Carver Carver 2014 - Lo-Fi, Psichedelia, Ritmi

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Tutto ciò che i Carver hanno fatto finora è qui

Tutto ciò che i Carver hanno fatto finora è qui, in quella che definiscono la raccolta definitiva e che contiene anche brani inediti. Lo stile della band è chiaro e riconoscibile: dosi massive di suono condite da elettronica e decisamente trasversali rispetto ai generi, voci poche, campionate e distanti, molteplici fonti di ispirazione. C’è il rock che ammicca al country sposando fiati jazz e rifugiandosi poi in microchip sonori di “Buffalo”, l’inquietudine sospesa di un thriller che sfocia in orrore di “Alessandria”, il mood dark e arrogante quasi si incontrassero Bauhaus, Birthday Party e Velvet Underground di “Pills Size Today Tomorrow” (insieme agli Spam&Sound Ensemble).

I sogni psichedelici di “Varanasi, Nice” trasportano immediatamente altrove mentre la chitarra cerca di trattenerci, “Ciao Vito” col giro di basso ipnotico e che ricorda le sigle dei polizieschi americani, quelle dove i poliziotti erano fighi, il loop narcotico di “I Miei Colori”, il synthpop di “Makaroni”, giù fino a “Nicotina”, con la sua tristezza da titoli di coda su un finale irrisolto, coi tasti pesanti del piano pestati a destra e sinistra e mai al centro: questo disco è ricco, variegato, cinematografico, e curato con passione ché nulla pare lasciato al caso, le frasi estrapolate, le parole recitate, l’alternarsi degli umori, ogni cosa è calibrata e messa lì per avere un senso, per sottolineare una maniera che è dei Carver, e se non li avete mai ascoltati, sono tutti qui, ora, in questo album.

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La recensione Carver di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-29 00:00:00

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