otur | boyd GRVAZL 2014 - Sperimentale, Noise, Industrial

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Noise elettronico di quelli pesanti. Una fantastica mezz’ora di convulsioni

"GRVAZL" è il primo 7” degli Otur Boyd. Chi sono costoro? E' il nuovo progetto di Moreno Padoan (già negli Artocore Machine), non si sa molto di più. Frugando sul web non si trovano né indicazioni, né foto, né descrizioni specifiche dedicate al disco. L’unica cosa che si sa è che "Grvazl" è uscito per la XONAR Records. Ma se pensate che non inserire foto su facebook o omettere la propria bio sia cosa misteriosa, aspettate di leggere i titoli delle tracce.

Si parte con "Col_l_lnV”, un ingresso cupo in cui risalta la ritmica cadenzata e paranoica del pianoforte che ci introduce, tra gorgoglii elettronici e sfumature distorte, in uno scenario di puro terrore. La seconda e la terza traccia ci catapultano in un vortice di pura ansia e rumore indefinito, in particolar modo la title track, coi suoi 11 minuti e 26 secondi, suona cruda e violenta nella sua semplicità, e pare essere stata volutamente creata per testare la vostra resistenza agli attacchi epilettici.

Si continua con “S_InU__FF-]-]---------X”, in cui è nuovamente la cadenza meccanica in pieno stile industrial a farla da padrona, scandita questa volta da quelli che sembrano un respiratore e il battito di un cuore. In sottofondo, delle voci completamente distorte che ansimano e si lamentano alzano ancora il livello di disagio del disco. Arriviamo quindi a “Yire Wadk” che ci trascina in una foresta di fruscii paranoici ed esplosioni apocalittiche, culminanti in sferragliate elettroniche acute e assordanti. A smorzare i toni per quasi 6 minuti ci pensa “Ixedula”, che abbassa notevolmente i volumi del caos col suo vibrare pacato e che, comunque, riesce a trattenerci in quel cimitero emotivo e sonoro in cui siamo stati fiondati. Il suo lineare degrado ci porta dritti fino all’ultimo pezzo del disco, “un7---H3ll (m4n_Tr4x)”, 2 minuti e mezzo di pura carneficina elettronica che sembra volerci far affacciare un’ultima volta su quel panorama di panico da cui siamo appena usciti, concedendoci anche un piccolo brivido improvviso a metà traccia.

In sostanza, non si può dire che l’ascolto di "Grvazl" risulti essere leggero. Il clima è truce e devastante ma gli Otur Boyd dimostrano con questo EP di saper colpire e di riuscire ad amalgamare nell’insieme un disco dalle ottime sfumature, capace di toccare picchi potenti ma anche abbassare i toni senza far perdere d’intensità l’ascolto. Insomma, per chi ama l’ambient più sporco e diretto, questo dischetto può davvero regalare una fantastica mezz’ora di convulsioni.

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La recensione GRVAZL di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-09 00:00:00

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