JunkfoodThe Cold Summer of The Dead2014 - Strumentale, Rock, Dark

The Cold Summer of The Deadprecedenteprecedente

Un formidabile concentrato di potenza senza compromessi.

Ha un inizio devastante, “The Cold Summer of the Dead” dei Junkfood. “In” sono sessanta secondi di caos estremo. Destabilizzante perché privo di contorni, come un’esplosione che non si ferma mai, divorando tutto lo spazio che c’è. L’impatto di questo suono enorme ma compresso in un minuto riporta alla mente i Father Murphy di “It is funny, it is restful, both came quickly” - qualcosa che mescola free rock, jazzcore e tutto quanto fa avanguardia solitaria e non comoda retrovia. I Junkfood insomma mettono giù il carico pesante e sparano tutte le munizioni più grosse, quelle che fanno male appena partono, senza nemmeno il tempo di prepararsi. Ci sono gli arrangiamenti tetragoni degli Zu (“The Maze”), ci sono gli orizzonti infiniti e struggenti dei Godspeed You! Black Emperor (la bellissima “The Quiet Sparkle”), ci sono persino le visioni psichedeliche dei Soundgarden di “Superunknown” (“In Circles"). Ci sono soprattutto i Junkfood che con “The Cold Summer of the Dead” tirano fuori un disco che è un formidabile concentrato di potenza senza compromessi.

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La recensione The Cold Summer of The Dead di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-30 00:00:00

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