

Quanto è importante la forma rispetto alla sostanza? E quanto una penetra nell’altra? Prima di interrogativi di tal portata, seguiamo un percorso: Massi sono Luca Macchi e Stefano Grassi, un sodalizio che dura da quattro anni, anche sotto altri nomi d’arte. Propongono per cinque pezzi un pop-rock sostanzialmente cantautoriale, contaminato nella forma dall’elettronica, in varie sfumature, più o meno tutte quelle che hanno avuto i Subsonica nella loro carriera, passando quindi da passaggi più glitchy e/o acidi (vedi “Trackani”) fino ai groove house più innocui, con suoni che a volte sembrano proprio “scippati” dal combo torinese (vedi l’intro de “Il temporale”). Purtroppo, nonostante le intenzioni e la creatività, si sente ancora come manchi ancora un po’ “manico” nella produzione. Il quinto pezzo (“No|oN”) paga invece pesantissimo pegno a “Walk on the wild side” nell’arrangiamento, sostituendo le svisate di sax finale con un kazoo, riuscendo a portare il risultato a casa, più che altro per merito della semplicità delle soluzioni dell’originale.

I Massi nel bugiardino che accludono a questo loro lavoro, quanto a posologia consigliano “é preferibile 1 ascolto o più al giorno a seconda della gravità dei sintomi”: giuro che l’ho fatto, e più volte anche, ma la forma è rimasta la stessa, démodé e pesantemente citazionista, con qualche mio picco di perplessità su alcune soluzioni (basti la cassa dritta finale su “Q’indie”). Col ripetersi degli ascolti, però sono riuscito almeno a permeare un po’ meglio in quello che è la sostanza cantautoriale del progetto, trovando degli spunti interessanti, a volte coraggiosi (valga per tutti il verso “Mentre faccio pipì una mosca mi entra nel cazzo e mi succhia la vita” da “No|oN”), a volte semplicemente e squisitamente pop. Forse svestire i pezzi di tutti questi orpelli e chincaglierie per presentali in una forma più semplice, o quantomeno più attuale, potrebbe esser una chiave per una maggiore fruibilità degli stessi. Ma qui, torno alla domanda iniziale, e la giro ai Massi: quanto è per voi importante la forma rispetto alla sostanza? E quanto una penetra nell’altra?

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La recensione Massi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-03-12 00:00:00

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