L'Amore ha un'arma infallibile, si chiama “banalità”: parlare del primo scatena la seconda ed è quasi sempre un trionfo di concetti annacquati e impantanati, poesia stucchevole e filosofia spicciola. Parliamo degli Amore, allora, e come la mettiamo? Siamo in trappola, come prima e più di prima dato che sarà un attimo e ci troveremo ad usare una volta di troppo aggettivi come “geniale”, “malato, “obliquo”, “pop” (ammesso che sia, questo, un aggettivo).
L'amore d'altra parte prevede la sospensione del giudizio quindi perchè porsi tanti problemi? Si ama, punto e basta, inutile indagare, ci si sveglia al mattino turbati e incapaci di ogni razionalità, innamorati al punto di non aver bisogno di porsi domande.
Gli Amore di domande non se ne fanno proprio, né emettono sentenze, si pasciono del mondo e ne godono: più che cantarlo, lo canticchiano, lo fischiettano, ci si immergono beati.
La loro lingua è quella dei ritagli di giornale e dei commenti delle vecchine al mercato, dei luoghi comuni a cui ci si affeziona e delle storie(lle) da bar; le loro musiche sono quadri di Escher, illogiche e piene di armonia, pop (sostantivo?) e rock suonati con i polpastrelli che si divertono sulle corde e sui tasti, musica barocca con flauti che se la ridono sornioni, partiture rubate ai ricchi per darne ai poveri (di spirito).
C'è del gran gusto in tutto ciò, nella musica suonata per davvero, nell'urgenza comunicativa che compone il DNA delle canzoni e nello stupore eccitato dello sguardo.
Sarebbe curioso fare un giro fra i neuroni di Alessandro Fiori e sodali (gente innamorata tutto l'anno) giusto per capire che percorsi fa il loro pensiero prima di finire sulla carta e sul pentagramma, ma basta un ascolto per indovinare traiettorie non consuete, una visione delle cose così peculiare che si manifesta in ogni dettaglio e scatena spirali vertiginose di associazioni di idee e citazionismo surreale.
Tarzan contro l'IBM è, sin dall'accoppiata titolo/copertina, un brainstorming irresistibile che rispecchia la realtà da una prospettiva ubriacante, è (e siamo alla banalità) vero Amore e se, come diceva quello, “Amor omnia vincit”, non resta che lasciarsi sconfiggere e trovarsi impantanati nei concetti: geniale, malato, obliquo... POP!
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La recensione Tarzan Contro l'IBM di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-08-31 00:00:00
COMMENTI (14)
questo commento è risulato di una query polygen.
incredibilmente paradigmatico.
"recensione del cazzo"
"questo sarebbe il sito ecc."
"a lavorare!"
"meditate gente meditate"
ma meditate su cosa?!
:[:[:
ciao Quid, ho capito l'inghippo!
Non leggevo Mariposa-2 come "Mariposa due" ma come "Mariposa meno due" e quindi non ci capivo un cazzo..(comunque ti assicuro che se i brani di Tarzan fossero stati dati in pasto ai Mariposa sarebbero venuti mooolto differenti!)
beh scusa, ammetti che si poteva pensare che fossi tu.
cmq mediocre 'sta cippa.
qui potrei offendermi.
gb ha una sua testa e parla con parole sue.
a differenza di chi nasconde la sua pochezza con citazioni di films mediocri.
george best, suppongo...
:?
ottima citazione, ma poca fantasia...
"molto acuto"
"grazie"
"e le da soddisfazione?"
"cosa?"
"essere acuto"
"...si"
"bene continui pure. è una questione di etichetta, quando passo le do il culo o il pacco?"
manca la parola mafia (o mafietta se preferisci) e hai fatto il perfetto post medio dell'utente anonimo! ti chiami stereotipo come secondo nome?
:[
che recensione del cazzo, mio dio!
si vede che qua dentro non capite una sega, e sareste il sito più importante del rock italiano... che tristezza.
a lavorare!
meditate gente meditate.
già col demo poteva diventare una nuova Robespierre
è un'inno.