Il concerto di Salmo all'Alcatraz di Milano

Salmo, con Madman e Gemitaiz, porta sul palco dell'Alcatraz di Milano il sound della Machete Crew

Energia allo stato puro con gli Eroi della Machete Crew: Salmo & Co. live @Alcatraz di Milano
Energia allo stato puro con gli Eroi della Machete Crew: Salmo & Co. live @Alcatraz di Milano - Foto di Star Fooker

Il live sold-out all'Alcatraz di Milano: la carica incontenibile di Madman e Gemitaiz apre al grande live di Salmo Lebon, con tanto di wall-of-death spezzaossa. La Machete Crew si fa internazionale ospitando sul palco tre nuovi pazzi rapper dall'Olanda, i Dope D.O.D...il racconto di Simone Gaifami.

Milano, l’Alcatraz è sold-out: quasi 3000 i presenti, ennesima conferma del grande seguito che l’hip-hop ha in Italia, e di questo bisogna ringraziare Madman e Gemitaiz, duo ormai affermato che a breve presenterà un nuovo album, e la loro musica che, anche se dal vivo perde forse in qualità, resta sempre in grado di “far rimbalzare 2500 persone”, a detta dello stesso Madman. Ritmo incontenibile.
Il miglior rap in Italia però arriva, senza dubbio, dai ragazzi della Machete Empire: Salmo, En?gma, El Raton, Nitro, Jack the Smoker, Dj Slait
C’erano tutti domenica a Milano e tutti hanno contribuito a rendere la serata un’esplosione di urla, poghi, salti accompagnati dal rap dei macheteros che sta contagiando tutta la penisola con suoni che spaziano dal rock al puro hip-hop.
En?gma in particolare conferma grandissima personalità ed energia sul palco, ma una menzione speciale va a Nitro che, nonostante la giovane età (classe 1993) fa letteralmente impazzire il pubblico proponendo alcuni estratti dal nuovo album e arrivando al culmine del suo show quando tira fuori dal cilindro rime come ”io voglio vedere il tuo potere decadere quando vedi le pantere dare fuoco alle bandiere fare fuoco non conviene fare fuoco viene bene ma io ti rovino il gioco perché rompo le catene”, sputate in 5 secondi netti. Da restare senza fiato, in tutti i sensi.

Quello che succede nei circa 90 minuti successivi è anche meglio: finalmente il microfono passa in mano a Maurizio Pisciottu, in arte Salmo Lebon, e quello che era un mare di gente in tempesta si trasforma in un autentica onda anomala. Salmo agita le acque, e non potrebbe essere altrimenti perché la sua scaletta varia dai classici come “Death Usb” a pezzi freschi d’uscita come “The Island”, omaggio alla sua amata Sardegna, fino a tracce più easy ma piene di sentimento come “Faraway”.
Salmo esordisce con uno dei suoi più recenti singoli, che fa “Dio mi parla nel sonno dice dividi le masse, conquista la folla come Russell Crowe” ma il rapper sardo riesce a fare anche di meglio del famoso attore, scatenando un autentico inferno ai suoi piedi. Per quanto riguarda il dividere le masse, direi che il colossale wall of death che organizza definendolo “giochino” sia più che sufficiente: fa dividere il pubblico in due metà, ai due lati del locale, crea l’atmosfera giusta sulle note di “Have you ever had..” (skit del suo ultimo album) e i due schieramenti improvvisamente sembrano soldati pronti alla guerra, che si scontrano dando l’impressione di essere più in mezzo a un campo di battaglia che ad un live, ma in fondo è anche questo il bello…

Il concerto non si ferma qui, Salmo prosegue e all’inizio di ogni strumentale parte un’ovazione, e proprio sulle strumentali converge la novità: per una serata si dice addio alla console, l’impatto della band (Marco Manueddu al basso, Gabriele Deiana alla batteria, Claudio Cossu alla chitarra) sulla qualità del suono non è da poco e rende l’evento un mix tra rock e hip-hop, che è davvero formidabile.
Basta e avanza, si potrebbe pensare, e invece ecco che basso, batteria e chitarra si scatenano davvero e danno il via alla cornice musicale di “Blood Shake”, pezzo di Salmo uscito quest’estate in collaborazione con i Dope D.O.D, trio rap olandese che definire devastante significherebbe sminuire. Jay Reaper, Dopey Rotten e Skits Vicious salgono sul palco saltando ovunque e non si fermano un attimo, coinvolgendo al massimo il pubblico nonostante giocassero fuori casa, comunicando semplicemente tramite il loro rap. Non si può certo dire che i tre puntino a farsi notare per il fascino (Skits ha l’occhio sinistro completamente bianco e i capelli lunghi da un lato e rasati dall’altro) ma la bellezza della loro musica è inversamente proporzionale al loro aspetto. Il loro rap duro cantato in inglese è davvero tosto e si intona perfettamente al Salmo-style. Insomma, un grande, grandissimo spettacolo. Tanto che nessuno alla fine voleva andarsene, e questo la dice lunga.

Un concerto che è rimasto nel cuore non solo degli spettatori entusiasti, ma anche degli attori protagonisti: ”Chi non c’era ieri all’Alcatraz, non può capire davvero” queste le parole di Nitro, a testimonianza del fatto che Salmo chiude come meglio non poteva il Midnite Tour.
A noi resterà l’immagine di lui, a braccia aperte, immerso nella fitta nebbia dei fumogeni, come a volersi prendere l’abbraccio del suo pubblico.

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L'articolo Il concerto di Salmo all'Alcatraz di Milano di Simone Gaifami è apparso su Rockit.it il 2013-12-15 00:00:00

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