Noste Sabbia 2014 - Cantautoriale

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Un cantautore che ricorda Zucchero e Gaber ma che deve ancora maturare per poter sorprendere

Stefano Gamba, in arte Noste, non è ancora convinto del suo lavoro. Il suo indugio è evidente tanto da dividere l’album "Sabbia" in due parti ben distinte. Ci sono brani belli e brani inaccettabili per un cantautore che ha le qualità ma ha in tasca una cartina scarabocchiata che forse non vuole abbandonare. Sa suonare, sa cantare e sa scrivere. Sarebbero buone doti per un cantautore se non fosse che non ha il coraggio di decidere di fare bene solo roba buona.

Già il collega Simone Stefanini, qui su Rockit, nel recensire il singolo lo aveva bacchettato: “Noste ha qualcosa da dire, ma sbaglia vocabolario. "La Barista" è un pezzo dozzinale… - e ancora - Scegliere la bellezza sarebbe già un bel traguardo”. La sostanza anche per l’album non cambia.

L’album si divide inspiegabilmente in due parti, una con canzoni “buone” e l’altra con canzoni non accettabili per il livello che potrebbe raggiungere Noste. In alcuni brani inciampa in motivi tanto banali che già prima di ascoltarli si sa già con cosa faranno rima o che assonanze si utilizzeranno. Nessuna sorpresa. Dispiace molto questo pressappochismo tanto da chiedergli con le sue stesse parole: “ti fai da solo le sigarette o hai troppa fretta e te le compri già fatte?”.

Gli unici pezzi buoni sono “Mercy” con un riff di chitarra nostalgico, “La vita più in là”, “Già” dove adotto lo stile di Zucchero, “Noi due” dove ricorda vagamente Giorgio Gaber. Un manierismo che non dispiace perché lo personalizza abbastanza da non sembrare uno scimmiottamento. Noste è bravo ma deve lavorare di cesello, forse far decantare ciò che scrive prima di scegliere sarebbe un buon inizio.

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La recensione Sabbia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-24 00:00:00

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