Aldo Di Zenobio THE UNIVERSE 2015 - Strumentale, Psichedelia, Elettronica

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Elettronica contaminata a trazione domestica: tanto anarchica e colta quanto evanescente e satura di forzature.

Suonare per se stessi in primo luogo, fregandosene di tutti e tutto. Questa la filosofia (autoreferenziale?) che anima il primo progetto solista di Aldo Di Zenobio, fisico e musicista capitolino votato a una kosmische musik contaminata da infiltrazioni acustiche, ombreggiature ambient e frequenze cinematografiche. E in effetti, lungo il percorso di “The Universe”, si tocca con mano la sua palpabile anarchia compositiva, sganciata da qualsiasi richiamo melodico e, talvolta, persino logico: nulla e nessuno da assecondare, dunque, se non le proprie visioni e i propri flussi di pensiero, disorganicamente riassemblati sotto forma di astrazioni elettroniche analogico/digitali, completamente avulse da un qualsiasi denominatore comune.

Anarchia che però si tramuta spesso in forzatura: non solo, infatti, ogni brano sembra tratteggiare un micromondo a se stante ma capita sovente di riscontrarvi all’interno tante e tali segmentazioni di genere da rendere oltremodo frammentata la tensione d’ascolto, come del resto anche già soltanto il guazzabuglio di spunti che appesantisce “A new shelter” sta lì a testimoniare.
L’asettico esotismo della title track, vicina a certe cose di Sakamoto, e i quasi nove minuti di “Don’t run” - che si dipanano tra onde cerebrali pinkfloydiane, ossessioni avant-rumoristiche del primo Battiato e inquietanti sospensioni à la J. Carpenter - rappresentano gli episodi meno sconnessi di un lavoro che, per quanto equilibrato nel dosaggio analogico/digitale, rimane comunque musicalmente, concettualmente e didascalicamente evanescente.

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La recensione THE UNIVERSE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-29 00:00:00

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