SINFONICO HONOLULU IL SORPASSO 2015 - Pop

IL SORPASSO precedente precedente

Smarcandosi (ma non del tutto) dall'esperienza con Giovanardi, il Sinfonico Honolulu firma un buon disco di pop tropicale

Che le premesse fossero buone, si capiva già dal disco precedente, decisamente oltre a quel che si può pensare quando sulla carta si pensa che si è di fronte ad una formazione composta da 8 ukulele, un basso e delle percussioni, arricchendo la formazione “tipica” di altre orchestre imperniate sullo strumento hawaiano (come la Ukulele Orchestra of Great Britain).
E infatti il risultato riesce ad essere piacevolmente un po' oltre quel che ci si può aspettare, trovando sempre un guizzo o un’idea interessante in ogni canzone. Il dubbio principale con cui ci si può accostare a questo disco è che il gruppo avrebbe fatto fatica a smarcarsi dall'ottima accoppiata che aveva formato nel 2013 quando aveva pubblicato “Maledetto colui che è solo” con Mauro Ermanno Giovanardi. La caratterizzazione vocale del cantautore infatti aveva sicuramente dato uno smalto e una verve importanti (anche dal vivo) al progetto, ma aveva anche impostato un termine di paragone non facile da ignorare.  Eppure ascoltando questo "Il sorpasso", le voci sono proprio uno dei punti su cui si incardina l'idea musicale del disco.

La scelta di alternare diversi cantanti, oltre ai featuring anche interessanti (Appino oltre all’ormai consolidato compagno di viaggio M.E. Giovanardi), riesce a dare una maggior ricchezza timbrica ed espressiva al disco, facendo efficacemente da complemento alla tavolozza sonora (altrimenti per forza di cose un po' limitata dalla natura stessa del progetto), anche grazie ad arrangiamenti curati e ad un'intelligente limitazione dell'uso dell'elettronica, efficace ma mai invadente.
Peraltro, i pezzi più interessanti del disco sono proprio quelli interpretati dai vocalist del Sinfonico Honolulu ("La storia scritta in un attimo", "Vento d'estate"). D’altra parte rimane ancora poco incisiva la scrittura, e a parte qualche eccezione più convincente ("Apnea", "Perfetto"), le canzoni originali soffrono a tratti il confronto con le cover incluse nel disco.

“Il Sorpasso” resta comunque un disco scritto bene e prodotto in modo attento ed indovinato, che alterna efficacemente atmosfere più spensierate (ed è ovvio quanto inevitabile richiamare le ambientazioni “tropical” degli ukulele) ad altre permeate da una vena leggermente malinconica, arrivando fino alla fine dei suoi 12 pezzi senza essere troppo monotono o stucchevole.

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La recensione IL SORPASSO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-12-22 09:30:00

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