Presagi apocalittici spalancano le porte di una colonna sonora in continua tensione emotiva. Rumori pronti ad esplodere da un momento all’altro. Musica da fiato sul collo, opprimente quanto affascinante. Strumentale. Post rock, chiamatelo come volete. Il punto è che è vitale ed incessante come un fiume in piena. Chitarre che frullano distorsioni irrequiete in costante salita. E una voce che fa capolino in “Maser”, quasi inesistente rispetto alla guerra sonora in corso e, a mio parere, non essenziale. Un’apertura psichedelica, invasa da brandelli elettronici e devastata da strumenti imbronciati, descrive il dramma di “Adhem” che si scatena in un secondo tempo per mezzo di chitarre sporche e minacciose. Strumenti che parlano e costruiscono melodie espressive dal sapore amaro ed intenso, e per niente sgradevole. Loop di synth scandiscono i passi di sonorità rumorose, cosparse qua e là da voci filtrate (come in “Come se piovesse”), che raggiungono picchi talmente alti di fragore da sembrare quasi decise a scoppiare. Come nell’ottima “Dziga Vertov”: qui gli strumenti saltano in aria e gli scenari da fine del mondo si fanno sempre più vicini. Macinano, frantumano quello che hanno davanti senza speranza di trovare quiete. Che, invece, imprevedibilmente arriva in “Brevi accenni al movimento”. E’ il titolo stesso a dire che è una traccia di slow-rock, dilaniato da un azzeccato violino elettrico che crea sconvolgimento emozionale. Qui il muro di suono e rumore diventa così alto da sembrare invalicabile. Anche perché il pezzo dura ben undici minuti. L’arresa arriva allo scadere del nono. E con l’entrata serena di “Freon”. La quiete dopo la tempesta. Niente di più vero.
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La recensione Per tratti inseparabili di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-06-24 00:00:00
COMMENTI (5)
:)
...ma l'Italia finisce con Lampedusa...
:?
bp2.blogger.com/_enXx-JOYG2…
adesso apre il Ridada, gestito da Simone dei Gonzo48K. Già un festivalino ai primi di luglio (fra gli altri: Canadians, My Awesome Mixtape, No Seduction, me dj)
Bravi guaglioni.
Poi da Rovigo se non sbaglio,terra arida di risorse musicali-e mi riferisco alle strutture,non ai gruppi-.
teneteli d'occhio, non è il solito e stereotipato postrock. loro sono un po' più "sonici" e bombardieri