Il primo album dei Dadamatto “Ti tolgo la vita” inizia con le voci del film “Videodrome”. Il secondo cd, “Il derubato che sorride”, finisce con “Tutto il mio folle amore” di Modugno e Pasolini cantata dal gruppo e registrata con un cellulare. Ed è questo il filo conduttore dell'album: la filosofia della sconfitta e dell'uomo che ride. Una presa di coscienza nata forse dal furto di tutta la loro strumentazione a Palermo, una sfiga da dover prendere in simpatia. Il trio Dadamatto esce dal trauma con ironia e mette a frutto la nevrosi.
L'attitudine rimane punk, ma il suono del cd è pulito, piacevolmente scorrevole, grazie anche alla registrazione e mixaggio a cura di Mattia Coletti, gli arrangiamenti a tratti mariposiani. Rispetto all'abum precedente si dilegua un po' la vanità giovanile in cambio di contenuti maggiori. I testi demenziali spesso canzonatori hanno sprazzi di riflessione e morte, mantenendo sempre comunque un respiro finale di leggerezza. Da veri dadaisti, a mia opinione con qualche caduta di stile, imbastiscono i pezzi con cori, filastrocche e maccheronici Maronna mia. Si parla di Mel Gibson, di Laura Pausini, di cagare, di rose, di treno, di omosessuali, di liti e di padre. Canzoni terapeutiche per demistificare il dolore e le nevrosi, con parentesi intimistiche come nelle tracce “Il mio amico Michele Grossi” e “A maggio spuntano le rose”. Senza mai rinunciare all'ironia surreale e all'energia punk, potenziata notevolmente dal vivo. E s'intravede l'abbozzo concreto di un disegno sempre più dadamattiano.
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La recensione Il derubato che sorride di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-06-20 00:00:00
COMMENTI (4)
"Cosa sono le nuvole", non "Tutto il mio folle amore"! Perdio!
li adoro, mi hanno fatto effetto SUBITO.
quoto in toto!
le mie preferite: marco se n'è andato & x-mary
D.I.S.C.O.N.E.
spiccano le track 1,3,4 e 8
grandi canzoni pop su spirito nervoso e per niente ottimista: praticamente non si può chiedere di meglio al mondo