Milorad GD Where I’ll lose (EP) 2015 - Rock, Folk

Where I’ll lose (EP) precedente precedente

Ballad e oscurità per preghiere antiche e colme di speranza

Sotto la direzione artistica di Giuliano Dottori (anche alla chitarra elettrica), Milorad GD mette a segno un ep tanto affascinante quanto ancora tutto da capire. È un cerchio che si completa: si apre con una traccia strumentale che anticipa il tema di “Jerusalem”, ultima traccia. Punta tutto all'inizio sulla traccia più forte, “Day bye day”, una ballad che emana odore di America anni '70, anche grazie alla scelta timbrica: il basso asciutto e profondo, il riff costante di chitarra acustica, brevi incursioni di piano e chitarra che entrano a crescere, un Neil Young degli esordi che in “Where I'll lose” si fa ossessivo e oscuro, firmando un altro brano che riesce a farci sentire piccoli piccoli davanti alla previsione (domanda?) del titolo.
Mentre “Open your eyes” sceglie di tornare alla ballad intimista, “Jerusalem” conta sulla melodia antica, rimpolpata da cori sacrali visionari e misterici.
Tutto in questo ep sembra funzionare bene e concorrere a questa idea di viaggio alla scoperta di se stessi in terre antiche, crocevia di culture millenarie, terreno di scontri e di incontri, nonostante l'intonazione precaria e la pronuncia inglese che definire basic è un complimento, ma che in qualche modo fa parte dell'espressività in sé di Milorad GD; il suo modo di interpretare è un po' strascicato e lento, come una preghiera che si prolunga da ore e minuti, come una litania stanca ma ancora speranzosa. Su una durata più estesa bisognerà forse aggiustare il tiro per non passare dalla preghiera al lamento, ma se Milorad riuscirà a scrivere delle altre canzoni così, non potremo che unirci al coro.

---
La recensione Where I’ll lose (EP) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-24 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia