Banda RulliFrulli Kraken 2015 - Pop, Ritmi

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Una band da ascoltare ma anche e soprattutto da vedere: andateli a cercare, e quella che per loro è già un'esperienza da ricordare lo diventerà anche per voi

Premessa: prima di parlare e di ascoltare qualcosa di un progetto come la Banda RulliFrulli il consiglio è quello di vederli. Dal vivo, ma momentaneamente va bene anche su YouTube. Ci si rende subito conto della portata di questo progetto che, lungi dall'essere "una semplice banda di paese", come già rimarcava Sara Scheggia nella recensione al loro primo disco, o un normale collettivo di percussionisti, è prima di tutto "un'occasione speciale, per tutti questi ragazzi, che di sicuro si porteranno dietro per la vita" (cito ancora Sara perché io non avrei saputo dirlo meglio).

Cioé, uno pensa a come la musica viene insegnata alle medie, in molti casi, a botte di flautini e ninne nanne di Mozart, o in certe scuole di musica, destinate a perpetuare all'infinito rituali già stantii alla loro nascita sulle note di "Sweet child of mine" o della Pantera Rosa. Poi vede questa fiumana di ragazzi e ragazze, a picchiare come dei matti sui barili, sulle pentole, su pezzi di batteria rimediati qui e là. Ragazzi giovanissimi e meno giovani, alcuni disabili, altri no, tutti, nessuno escluso, con il fuoco di chi in un lampo ha capito o sta capendo che la musica - fatta bene - è una cosa seria, una cosa che ti resta dentro e ti cambia.

E che c'è molto altro oltre i Guns, oltre Vasco, oltre i polpettoni che ci propinano le radio: ci sono i PiL, per esempio, che echeggiano dalle chitarre della title-track "Kraken", il post-hardcore ("Rostro"), i CSI e i Massimo Volume ("Oceano"), l'elettronica, l'afro-funk ("Rostro remix"). Ma anche che non è una questione di generi, di gruppi di conoscere o da ascoltare, di canzoni da interpretare o da scrivere, non è soprattutto una questione di tecnica o teoria musicale: è piuttosto un flusso, un flusso continuo di sensazioni.

E come tutti i flussi ha i suoi momenti di picco e i suoi momenti di calo, e si sente in questo disco, che è forse meno compatto del primo ma non ne ha perso i pregi principali: la spontaneità, l'energia incontenibile, l'urgenza. Aspetti che colpiscono ancora di più, per tornare alla premessa, quando all'ascolto si accompagna la visione, nella sua interezza, della Banda RulliFrulli. Cercateli, e se ne avete la possibilità andateli a vedere dal vivo: sarà un'esperienza anche per voi.

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La recensione Kraken di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-26 09:00:00

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