ESTASI BATTITI 2014 - Rock, Alternativo, Post-Rock

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Pop elettronico su cui c'è ancora da lavorare

Gli Estasi sono in due e fanno un pop-rock di matrice elettronica. La musica è molto melodica, vuole essere elegante ma allo stesso tempo emotiva. Per darvi un rifermento, con le dovute distanze, ricordano i La Crus di "Infinite Possibilità", e magari qualche altro esperimento "più indie" sempre di quegli anni.

Partiamo dai pregi. I due si mettono gioco: pur non facendo nulla di concettuale o spingendosi in un immaginario elettronico così definito e radicale, cercano di superare la forma-canzone scontata, quella dove si sceglie un beat elettronico scelto più o meno a caso, un arpeggio, voce malinconica e stop. Senza per forza prendere ad esempio la più complessa "Mai saprai" (che inizia con gli archi e costruisce man mano una lunga canzone di quasi sei minuti che cresce lentamente, diventa forte e tesa, per poi svanire) anche nei brani più semplici e minimali di questo Ep si sente una certa cura dei suoni. Le batterie hanno una loro identità, giocano bene con le distorsioni delle chitarre pur lasciando spazio a questo arpeggio acustico perenne, manco fosse un marchio di fabbrica.

I difetti sono sostanzialmente due: songwriting e voce. Il primo è ancora acerbo, difficilmente le canzoni sono così particolari da distinguerle l'una dall'altra. Ce ne sono più rotonde e riuscite ("Servo", ad esempio) ma è ancora poco. E sui testi c'è ancora molto da fare, giocano sul contrasto tra le parole (ad esempio, Estasi e Batterie, ripetute ossessivamente in "Batteria") che potrebbe anche avere un effetto straniante ma che il più delle volte suona solo male e basta (per non parlare di quello spoken finale, a tratti quasi imbarazzante, o di un gioco di parole come "H l'Appia cani" di cui proprio non capisco l'utilità). E poi la voce non è così forte come vorrebbe: ha una parte principale nel progetto ma non ha il corpo, la sostanza e, a volte, neanche l'intonazione per essere messa così in primo piano.

Gli Estasi sono bravi nel costruire atmosfere, fanno tanto con poco. Io ripartirei da lì, punterei a coltivare questo talento per le basi strumentali. Lo scrivere canzoni potrebbe diventare, semplicemente, una conseguenza. Hanno ancora bisogno di togliersi di dosso questa patina da band amatoriale e imprecisa, vedremo come si muoveranno in futuro.

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La recensione BATTITI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-21 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • davide.ronca.1 10 anni fa Rispondi

    Ringraziamo per la recensione Simone Nolvo. Lo ringraziamo per gli apprezzamenti e anche per le critiche. Alcune le condividiamo e ne faremo tesoro, altre meno. (Soprattutto sulla differenziazione delle canzoni). E nemmeno il mancato riscontro sul nostro pezzo piu' complesso e articolato Inverno Nucleare. Attendiamo anche i vostri commenti utenti di rockit!

  • 101 10 anni fa Rispondi

    aaa