Fairy Lights Dress

Fairy Lights Dress

The Clothes

2013 - Lo-Fi, Twee

Descrizione

A volte, ma soltanto a volte, affrancarsi dalle proprie radici, lasciare il borgo natìo, voltare le spalle al conosciuto, può essere più proficuo di una interminabile sequenza di sedute di terapia. Se poi tutto ciò prende forma durante un lungo Erasmus in una ridente cittadina a nord est della Francia, tra Art Nouveau e rigida architettura Franco-Prussiana, allora può portare anche a dischi come questo “Fairy Lights Dress”. E’ qui che Massimo Scoposky (Voce e Chitarra) tra cafè, musei polverosi e parchi sempre aperti, coadiuvato da Laura Palmiz, butta giù l’architrave di ciò che andrà, di lì a poco, a costituire il debutto dei suoi The Clothes. Rabbia, nostalgia, perdita di senso, sono queste le direttrici che spingono e che non si può più fare finta di ignorare, vanno accarezzate, addomesticate, non combattute. Una chitarra nuda, un drumming ossuto, una voce a tratti sguaiata in altri melliflua, un sound che ha illustri predecessori nelle band della Sarah Records e che trae ispirazione dalle scorribande che avvenivano nella “Giovane Scozia” una manciata di lustri or sono. The Dead Milkmen, Buzzcocks, Felt, Field Mice, inutile girarci intorno, sono questi i numi tutelari che hanno vegliato sulla genesi dell’esordio del duo marchigiano, una lezione appresa con umiltà ma elaborata con la consapevolezza di poter aggiornare quel linguaggio ad una sorta di versione 2.0. “Fairy Lights Dress” prende forma al Loop Studio di Osimo (AN) sotto la supervisione di Luca Gobbi (Karibean) registrato pressochè in presa diretta e volutamente scevro di orpelli, overdub ed intromissioni digitali, è diretto come un bacio in bocca a tradimento, una carezza quando meno te lo aspetti, un fiore donato sotto la pioggia ed incurvato dal peso delle gocce.

Credits

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