moodrama Moodbox 2015 - Elettronica, Dance

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Dieci colori per esprimere dieci stati d'animo

Quanti colori servono per descrivere un arcobaleno musicale? Secondo i Moodrama ne bastano appena dieci. Infatti la particolarità di “Moodbox” è proprio quella di associare a ogni brano un colore, il quale più che dare una denominazione nel senso tradizionale, serve a far risaltare lo stato d’animo che il pezzo vorrebbe trasmettere.
Il primo colore che passa dalla tavolozza alla tela è “Grey” insieme ad un elettropop da Mtv coadiuvato dal cantato etereo: un tratto così deciso da far pensare che sia proprio questo il genere che sentiremo in tutto il disco. L’intuizione è in parte corretta, ma in realtà questo album è molto più che semplice elettronica. Appena due pezzi dopo avviene il passaggio al colore “Avorio”, il suono si trasforma in quello degli Scisma e il cantato italiano sostituisce l’inglese. Seguono a ruota “Silver” e “Gold” che invece lasciano gradualmente in disparte la voce femminile in favore di quella maschilie, dando nel contempo spazio anche al lato più à-la Depeche Mode dell’album. Poi la depressione di “Blue” (ok, questo è un cliché; ma potevamo davvero farne a meno in un disco cromatico?) e l’abisso tra la techno e il R&B di “Black”.

Quindi in conclusione come è venuto fuori questo progetto? È un bel dipinto, ma avremmo voluto che i Moodrama fossero ancora più coraggiosi, perché a un’idea interessante per diventare brillante deve seguire una concretizzazione da inchino. Infatti, per quanto l’impostazione lasci pensare di trovarsi di fronte ad un vero e proprio concept album che punta in molteplici direzioni, in realtà il risultato è più omogeneo di quanto si possa immaginare. Non che non ci siano variazioni - ci sono e sono in buona parte elencate sopra - ma non riesce a passare l’idea di un mood che varia così sensibilmente a seconda del colore che lo sostiene, come ci si aspetterebbe. Allo stesso modo ci sarebbe piaciuto che alcune strade fossero state intraprese con più decisione: il pizzico di rock che ogni tanto compare, l’uso della lingua italiana, l’utilizzo della voce maschile.
Se si dovesse esprimere un giudizio in base alla azzeccata o meno associazione tra musica e colore, si potrebbe affermare che ci sono alcuni brani particolarmente riusciti (su tutti “Black”), altri invece che lasciano il tempo che trovano nel loro accostamento. Per quanto riguarda un commento squisitamente musicale, “Moodbox” risulta un album piacevole, ben suonato e cantato, con un numero considerevole di sfaccettature e un’ampia dose di elettronica. Se non si parte con il presupposto di ritrovarsi in una scatola capace di trasportare l’ascoltatore in una diversa dimensione a ogni canzone, si rimarrà sicuramente soddisfatti dal cambio di luci che è comunque in grado di fare questo contenitore musicale.

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La recensione Moodbox di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-07-03 00:00:00

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