Shapeless Void Oberheim 2015 - Stoner, Indie, Britpop

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Quando le cose non sono quello che appaiono

«“Oberheim”, album d’esordio degli Shapeless Void.»

Leggendolo d’un fiato, quello che ci appare nella mente è tutto un programma… quello sbagliato probabilmente. Se pensate infatti di trovarvi dinanzi all’ennesima opera figlia dell’ondata d’elettronica di matrice prevalentemente estera a cui siamo soggetti ormai un giorno si e l’altro pure, dovrete ricredervi. Le influenze straniere ci sono ovviamente, ma i quattro bresciani sono in debito con ben altri gruppi: Arctic Monkeys su tutti.

Il biglietto da visita, composto da 4 tracce autoprodotte, da un bello spaccato del potenziale della band e di come, nel suo piccolo, sia già riuscita in parte ad esprimerlo. “A Drop In The Ocean” colpisce per l’energia della chitarra, soprattutto in apertura al magnetico ritornello, “Stuck In The Queue” invece aumenta d’intensità l’ascolto attraverso ritmi serrati di basso ed elettrica – che sanno tanto di stoner. Con “Assasin” e “Reckless” si completa il ventaglio dei generi a cui il gruppo ha saputo ben intingere: qui il britpop si fa più presente, ma senza strafare, e riuscendo comunque ad imprimere quella carica propulsiva che sembra essere la vera colonna portante dell’opera.

 Gli Shapeless Void sembrano non lasciare spazio a dubbi e indecisioni: hanno idee ben definite, sanno cosa vogliono e sembrano anche essere a conoscenza di come fare per prenderlo. Aspetteremo il prossimo lavoro, magari più completo, per vedere se non si tratti solo di un bluff.

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La recensione Oberheim di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-03 00:00:00

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