P.oZ. 2974 Musik for Dark Airport 2014 - Elettronica, Alternativo, Ambient

2974 Musik for Dark Airport precedente precedente

Una sorta di futuristica Guernica, ipnotica e necessariamente disturbante, dedicata a tutte le vittime degli attentati aerei.

Dietro la sigla P.oZ. si nascondono Antonio Bufi e Antonio Lisena, i quali hanno pensato bene di omaggiare, attraverso la loro musica, tutte le vittime degli attentati aerei, ispirandosi per questo “2974. Musik for Dark Airports” all’immane tragedia dell’11 settembre.
Non farete fatica a riscontrare dentro le elucubrazioni sintetiche dei due musicisti pugliesi l’alienante silenzio, commisto a squarci di annichilente terrore, germogliato in mondovisione da quel turbinio di bagliori, deflagrazioni e infernale concitazione che ha imprigionato vita e morte dentro lo stesso battito di ciglia. La loro è un’alchemica miscela elettronica ad ampio spettro – chirurgicamente elaborata per concentrare all’interno di una manciata di minuti tutta la mole di devastanti e contraddittorie sensazioni che solo un evento del genere riesce a sprigionare – che si nutre di analogico e digitale, di calore acustico e robotica freddezza, di istintive partiture e registrazioni ambientali.

La risultante è un dark-ambient turbolento e visionario, dalle forti connotazioni kraut-rock, che alterna minimalismo noisy a filiformi ossigenazioni melodiche, con un palpabile piglio cinematografico che si palesa più volte durante l’ascolto: particolarmente esemplificativi, in tal senso, i rumorismi cosmici di “A2”, la mortifera desolazione industrial-mode dispensata da “R3”, le spirali troniche + chitarra new wave di “K4”, l’anelito di vita tra le macerie fumanti disegnato dai fiati fluttuanti di “I6”, il piccolo requiem cronachistico di “R7”, l’IDM monocellulare vestita di nero di “P8”, il dialogo tra pianoforte e fiati rimodulato su teutoniche frequenze da “O9”, il magmatico future-pop che apre a una 6 corde dalle tinte cobalto in “R10” e il noise claustrofobico di “T11”, poi stemperato da quella “DA2974” che racchiude il più mesto dei congedi, per quel suo supplichevole “Don’t do it again” incorniciato da un malinconico piano minimale à la Satie.
Una sorta di futuristica Guernica, se volete, ipnotica e necessariamente disturbante.

---
La recensione 2974 Musik for Dark Airport di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-17 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia