Dal lo-fi al ci sei: tre modi di registrare un disco - Lo studio: Andrea Sollo Sologni dei Gazebo Penguins

Tre interviste per conoscere tre modi differenti di registrare un disco: chi registra a casa, chi in uno studio di registrazione e chi in un superstudio di fama.

Andrea Sollo Sologni dei Gazebo Penguins racconta la sua esperienza come tecnico del suono e produttore all'Igloo Audio Factory di correggio
Andrea Sollo Sologni dei Gazebo Penguins racconta la sua esperienza come tecnico del suono e produttore all'Igloo Audio Factory di correggio

Continuiamo la nostra indagine sulle modalità di registrazione di un disco. Dopo aver affrontato la totale autarchia con Il Re Tarantola ed Emma Filtrino, è il turno di uno studio di registrazione che si trova a metà strada nel percorso che porta ai superstudi. Per parlare di questo mondo, abbiamo intervista Andrea 'Sollo' Sologni, che lavora all'Igloo Audio Factory di Correggio (RE) e suona nei Gazebo Penguins.

 

Per tua esperienza, quanto costa registrare un disco di dieci tracce, senza particolari complicazioni di formazione e arrangiamenti?
Beh se uno lo fa in casa costa tempo, il costo di un computer, una scheda audio decente, qualche microfono decente e qualche preamplificatore decente, già sarebbe un lusso, si sentono cose fatte in casa davvero agghiaccianti.
In studio costa intorno ai 2.000 € non meno, fai 1.500€ se si va da un amico magari... però non ci si deve preoccupare di cablare, microfonare, spomellare (a meno che non si vada in uno studio davvero pessimo) e se ci si informa prima e si va da uno bravo si possono anche raggiungere risultati inaspettati.
I costi variano molto in base agli studi ovviamente, in linea di massima però non contando il processo di mastering (comunque piuttosto dispendioso) si oscilla tra i 1.500/2.000 fino anche ai 3.000. Mi riferisco a un disco registrato con cognizione di causa e che suoni bene.

Dal tuo punto di vista, qual è la situazione qualitativa della musica in Italia?
Ci sono dei gruppi di qualità, che suonano bene, che ricercano strumentazioni valide e particolari e quindi suoni altrettanto ricercati. Se per qualità della musica intendi invece qualità sonora, ti posso dire che ci sono molti fonici o produttori improvvisati, però fortunatamente conosco anche molti "colleghi" davvero bravi; penso anche a ragazzi che hanno magari pochi mezzi ma che riescono a dare una propria impronta ai lavori che fanno, questo è fondamentale secondo me, personalizzare il proprio suono. Poi oh si sentono anche dei gruppi bravissimi con registrazioni pessime, lì credo che sia la poca voglia di spendere soldi per un progetto che si assume da subito non andare mai oltre qualche free download, anche se la musica magari è valida... purtroppo...

Quali sono i tre errori più ricorrenti che vedi nelle band che vengono a registrare da te?
Più che errori sono inesperienze o piccole distrazioni, ma in ogni caso:
1. L'accordatura, regolazione, taratura degli strumenti trascurata
2. Pensare di trovare soluzioni a brani incompleti dal punto della scrittura in studio, lì sul momento, senza magari aver accennato di conseguenza che sarebbe servito anche un lavoro di produzione o senza aver considerato un produttore esterno.
3. Pensare che il proprio disco suonerà uguale a uno dei suoi 3 dischi preferiti che magari mi ha portato a far sentire in studio: perché mai vuoi che il tuo disco abbia suoni uguali ad altri dischi? Se si va in un determinato studio con un determinato tecnico/produttore si presume che il sound che si vuole raggiungere sia caratterizzato proprio dal timbro di quel determinato studio e quel produttore.

Quali sono i tre consigli che daresti a una band che deve entrare in studio domani per la prima volta?
1. Provare allo sfinimento i pezzi di cui si è davvero sicuri, se ne vengono lasciati un paio indietro non vuol dire che durante il processo di registrazione non affiorino soluzioni nuove, anzi, il processo di registrazione è creativo e può sicuramente aiutare nel rifinire alcuni pezzi o a risolverne altri, ma non immaginarsi che ogni dubbio sui propri pezzi venga sciolto in studio ecco.
2. Portare pazienza, specialmente con gli altri del gruppo e anche con se stessi, tutti sbagliano e può succedere che in una giornata negativa di studio non si porti a casa niente a fine giornata. L'importante è vederla come un lavoro/vacanza a mio avviso.
3. Mettersi anche nell'ottica di spendere qualcosa in più rispetto al preventivato, succede che si sfori uno o due giorni dal periodo pattuito in studio e spesso la gente non fa i conti con il mastering che si dovrà fare da li a breve al proprio disco.

Hai mai investito personalmente nei gruppi che hai registrato?
Se per investire intendi che ho prodotto qualcosa a costo zero, beh si, il disco di Three Lakes che dovrebbe uscire nel 2013. È un caro amico che scrive canzoni folk con uno stile molto americano, mi ha sempre colpito fin da quando aveva aperto da solo una data dei Gazebo Penguins (deve ancora un po' farsi ma dal vivo mi ha sempre trasmesso tanto). Così ne abbiamo parlato lui mi ha affidato tutta la produzione, ho registrato le sue chitarre e le voci e poi ho iniziato a ricostruire tutti i pezzi aggiungendo percussioni, bassi, synth, violini, trombe, ecc. Una vera e propria produzione.
In cantiere nel 2013 ho la produzione di Vulkanizer ma ancora non anticipo nulla e ovviamente il nuovo dei Gazebo Penguins.

Lo studio di registrazione rimarrà sempre qualcosa di fondamentale o - vista anche la tecnologia - diventerà un lusso riservato a chi è già in qualche modo "arrivato"?
Mah pensa che da sempre ci sono un sacco di gruppi mai arrivati (per quanto significhi questo in Italia, dove i musicisti che conosco che vivono della loro musica sono 3) che faranno sempre dei dischi in un bello studio. Magari gente che lavora come tutti, che ha il gruppo come pura passione, ma ci tiene ad avere un disco per sé e per gli amici e per quei 100 che lo ascoltano che suoni bene e sia ben prodotto.
Poi ovvio io sono il primo a consigliare a un gruppo non pronto per lo studio o inesperto, di provare a farsi il demo in casa con quello che si ha. Sai la tecnologia ha sempre bisogno di una mente capace che la guidi a uno scopo ben preciso. Uno in casa si può fare tutta l'apparecchiatura che vuole ma se non ha esperienza (di qualche anno, ma anche per gli ascolti) o anche solo non ha le orecchie, beh più comprare quello che vuole ma non otterrà mai buoni risultati.
Idem per chi apre uno studio pensando che aver fatto un corso alla SAE o in che so quale istituto gli permetta di aprire un mega studio e di farlo funzionare bene fin da subito.
Poi sì, col digitale e le tecnologie tutti possono fare le proprie cose a casa ma se poi le ascolti o sono tutte uguali o non hanno carattere.
Ogni studio ha determinate macchine atte a dare un timbro e un tocco a ogni progetto esca da quello studio, o almeno io ho puntato a quello, non mi interessava uno studio con un suono standard, volevo attrezzature, microfoni, strumenti che potessero dare un carattere al mio studio.
Quindi dipende sempre da cosa uno cerca ma, per fare un bel disco, concentrandosi sulla performance delle canzoni, concentrandosi sulla scrittura, per forza bisogna affidarsi a un bravo fonico o produttore o entrambe e lavorare nel loro studio, punto. Quindi si lo studio sarà sempre indispensabile per chi vuole le cose fatte bene e in un certo modo, non solo per chi è arrivato.

I Gazebo hanno un tipo di suono e di impatto che avrebbe potuto avere una buona resa anche senza una registrazione in uno studio. Domanda marzulliana: se non lavorassi all'Igloo, pensi che avreste comunque optato per una registrazione di questo tipo?
I Gazebo hanno si un mega suono e un grande impatto, ma a mio avviso sono proprio i gruppi che hanno suoni granitici e violenti quelli più difficili da registrare e da rendere su disco. In realtà saper dare la "pacca" a un disco è tutt'altro che facile credimi. Se guardi il nostro disco precedente (quando ancora non avevo uno studio) è stato registrato nel vecchio studio di Bruno Germano, uno studio comunque ben attrezzato e con acustiche molto belle. Il demo prima ancora fu registrato, anche se in appena 3 o 4 giorni, all'Esagono di Rubiera, noi non avevamo sti gran suoni all'epoca, ma se lo riascolti, all'Esagono avevano fatto proprio un bel lavoro, con della mega strumentazione nonostante il poco tempo, è ancora un bel lavoro.
Quindi ti direi che da musicista sentirei il bisogno, ma anche la voglia, di lavorare in uno studio. Per forza. È un momento di crescita importantissimo nella storia di un gruppo. Risparmiare dei soldi per pagarmi anche un paio di settimane o almeno 10 giorni, lo farei obbligatoriamente, ma per me, perchè io ovviamente sono fatto così e la penso così.
Sono troppo di parte, questa è la mia passione da sempre, e da sempre sono stato affascinato dalla produzione in studio, tante menti insieme dirette da un produttore che lavorano per realizzare qualcosa di unico e personale... varrà sempre la pensa spendere soldi e fatica per questo dai!

Guardando invece a produzioni più grandi: credi che i "superstudi" dove vengono registrati molti dischi (uno a caso: Officine Meccaniche) possano effettivamente dare una netta differenza a un disco rispetto a uno registrato in uno studio come il tuo?
Beh insomma, la pasta di suono ottenuta in studi di un certo tipo è bene o male irriproducibile. Ma così come possono esserlo il timbro di suono o l'impronta sonora che cerco di dare nel mio studio. Ogni studio DEVE suonare unico. A mio avviso si può lavorare a produzioni enormi anche in casa. Non sono qua a difendere sempre e comunque gli studi. Pensa che il disco con cui ha fatto il botto Sufjan Stevens (per dirtene uno a caso eh, il disco si chiama "Illinoise") se l'è registrato nel suo appartamento (aveva un salotto grosso con un soffitto molto alto) con solo dei SM 57 e dei C1000 (microfoni molto economici e standard). Poi ecco magari il mix e il mastering se li è fatti in qualche studio peso, però le registrazioni e il relativo mood sonoro che ne consegue li ha seguiti lui per i fatti suoi.
E allora? niente e allora magari anche tu sei un super produttore se ti prendi uno o due anni per lavorare al tuo disco a casa tua. Dico che però in un buono studio, che abbia un minimo di cura per gli ambienti di ripresa e un minimo di attrezzatura decente si possono ottenere davvero risultati ottimi e in un tempo accettabile, se si abbina lo studio a un produttore capace e soprattutto interessato al lavoro, si uniscono le caratteristiche di quello studio con quelle del produttore e si ottiene qualcosa di unico, anche in un posto che non sia necessariamente Abbey Road. Ci sono studi mastodontici in giro, magari capriccio di qualche appassionato facoltoso, dai quali non si sente uscire mai un disco, o mai un disco decente, come in ogni cosa conta avere le capacità, la passione e la voglia per produrre un bel lavoro, gli strumenti e le apparecchiature fighe, aiutano, tutto li.

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L'articolo Dal lo-fi al ci sei: tre modi di registrare un disco - Lo studio: Andrea Sollo Sologni dei Gazebo Penguins di Marco Villa è apparso su Rockit.it il 2012-12-11 15:51:14

COMMENTI (2)

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  • valiumpost 12 anni fa Rispondi

    Cioè...è ovvio, ma è per dire che uno deve un minimo poterselo permettere.

  • valiumpost 12 anni fa Rispondi

    Anche perché, diciamolo, lo studio è bello e sacrosanto, ma costa.