"Dissection" è un'apertura, una voragine, uno squarcio. Cluster C lo indaga e lo ricuce.
“Dissection” è un ep analitico, che rimanda a se stesso e che, a partire dal titolo, mette insieme, distrugge e ricompone l’identità; mette in atto una vera e propria “autodissezione” dell’anima, che si guarda dal di fuori per comprendersi e, infine, riappacificarsi.
L’ep di Cluster C è anche concettuale nel rendere in musica il tema della “dissezione” che viene elaborato secondo un processo di frammentazione delle sonorità; una volta evanescenti, languide, poi distorte, si perdono in echi così come la voce, ora pulita ora rauca. La forte presenza della chitarra acustica, spesso riprodotta in loop, contraddistingue tutti i brani dell'ep. A metà strada tra elementi prettamente rock e la musica acustica, con qualche tocco di grunge, soprattutto nella voce.
Inizialmente si potrebbe pensare ad un ep “autobiografico” ma quello di Cluster C è un percorso analitico di penetrazione, di scavo che parte certamente da un soggetto ma che ben presto raggiunge vette più alte, come la questione della “Phenylethylamine”, terza traccia dell’ep che prende il nome dall’ormone prodotto naturalmente dal nostro organismo e che svolge un ruolo chiave circa le sensazioni dell’innamoramento.
Quindi, il fil rouge della “dissezione” riguarda anche il corpo, non in quanto tale bensì come, per dirla alla Husserl, come “leib”, ovvero come corpo vissuto e agito, e proprio in questo si svolge la sua “analisi”.
Potremmo infine definire “Dissection” come percorso di “dissezione del corpo” come “dissezione del corpo musicale”. Ciò che manca, forse, è un guizzo, una virgola, un'allucinazione in più.
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La recensione Dissection di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-11 00:00:00
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