Un concept strumentale prodotto in casa. E si sente.
Heden Parker, pseudonimo di Hermes Conte, giunge al suo terzo album autoprodotto e interamente suonato da lui. Il lavoro è un concept strumentale, quindi basato sulle sole suggestioni musicali e sui titoli dei brani, che svolge il tema del controllo del Potere sulla società e su ciascuno di noi. Coerentemente al titolo, l’album si apre con “Creators” e si chiude con “Users”, trattando la falsa rivoluzione (quella violenta), le nuove forme di controllo della società informatizzata, la passività, la ricerca del paradiso in se stessi.
Musicalmente, l’ambizione di Heden Parker è unire rock ed elettronica, nella sua forma più prossima alla techno meno sperimentale e avant, benché non disdegni momenti più melodici. A tratti la musica di Heden Parker può vagamente ricordare il tipo di suono ricercato da band epocali come i Klaxons o i Ministry, ma si tratta di paragoni che faccio a fini puramente esplicativi e che non riguardano mai il risultato finale.
Esso è infatti, a mio personalissimo parere, fortemente penalizzato da alcuni limiti: la qualità delle composizioni, che spesso rimangono nel banale e nel già sentito (nelle parti melodiche mi si affaccia lo spettro di un Giovanni Allevi et similia); la mancanza di un cantato, del quale in questo specifico caso si avverte la mancanza, giacché le linee melodiche scritte da Parker spesso latitano o non paiono all’altezza di condurre i brani con sicurezza dall’inizio alla fine; la qualità dei suoni, tutti compressi e asfittici, che tolgono aria a composizioni che invece ambirebbero al grandioso (veramente brutto, a mio personalissimo parere, il suono della chitarra distorta – di questa chitarra distorta, sia chiaro). Non ci siamo.
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La recensione Creators And Users di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-08-28 00:00:00
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