Il segreto del loro successo: tre band che hanno funzionato (e perché) secondo Davide Caucci

Abbiamo chiesto a Davide Caucci – che di promozione musicale se ne intende - di scriverci le 10 regole d'oro per far conoscere una band a tutti. Lui ci ha risposto che ne basta una.

tutorial consigli come promuovere band Caucci Bomba Dischi
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Quando Rockit mi ha chiesto di scrivere i 10 consigli/regole da dare a una band c'ho pensato parecchio e non sono riuscito a farlo. Sono arrivato solo alla 1. Ho una sola certezza sul mondo della musica nuova: è importante che essa sia sincera. Così sarà spontanea, onesta e quindi coerente. Se la musica avrà queste caratteristiche anche a livello comunicativo, di conseguenza, si creerà uno storytelling corretto e funzionale alla crescita del progetto. Non pensare a come avere successo è la prima regola per avere successo. Dal momento in cui si cerca di fare qualcosa “che piaccia”, ancor prima di fare qualcosa, stiamo già sbagliando. Non c’è salvezza.

In molti casi ci si interroga su quali possano essere le scelte alla moda: le cose “che vanno”, sia artisticamente che produttivamente, sia dal punto di vista promozionale che da quello estetico-comunicativo. In entrambi i casi una regola non c’è e cercarla, oltre che essere una perdita di tempo, può anche essere fuorviante per la band o per l'artista stesso. Nel 2015 le idee (e quindi anche la musica) sono rapide e liquide: difficile studiarle ed inquadrarle dal punto di vista qualitativo.

Ad oggi è ancora possibile fare delle classifiche quantitative, quello sì, si può ancora capire chi sta vendendo di più. Tuttavia non si può veramente capire perché sta vendendo. Non puoi saperlo. Non puoi dire se sta vendendo perché ha messo la base dub, se sta vendendo perché canta in italiano, se sta vendendo perché ha investito tanto nel video, se ha indicizzato i suoi pezzi benissimo su YouTube o se ha la cantante che viene da X-Factor. Di conseguenza non puoi dire: “farò un bel video” o “mi rivolgerò ad una web agency che indicizzerà per me i brani su YouTube” o “mi rivolgerò ad un produttore “dub” o “cercherò un nuovo cantante uscito da X-Factor”. Una regola non c’è perché appena la si prova a scrivere e definire arriva uno che fa le cose in maniera contraria e va a vincere.

Allora qual è il segreto? Il segreto è non avere segreti, per esempio. Tutti i volumi di Crisis Marketing (che spiegano come un’azienda dovrebbe gestire un momento di crisi istituzionale/comunicativa) danno un consiglio netto: in un momento di crisi, prima cosa, “dite la verità”. Spiegate cos’è successo, cos’è che è andato male, cos’è che non va e cosa pensate di fare per far in modo che le cose tornino al loro posto. Curioso che questi autori, squali del mercato americano, gente che ha gestito marchi di sigarette, Coca-Cola, McDonald o Apple ad un certo punto dicano: quando siete nella merda, ragazzi, siate sinceri. Ora, se questo ha senso in determinati momenti di un contesto aziendale, io trovo che nella questione musicale (o artistica, se la vogliamo prendere alla larga) sia centrale.

Farò degli esempi di alcune band che conosco personalmente e che stanno avendo, o hanno avuto, un successo (piccolo/medio/grande che sia) e delle quali si è parlato su Rockit negli ultimi anni.



Uno a cui penso quando parlo di sincerità è Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti. La band è arrivata al successo con un disco dalle sonorità anni '80 che cita mostri sacri come Dalla e Venditti.
Se conosci Tommaso, o anche banalmente lo segui su Facebook, sai che a lui piace veramente quello che fa. La via che hanno scelto è coerente: a loro piacciono veramente gli anni '80, il buon vino, i calciatori di una volta, Fregene nel top dei suoi anni o un’Italia sognante e più educata. Tutti riferimenti che fanno parte del loro immaginario reale, quotidiano, e sono finiti nel loro disco. 
I Thegiornalisti sono una prova che non c’è una regola. Non sono stati mai troppo spinti dalla stampa e non hanno neanche fatto un video ma sono arrivati alla gente, sono arrivate le canzoni, sono stati coerenti con le loro idee ed il loro immaginario. Puoi dirgli che ti fanno schifo, che non sanno suonare, ma non puoi dirgli che non sono sinceri.

Conosco da sempre i Fast Animals and Slow Kids. Li chiamai al telefono, invece di scrivergli una mail, per dirgli che avevo sentito un loro brano e che volevo farli suonare. Il cantante, Aimone, mi disse che andava bene, che sarebbero venuti e aggiunse che era contento del fatto che l’avessi chiamato al telefono perché significava che ci tenevo veramente. Aimone voleva stabilire un legame con me, che ero uno sconosciuto, nello stesso identico modo con cui si approcciò al pubblico, qualche settimana dopo, durante il concerto.
I Fask sono un gruppo che la gente “ha capito” perché si è preoccupato, prima, di capire la gente. Ma l'ha fatto senza nessun particolare calcolo, seguendo soltanto la propria spontanea attitudine. Aimone, ad esempio, organizza anche concerti a Perugia, lui e i suoni amici sono bravi comunicatori, capaci di creare party degni di questo nome in cui sono tutti follemente ubriachi e felici.
Allo stesso modo i Fask, oltre a essere bravi comunicatori, cercano di trasmettere quello spirito comunitario con il proprio pubblico che altre band rock di pari valore, o anche più brave, non sono mai riusciti ad avere. Questo perché fa veramente parte delle loro persone, della loro identità. Puoi dirgli che ti fanno schifo, che sono un gruppo da ragazzini ma non puoi dirgli che non sono sinceri.

Per concludere: l'esordio de I Cani. Loro sono usciti con uno o due pezzi su YouTube. Basta. Poi i pezzi sono arrivati da soli. Quando tutta Italia spendeva soldi per farsi le foto HD e fare video della madonna, loro si sono celati dietro un nickname e non hanno investito in particolari strutture promozionali. Quindi una regola non c’è. E neanche un calcolo.
Ancora: le riflessioni, l’intelligenza e il sarcasmo di alcuni testi del primo disco de I Cani sono proprie dell’autore stesso, le farebbe identiche magari al pub, davanti ad una birra, con gli amici per ridere o per non ridere e basta. Non c’è uno studio della citazione, un “devo dire questo, così mi condivide quest’altro”. I Cani sono sempre stati coerenti. Puoi dire che ti fanno schifo ma non puoi dubitare sulla spontaneità di certe canzoni.

Avrei potuto scrivere un trattato sulle nuove piattaforme di videostreaming, sulla differenza tra Spotify e Deezer, su come si fa un video e quanto spendere, su che banner acquistare o sugli uffici stampa, le agenzie di booking, i manager e gli editori. Avrei potuto farci un film.

Avrei potuto farlo ma ho preferito di no e non dico che non serva conoscere determinati meccanismi e persone, ma non è assolutamente prioritario e, soprattutto, se hai un prodotto sincero e coerente, in maniera fluida e naturale non solo troverai una persona che svolgerà determinate funzioni e conoscerà queste leve meglio di te, ma sarà lui a trovare te prima che tu possa cercarlo. A quel punto saprai benissimo che scelte fare, cercando di essere sempre coerente con la tua musica ed il tuo messaggio. Consapevole che una regola non c’è, figuriamoci 10.

Davide Caucci è il fondatore dell'etichetta Bomba Dischi, ha seguito la rassegna La Tua Fottuta Musica Alternativa che in quattro anni ha portato al Circolo degli Artisti di Roma più di 150 band, organizza il festival Roma Brucia e insegna Music Business e Process and Production in the Creative Arts presso la Sonus Factory.

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L'articolo Il segreto del loro successo: tre band che hanno funzionato (e perché) secondo Davide Caucci di Davide Caucci è apparso su Rockit.it il 2015-04-27 13:19:00

Tag: tutorial

COMMENTI (9)

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  • doinalavis 9 anni fa Rispondi

    vi consiglio gli INVERSO alternativi in tutto !!!!!!!!!!!!

  • pr216065m 9 anni fa Rispondi

    Sì, 3 gruppi che realmente rispecchiano la situazione italiana attuale. Molto poco europei.

  • lorenzo79 9 anni fa Rispondi

    Direi che la riflessione è....onesta!!! Bravo!! Se posso aggiungere una cosa, io avrei citato i Ministri..molto piu popolari..cmq x tradurre in poche parole il tuo discorso potrei dire "do it yourself"..le band americane c'erano arrivate gia negli anni 80..vedi Fugazi e poi Nofx..l'attitudine! La sincerità! Peccato che in Italia la realtà è un'altra..che in classifica non ci sono gli artisti da te citati, manco nei primi 200..quelli sono solo fenomeni passeggeri..e se n ti sostiene e promuove qcuno dietro sei apprezzato da quelle centinaia di affezionati ma non ti conosce nessuno se chiedi in giro..ormai solo talent...la massa è molto condizionata..e ok la sincerità ma la qualità è anche un po bassa a mio parere e la gente al secondo disco gia si stufa di questi "fenomeni indie"..questo spiega perche vanno ancora tanto i Verdena..!! (era una battuta ;)

  • giulio.falla 9 anni fa Rispondi

    @patrick.sempreboni Aggiornati, forse è tempo

  • patrick.sempreboni 9 anni fa Rispondi

    suono da 25anni, insegno e non conosco uno degli artisti citati .. cmq bello l'intento dell'articolo .

  • michele.picaro 9 anni fa Rispondi

    Bell'articolo!

  • giulio.falla 9 anni fa Rispondi

    Commento vuoto, consideralo un mi piace!

  • gracerockband 9 anni fa Rispondi

    Articolo duro e coerente. La cosa che più mi piace è che il parametro di valutazione del successo che viene misurato sull'interazione dell'artista con il pubblico e non sulle vendite. Personalmente mi trovo spiazzato ma non posso fare a meno che concordare. Trovo l'articolo un inno alla qualità e alla diversificazione, non all'immagine patinata. Un grazie speciale per aver aperto uno spiraglio a chi come me lotta per fare di un amore la propria professione. G.

  • tonino.borzelli 9 anni fa Rispondi

    L'importante, anzi l'unica strada percorribile è essere se stessi e divertirsi con la musica