Winona Fulmine 2015 - Rock, Alternativo, Emo

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Una forza della natura sanguigna e genuina, che nasce da un'ottima amalgama di ritmica e voce.

Quando una band esordiente ha le idee chiare, lo si sente fin dal primo accordo. In questo caso però non è tanto la chitarra quanto la batteria, a caratterizzare fin dal principio i Winona, con un dinamismo punk rock che si sposa perfettamente con la voce rabbiosa di Michele Morselli, spigolosa e cattiva sì, ma mai eccessiva. Un’accoppiata vincente, che fa di Fulmine un album che non ha bisogno di furiosi assoli alla Van Halen per dimostrare tutta la sua grinta.

L’unico momento di calma del disco è "Domani Diluvia", una ballata in stile chitarra-voce che ricorda, per il nonsense dadaista del testo e la maniera di cantare, la visceralità di Vasco Brondi e delle sue canzoni da spiaggia deturpata, quelle che si compongono nelle piccole stazioni di provincia aspettando il regionale per Bologna in perenne ritardo. Ma del resto è proprio in periferia che nascono molte delle frustrazioni protagoniste delle tematiche dell’album: dalla voglia di evasione alle storie d’amore che ti fanno percorrere chilometri a vuoto, passando per quella sana dose di follia tout court che nasce dall’insopprimibile voglia di urlare al mondo la propria presenza così come ti esce dallo stomaco.

Nel finale, la scelta di chiudere il disco con due pezzi corali e cadenzati (“Quel che temevo” e “La chiave”), oltre che a costituire di per sé una variazione agli attacchi Sturm und Drang di batteria, conferisce anche quel pizzico di tranquillità che, per chi attraversa un temporale, serve a riprendersi dalla forza d’urto del trio carpigiano, sanguigno e genuino come la loro terra d'origine.

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La recensione Fulmine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-05 00:00:00

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