Calde sonorità ed avvolgenti melodie riscaldano le parole di questa ballad ispirata alla Teoria del Big Bang
Il termine "Big Bang" fu coniato dallo scienziato Fred Hoyle, il quale, durante una trasmissione radiofonica della BBC, argomentando la propria “Teoria dello Stato Stazionario” fece riferimento, in modo quasi dispregiativo, all’altra grande teoria cosmologica dell’epoca, quella sostenuta dal fisico e matematico belga Georges Lemaître, che per primo sviluppò le equazioni che stanno alla base dell’ipotesi, oggi meglio accreditata, sulla nascita dell’Universo.
Traendo ispirazione da questa rivoluzionaria intuizione che un’incredibile esplosione abbia dato inizio a tutto, Michele Schirru realizza un interessante biglietto da visita in musica, in cui le affinità con il David Bowie che cantò, con un occhio rivolto al cielo, le gesta del Major Tom in “Space Oddity”, non si fermano ad un puro riferimento concettuale, ma si spostano decisamente sull’aspetto stilistico. A cominciare dal timbro e dall’impostazione della voce, così velata di calda malinconia, per finire alla scelta dei suoni, che lo avvicinano maggiormente alle prove più recenti del Duca Bianco ed in senso assoluto ad un certo pop elettronico.
Il brano, che nelle intenzioni dell’autore precede un album concettuale ispirato alle tematiche di “1984” di Orwell, si mantiene, dall’inizio alla fine, con passo indolente, su sonorità morbide ed avvolgenti, senza mai decollare in un tripudio di ruffiana orecchiabilità. Probabilmente, questa sobria e misurata ballad non sarà la next big thing dell’anno, poiché i numeri del business, di questi tempi, girano su tutt’altre frequenze.
È legittimo invece sperare che la stessa eleganza ed un pizzico di coraggio in più, possano spalancare le porte di un futuro artistico stellare.
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La recensione The Day Without a Yesterday - Single di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-30 00:00:00
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