Mezzosangue Soul of a Supertramp 2015 - Rap

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"Soul Of A Supertramp" è l'espressione di quanto il sentimento abbia agito in Mezzosangue nella sua opera di resistenza

Parlare di "Soul Of A Supertramp" senza cadere nel banale non è semplice, e questo per il solo fatto che ascoltare e vivere l'opera di Mezzosangue pone innanzitutto lo scrupolo di rendere giustizia a quello che per me è un pezzo d'arte.
Non parlerò del rap di Mezzo in termini tecnici, vi basta sapere che questo non è il punto fondamentale su cui soffermarsi perché il rap, Mezzo, lo sa fare. Tecnica, delivery, rime, interpretazione, uso delle metriche, flow, zittendo in parte anche i soliti quattro cinque che sostenevano "eh ma il flow è tutto uguale". "Out Of My Mind" e "Touché" hanno mostrato altro: "Pensavi non sapessi scrivere come te? Mo sai che posso farlo, tu puoi farlo come me?" , questo è il punto. Senza tralasciare i tappeti sonori stesi da Mess Too, Grabe, Ill Grosso e Squarta che rendono magica l'atmosfera del disco. Tutto perfetto, tutto molto bello ma “Soul Of a Supertramp” è soprattutto un bellissimo esperimento/esempio di resistenza umana.

In "Musica Cicatrene" Mezzosangue ha sbalordito con le sue doti di scrittore e la capacità di scandire immagini nella sua musica, in grado di esprimere tutta la rabbia e il disprezzo verso l'attuale società e il suo contenuto. Si trattava però di una rabbia disordinata, forte senza dubbio, ma senza un percorso tracciato per arrivare a delle possibili soluzioni per riuscire a guarire gli elementi denunciati.
In questo disco Mezzo ha compiuto un'evoluzione, la prima forse di un processo intimo ancora in fase di compimento e quindi non ben definibile e inquadrabile. Nel nuovo album non si limita a raccontare ciò che è buono e ciò che è male nella nostra società, l'attitudine è la stessa ma è chiaro un senso di accettazione (non rassegnazione) del dramma collettivo – "siamo pennelli, i colori le emozioni ed anche i tratti più neri fanno parte di bellissimi disegni" – e personale – "dei miei drammi ne ho la nausea, la causa, non serve più inventarla se non so accettarla". È da questa presa di coscienza che si evolve il percorso artistico di Mezzosangue ed è da qui che parte la sua ricerca verso delle risposte allo stato attuale delle cose. Troppo facile limitarsi a fare un elenco dei cattivi e affermare ciò che già è chiaro dal nome, sono cattivi. L'autore fa un passo in avanti, compie la sua indagine, si espone al rischio della critica avanzando le sue soluzioni. Giuste o sbagliate un tentativo va fatto e Mezzosangue si è preso tutte le responsabilità del caso.

Come accennato, il nuovo percorso di Mezzosangue è in fase di arricchimento e dopotutto se davvero l'arte è espressione dell'anima è esattamente così che deve essere. Degli spiragli di luce sono già presenti nel nuovo disco, dai riferimenti alla meditazione, all'uso della scrittura come terapia (''E ogni sera fotto gli ectoplasmi, penne a sfera sopra A4 bianchi. Pagine di barre che se giri il foglio e guardi capirai che sono sbarre in cui rinchiudo i miei fantasmi''), dal viaggio del Supertamp che come spiegato dallo stesso Mezzo ai tipi di Gold va inteso come "una persona che intraprende un viaggio a piedi verso la verità, qualunque essa sia, e per farlo dovrà lasciare certi saperi, certi dogmi, certi giudizi e certe conoscenze", alla ricerca di una spiritualità lontana dai suoi incubatori organizzati, fino all'invito tramite una personale interpretazione del “De Anima” di nutrire e prendersi cura della propria anima, prima che essa si ribelli e suicidandosi ci abbandoni a noi stessi.

"Un'unica ragione spinge l'uomo è il sentimento" e "Soul Of A Supertramp" è l'espressione di quanto il sentimento abbia agito in Mezzosangue nella sua opera di resistenza. La sua arte è in piena evoluzione, è viva, così come lo sono le 14 tracce che compongono l'album e così come è viva la parola e la scrittura, ricca, stimolante e mai scontata, in grado di contribuire a creare gli anticorpi a quello che Calvino definiva, in "Lezioni Americane", l'espandersi della peste del linguaggio.
Non mi dilungherò in un'infinita retorica su quanto la scena italiana del rap avesse bisogno di un'opera del genere e su come questo ragazzo stia smuovendo le acque riportando l'attenzione sul contenuto più che sulla forma, anche perché se il contributo esiste questo è vero per tutta la scena musicale italiana e per l'arte in genere, non solo per il rap.

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La recensione Soul of a Supertramp di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-13 09:00:00

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