Baustelle Sussidiario illustrato della giovinezza 2000 - Pop

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Mi chiedo: e se non ci fosse stata Baracca & Burattini a farci conoscere questo disco, nessuna major si sarebbe fatta avanti per produrre tale capolavoro? E pensare che non sembra poi un prodotto destinato a figurare nella lista dei ‘resi’ se ci si impegnasse in una degna promozione - nota dolente per le finanze di una label come Baracca & Burattini.

Allora affanculo a tutto e speriamo che la mia recensione sia per voi solo un’inutile lettura, nel senso che l’opera prima dei Baustelle sia già nel vostro lettore da qualche mese. Altrimenti continuate e, ovunque voi siate, cercate poi di recuperare quest’opera d’arte. Sì, perché questa non è solo musica, ma è anche arte, va cioè al di là del semplice ‘entertrainment’ - unico obiettivo del 90% delle produzioni musicali odierne. E avete 10-canzoni-10 per convincervi che questo gruppo di sei elementi appartenga a quel restante 10%; e il disco, potrà sembrarvi strano, è tanto orecchiabile quanto ricercato nelle sue melodie che intrecciano più generi in un’intersezione chiamata (vagamente) easy-exotica.

“Il pop ‘all’italiana’ […] evoca una possibilità exotica di essere rivoluzionari con mezzi poveri, distruggendo e ricostruendo in maniera originale le idee che i cugini d’oltreoceano e oltremanica cercano di imporre alle realtà giovanili di provincia. La tensione al modernariato che si percepisce ascoltando il disco può essere intesa come manifestazione di una precisa volontà di sperimentazione e rottura all’interno di culture già ‘cristallizzate’, siano queste gli anni sessanta del beat e del boom, o gli anni settanta del punk e del Moog, o gli ottanta della Nuova Onda, Baustelle ha la missione di ‘disturbare’ il già codificato, di giocare all’avanguardia di massa.

Il pop all’italiana di Baustelle è una serpe in seno alla forma pop.”
Viene quindi da pensare, dando retta alle note stampa, che il sestetto di Montepulciano abbia non poche pretese di rivoluzionare certi canoni, riuscendoci appieno rispetto agli obiettivi proposti. Tutto il resto (e non è poco!) lo fanno le canzoni contenute in questo stupefacente cd; parlarne singolarmente sarebbe come commettere un peccato e fare un torto all’indole creativa di questa band, indi per cui il ripetuto invito ad avvicinarvi al mondo dei Baustelle si trasforma, in questo caso, in un obbligo. Non ve ne pentirete, lo giuro!

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La recensione Sussidiario illustrato della giovinezza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-09-26 00:00:00

COMMENTI (3)

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  • Laura_p 10 anni fa Rispondi

    non vorrei dire un amica di
    Siamo alle comiche, i siti che ora beano di battute da caserma e screditano così o pomì chi ha fatto una sola domanda ora sono diventati 3
    Nel ultimo viene pure impedito di entrare per controbattere
    complimenti ma tanto quello che è scritto e poi è stato scritto, perchè scoperto dopo, non si limita solo a 3 siti autoreferenziali o amicali
    continuate così

  • Mary_93 10 anni fa Rispondi

    Atto II Premettendo che sono stata censurata su altre 2 piattaforme per avere espresso la medesima domanda! credo non diffamatoria nè offensiva nei confronti di nessuno, e questo la dice lunga su chi si arroga di gestire o in testa sua detenere la cosiddetta scena italiana... detto questo non volendo attraversare episodi amicali e di casta che non c'è, mi ostinerò a ricercare nuovamente la stessa ovunque e comunque, e con tutti i contorni del caso.
    Quel che voglio sapere è:
    Quale è stata la reale produzione di Sussidiario illustrato della giovinezza album di debutto dei Baustelle qui in questione ma non solo?
    perchè da ciò che è ricercabile su internet e sigillato su wikipedia (unica fonte ufficiale aimè: modulabile da tutti, anche in peggior modo, appurato pure questo) l'album è stato registrato in 2 diversi studi e da ben 7 persone diverse, poi pubblicato dopo più di un anno dalla fine dei lavori a causa delle vicissitudini del etichetta.
    E allora ad occuparsi della promozione e sponsorizzazione del tutto fu il Mucchio
    ai posteri l'ardua sentenza su chi ha speso anche una sola volta soldi per acquistare questa "rivista"
    lettera43.it/economia/media…

  • yuri290583 11 anni fa Rispondi

    Discone, il mio preferito degli anni 1997-2012.