“Vivetela voi la vita concreta”, gli Abiku preferiscono stare nel loro mondo di poesia e pop ricco e sognante.
Tutti abbiamo una vita segreta. Può essere in un desiderio inespresso, una vita interiore troppo aggrovigliata per lasciarsi vedere da fuori, può essere la vita che abbiamo lasciato nel luogo da cui siamo fuggiti, oppure quella che viviamo ogni giorno in un posto troppo stretto.
La vita segreta possiamo conservarla per sempre nel nostro nascondiglio oppure raccontarla, mostrarla, suonarla. Come fanno gli Abiku che, ancora più che nel già intenso debutto, mettono a nudo sentimenti complessi, a volte al limite dell'indecifrabile, e sofferenze che sembrano vissute in prima persona anche quando (forse) non lo sono: è il caso de “I fantasmi della casa accanto”, storia di immigrazione e nostalgia che sfuma in un senso universale di struggimento e non appartenenza. Altrove, l'autobiografia è manifesta: come nel lucidissimo ritratto di provincia “Qui non succede mai niente”, o ancora nel viaggio introspettivo di “Non andare via (parte I)” e nella fuga dalla galera della “normalità” di “Otto ore”. Dovunque, una poesia sottile, acuta e sognante attraversa i testi, e le musiche: piccoli miracoli di tessiture sonore delicate ma solidissime in cui s'intrecciano senza alcuna disarmonia o slabbratura il pop italiano più raffinato e le mai negate ispirazioni internazionali, su tutte la dichiaratissima infatuazione per i Flaming Lips, che fa pulsare di battiti psichedelici “Sommergibile” e “Non andare via (parte I e II)”.
Vite “segrete” anche quelle dei tanti strumenti che senza farsi troppo notare, senza mai sopraffarsi, muovendosi con aristocratica discrezione, vanno a comporre un album estremamente ricco, sofisticato, studiato, eppure – o forse proprio per questo - terribilmente semplice e ascoltabile.
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La recensione La Vita Segreta di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-10 09:00:00
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