Cristina Donà Così vicini 2014 - Cantautoriale

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Cristina Donà riconferma il suo talento innato nel raccontare lo scorrere degli eventi.

E così siamo arrivati all'ottavo disco di Cristina Donà in oltre 15 anni, ovvero 3 lustri e passa da quando venne pubblicato quel capolavoro di "Tregua" che, a risentirlo oggi, non ha perso neppure un po' del suo smalto. Da allora sono cambiate inevitabilmente molte cose, ma il suo talento è rimasto invariato in questo lasso di tempo.

"Così vicini" rappresenta  la conferma di un percorso artistico che si evolve a piccolissimi passi, dove l'unica forza propulsiva sono esclusivamente le canzoni. Sembrerà banale precisarlo, ma in un panorama musicale inflazionato da cantautrici, soprattutto esordienti, che spesso non hanno neppure un decimo del talento di Cristina (eccezion fatta per Maria Devigili e Laura Lalla Domeneghini, le due che meglio raccolgono l'eredità), questo disco serve anche a ristabilire l'ordine alle cose. Detto ciò, le 10 tracce contenute confermano di nuovo il binomio artistico tra Donà e Saverio Lanza, dove - a grandi linee - la prima si occupa della scrittura e il secondo, invece, di arrangiamenti e produzione.

Il tandem ormai funziona benissimo, ma duole ammettere che a tratti si avverte la sensazione della modalità "pilota automatico". Non fraintendete però: la voce e le parole emozionano ancora e nulla apparentemente sembra fuori posto. Magari dopo "Torno a casa a piedi" e "Piccola faccia" avevamo voglia di un deciso cambio di rotta a livello artistico; nei fatti, invece, Cristina continua ad assecondare l'ispirazione e a seguire il flusso - che è un po' l'approccio consigliato durante l'ascolto per apprezzare al meglio il lavoro. Segnalarne qualcuna in particolare non è semplice, perché - ribadisco - tutti e 10 gli episodi rispecchiano il classico stile della Donà. La quale continua a raccontare delle innumerevoli sfaccettature del nostro essere umani con la naturalezza di sempre.

E bisogna dargliene atto, perché quando su "L'imprevedibile" canta: "L'imprevedibile è sempre da considerare / inestimabile poesia / non che non lo puoi sapere / no che non lo puoi fermare / devi lasciare / non è più da controllare / segui la sua onda / prova a lasciare che scorra" è la dimostrazione lampante di questo talento innato. Allo stesso modo come quando continua a cantare di amore alla sua maniera ("Corri da me / che i pianeti si spostano e prima o poi / se i pianeti si spostano / sposteranno anche noi") e non necessariamente fra uomo e donna ma anche e soprattutto fra madre e figlio ("Mi piace venirti a cercare / puoi chiudere gli occhi appena / com'è che tu poi mi lasci sempre senza parole / il respiro sa di gioia eterna / ed ho paura che si perda"). O ancora quando spiega che "Il senso delle cose si nasconde dietro alle persone / Il senso delle cose si racconta con parole silenziose" non si può non riconoscere che siano versi caratterizzati da un'incredibile potenza espressiva.

In tempi di streaming a costo zero sarebbe quindi un delitto non concedere la giusta attenzione - e il numero giusto di ascolti - a questo lavoro, senza necessariamente riporre chissà quali aspettative. Perchè, siamo seri, alla fine c'è davvero poco di cui lamentarsi di fronte a dischi del genere.

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La recensione Così vicini di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-09-25 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • mathias.gennari 10 anni fa Rispondi

    tregua e nido gli unici che si salvano, poi il buio. cristina non ti riconosco più.

  • maxavo 10 anni fa Rispondi

    ogni album di Cristina Dona è, almeno per me, atteso come un piccolo evento;un momento per capire quanto e come si riavvicini o allontani dal suo folgorante ed irripetuto album d'esordio. Si sa, la musica ha i suoi percorsi e quelli della della Donà la portano lontano da quel suono cosi ruvido e graffiante, che ancora oggi rimane per lei(e suo malgrado,immagino) imprescindibile.Rimane per me il mistero di questo "rigetto" formale e stilistico per il suo esordio che, nonostante le vendite di allora non premiarono,rimane il suo album migliore. Quali fantasmi rievoca per portare la sua autrice ad un allontanamento cosi netto, rivendicato e sottolineato ad ogni successiva uscita? Solo lei ci potrebbe rispondere, ma nell'attesa ci allieta con delle piccole e lucide perle di pop sognante, disseminate qua e la nella sua discografia post-tregua.La delusione per quello che non c'è, non è quasi mai superiore al piacere per cio che c'è, e non è poco. Inoltre, la speranza che prima o poi il cerchio si chiuda, rimane viva e non eccessivamente frustrata anzi, questo album la alimenta.