Ophiuco Hybrid 2015 - Trip-Hop, New-Wave, Elettronica

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Buon disco che riconferma le intenzioni già espresse all'epoca dell'esordio

Storia non dico lunga e travagliata quella degli Ophiuco ma leggermente contorta. Il progetto prende infatti spunto dall'esperienza degli IK14, formazione milanese dedita al drum'n'bass durante il decennio scorso. Da lì è davvero breve il passo per toccare una delle sponde musicalmente contigue, quella del trip-hop.

Già battuto il sentiero con buoni risultati (ne raccontavamo bene all'epoca del lavoro d'esordio), per questo "Hybrid" sfoderano una manciata di pezzi che conferma la bontà di quanto fatto finora. Però, se devo essere sincero, avrei preferito osassero qualcosina di più, magari evitando alcune costruzioni in cui si dilungano un po' troppo ("While", "Game machine", "Transitional eyes") sul fronte dell'elettronica che tende alla psichedelia. Intendiamoci: non si tratta di brani da scartare, ma dopo ripetuti ascolti l'impressione è che si scada nell'esercizio di stile.

Quando invece toccano l'ambito del trip-hop, quello evidentemente a loro più consono, nelle diverse sfumature che un frequentatore del genere riconoscerebbe al volo ("Desert", "Trip", "Ground", "Scrowls of intentiones", "Figurato", "Out of the window"), possono essere promossi a pieni voti.

"Hybrid" rimane complessivamente un bel disco.

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La recensione Hybrid di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-27 09:45:00

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