Flavio Zen COLORFUL BLOWJOBS 2015 - Sperimentale, Glitch, Elettronica

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Fine di un amore in due atti: la prospettiva dello scaricato

Alla fine "Colorful Blowjobs", letteralmente pompini colorati, è un'altra storia d'amore finito, una storia divisa in due atti e narrata dalla prospettiva dello scaricato. Come nella maggior parte delle storie d'amore c'è chi lascia e chi viene lasciato, in questo caso la stronza è stata lei e come da tradizione la rottura dà sfogo al più classico dei "peggio per lei, non sa cosa si perde", presupponendo dunque una certa autostima (sacrosanta in questo caso, almeno per metabolizzare meglio la rottura). I due atti messi in scena da Flavio Zen si sviluppano a partire da questa considerazione. "&IFEELSORRY4U", titolo della prima traccia, non lascia dubbi e disegna uno scenario vasto, uno spazio aperto tendente all'infinito. La donna che ha lasciato il protagonista perde qualcosa che non si può quantificare.
L'azione che segue è altrettanto da manuale. In "RUN AWAY FROM U" (ancora una volta il titolo fa da suggeritore), il protagonista della storia si rende conto che non basta pensare quanto grande e infinito sia il tesoro a cui la stronza ha rinunciato, il dolore è più forte quindi meglio allontanarsi ed evitare incontri indesiderati e ricordi visivi, quelli legati a luoghi e oggetti.
La destinazione della fuga è ignota, basta sapere che c'è una meta dove il protagonista si riposa ("TURN OFF THE LIGHT!") e riordina le idee mettendo da parte la confusione prodotta dal caos delle emozioni ("CHAOSORDER") per arrivare a una prima presa di coscienza in "UNAIDED". Ovviamente i tempi sono ridotti, si tratta pur sempre di una storia in due atti, e nell'ultima traccia del primo atto il protagonista accumula energia e motivazioni per aver preso una decisione (la fuga) in totale autonomia, senza alcun ripensamento. Le sonorità sono energiche, decise, e risaltano un senso di libertà raggiunto: il protagonista si sfoga, balla, si diverte fino a rilassarsi compiaciuto.

Metabolizzare l'abbandono è difficile però, e il ricordo (questa volta legato alla persona) è un attimo a farsi vivo. Così succede in "NEEDYA", traccia che apre il secondo atto della storia, dove il sentimento prende il sopravvento e per quanto lontano possa essere andato il protagonista, e per quanto ora possa sentirsi forte, c'è qualcosa che gli manca, gli manca lei. L'atmosfera dipinta è più rilassata perché spesso è proprio in momenti di calma che alcune verità escono fuori.
Serve distrarsi, serve trovare un altro rimedio: sesso, prima nel sogno ("KALEIDOSCOPIC") e dopo nella realtà ("FIX U" e "PUSSYCOLA"). In "FIX U" il protagonista cerca di dimenticare, conscio che il dolore non possa esaurirsi con una scopata - le parole rallentate di Chris Martin sono profetiche a riguardo: "when you get what you want but not what you need". In "PUSSYCOLA" il sesso è invece una realtà passata, forse un ricordo legato al vecchio amore, ennesimo schiaffo che porta il protagonista alla consapevolezza che i distacchi e le rotture abbiano bisogno di tempo per essere digeriti. I suoni in questa fase ispirano qualcosa di selvaggio, di animalesco, ma anche di sensuale e di nervoso (come la tensione percepibile all'inizio di "FIX U", chiaramente dovuta all'incontro con una persona estranea al corpo del protagonista).
Rassegnarsi al fatto che il tempo sia l'unico rimedio a certi problemi rende il protagonista della storia più sereno e nuovamente carico di energia, forte di una nuova esperienza e sicuro di essere imbattibile. Qui c'è la sorpresa, l'inaspettato. Le sonorità sono nuovamente vivaci e decise, come nel finale del primo atto, fino a raggiungere la pausa: la musica si ferma, il protagonista si ferma, si guarda intorno, realizza, sta bene con se stesso. Il beat riparte e il protagonista è felice.

La storia è una personale interpretazione della musica di "Colorful Blowjobs", disco che allo stesso tempo ha una sua filosofia concettuale di cui ho preferito non parlare perché spiegata nel dettaglio dallo stesso Flavio Zen nel video che introduce l'album di strumentali. Nulla è lasciato al caso, dalla cover e i suoi colori alla scelta dei titoli dei brani, dai suoni usati per comporre alla struttura di ogni singola traccia. Flavio Zen di mestiere fa anche il rapper e questo lavoro lo colloca definitivamente fra i musicisti emergenti più interessanti in giro per lo stivale.

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La recensione COLORFUL BLOWJOBS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-09-10 08:30:00

COMMENTI (2)

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  • BitRider 9 anni fa Rispondi

    Gustoso.

  • GiuseppeG 9 anni fa Rispondi

    @Flavio Zen spacca i culi.